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San Giuseppe Chang Song-jib Martire

Festa: 26 maggio

Seul, Corea, 1785 - Myeongdong, Seul, Corea, 26 maggio 1839

Proveniva da una famiglia agiata e ricevette un'istruzione eccellente, eccellendo particolarmente nello studio della medicina tradizionale coreana. Divenne un farmacista di successo e si guadagnò il rispetto della comunità per la sua abilità e compassione. Tuttavia, la vita di Giuseppe prese una svolta inaspettata quando incontrò un missionario cattolico. Attratto dal messaggio di amore e speranza del Vangelo, decise di abbracciare la fede cristiana. Questa scelta lo isolò da molti dei suoi amici e familiari, che non comprendevano la sua nuova devozione. In quel periodo, la Corea era un paese severamente chiuso al Cristianesimo. I cattolici erano perseguitati e spesso imprigionati o addirittura giustiziati. Nonostante i rischi, Giuseppe rimase fedele alla sua fede e continuò a praticare il cattolicesimo in segreto. Nel 1839, la sua fede fu scoperta e fu arrestato. Subì un processo sommario e fu condannato a morte per apostasia. Il 26 maggio 1839, Giuseppe Chang Song-jib fu giustiziato per strangolamento a Myeongdong, Seul.

Martirologio Romano: A Seul in Corea, san Giuseppe Chang Sŏng-jib, martire, che, di professione farmacista, divenuto cristiano, fu messo in prigione e morì tra crudeli supplizi.


Giuseppe Chang Song-jib nacque nel 1785 a Seul, in Corea. Fin da giovane, mostrò una grande intelligenza e un animo gentile. Intraprese la professione di farmacista, seguendo le orme del padre, e si guadagnò la stima della comunità per la sua competenza e generosità.
Intorno al 1801, la vita di Giuseppe ebbe una svolta radicale. Venne a contatto con i primi missionari cattolici giunti in Corea e rimase profondamente affascinato dal messaggio del Vangelo. Dopo un periodo di intensa riflessione e preghiera, decise di abbracciare la fede cristiana, ricevendo il battesimo con il nome Giuseppe.
La scelta di Giuseppe non fu facile. In Corea, il Cristianesimo era duramente perseguitato dalla dinastia Joseon, che lo considerava una minaccia all'ordine sociale e religioso. Nonostante i rischi, Giuseppe rimase fedele alla sua fede e divenne un punto di riferimento per la piccola comunità cristiana di Seul.
Nel 1839, la persecuzione contro i cristiani si intensificò. Giuseppe fu arrestato e sottoposto a torture per costringerlo a rinnegare la sua fede. Di fronte all'intransigenza dei suoi persecutori, Giuseppe rimase irremovibile e professò la sua fede con coraggio.
Dopo un processo sommario, Giuseppe fu condannato a morte. Il 26 maggio 1839, fu decapitato a Myeongdong, un luogo pubblico di Seul. La sua morte segnò un momento cruciale nella storia della Chiesa coreana, rafforzando la fede dei cristiani e ispirandoli a resistere alle persecuzioni.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-05-04

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