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Sant' Enrico Morse (Mowse) Sacerdote gesuita, martire

1 febbraio

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Brome, Suffolk, Inghilterra, 1595 - Tyburn, Londra, Inghilterra, 1 febbraio 1645

Figlio di un protestante, si convertì al cattolicesimo durante gli studi a Londra. Nel 1614, dopo aver iniziato gli studi ecclesiastici, fu costretto a fuggire in esilio a causa delle persecuzioni anti-cattoliche. Rientrato in patria nel 1619, fu nuovamente arrestato e imprigionato a Newcastle. Nel 1620 fu ordinato diacono e, un anno dopo, sacerdote. Nel 1622 fu nuovamente arrestato e imprigionato a York, dove rimase per quattro anni. Nel 1626 fu trasferito a Londra, dove continuò la sua attività pastorale in clandestinità. Nel 1641 fu arrestato per l'ennesima volta e condannato a morte per aver celebrato la Messa. Il 1° febbraio 1645 fu impiccato a Tyburn, a Londra.

Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, sant’Enrico Morse, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire: catturato a più riprese e scacciato per due volte in esilio, sotto il re Carlo I fu infine gettato in carcere a causa del suo sacerdozio e, dopo avervi celebrato la Messa, fu impiccato a Tyburn e rese lo spirito a Dio.


Henry Morse, la cui vicenda terrene e soprattutto il suo tragico epilogo è assai simile a quella di parecchi altri sacerdoti gesuiti martirizzati in Inghilterra nel medesimo contesto storico, era nato a Brome nel Suffolk nel 1595, sesto dei nove figli di Roberth, proprietario terriero protestante proveniente da Tivetshall St Mary nel Norfolk, e di Margaret Collinson. Rimase orfano di padre nel 1612, che però gli lasciò una rendita annuale. Henry giunse alla decisione di convertirsi al cattolicesimo presumibilmente durante i suoi studi al collegio Bernard di Londra, anche se ad onor del vero non esistono prove scritte della sua ammissione ad alcun collegio di avvocati.
Dal giugno 1614 Henry intraprese gli studi ecclesiastici, ma dovette interromperli per tornare in patria, poichè infatti quando si scatenarono violente persecuzioni nei confronti di coloro che non accettarono di riconoscere ufficialmente il sovrano quale legittimo capo della Chiesa inglese il Morse si trovava imprigionato a Newgate in attesa dell’esilio. Era l’anno 1618. L’agosto successivo fece ritorno a Douai ed in dicembre entrò nel collegio inglese di Roma. Nel 1620 ricevette l’ordinazione diaconale, ma non vi è traccia della sua ascesa al sacerdozio.
A settembre di tale anno da Douai fu inviato in una missione inglese, ma venne arrestato non appena giunto a Newcastle. Imprigionato nel castello di York, fu compagno di prigionia del gesuita John Robinson. Siccome già a Roma aveva espresso il desiderio di entrare a far parte della Compagnia di Gesù, d’accordo con i suoi superiori dedicò i tre anni trascorsi in prigione a compiere il noviziato gesuita, al termine del quale poté emettere i voti semplici. Una volta rilasciato ed esiliato nelle Fiandre, ove esercitò il suo ministero quale cappellano dei mercenari cattolici inglesi intenti a combattere al fianco della Spagna. Nel maggio 1624 era sicuramente già sacerdote.
Sul finire del 1633 il Morse fece ritorno in Inghilterra sotto le spoglie di Cutberto Claxton, portando avanti la sua missione a Londra. Tra il 1636 ed il 1637 un’epidemia di peste colpì la città ed Henry, pur fra gravi rischi per la sua salute, non mancò mai di portare aiuto e conforto ai più bisognosi. Nel 1641 un decreto regio ordinò l’espulsione di tutti i preti cattolici ed il santo obbedì, per amore di coloro che avevano raccolto la cauzione per liberarlo. Tornò così a servire i soldati nelle Fiandre, finchè due anni dopo fu inviato nuovamente in Inghilterra e per diciotto mesi operò nel nord del paese.
Arrestato ai confini del Cumberland, fu però liberato da una donna cattolica, la moglie di colui che l’aveva catturato. Dopo circa sei settimane fu però nuovamente e per l’ultima volta arrestato, condotto nella prigione di Durham e poi trasferito a Londra per ricevere la condanna a morte in quanto dichiaratosi sacerdote. Henry Morse fu infine giustiziato il 1° febbraio 1645 presso Tyburn.
La Chiesa Cattolica non ha però dimenticato la fedeltà di questo suo insigne figlio: nel 1929 fu infatti dichiarato “beato”, insieme a numerosi altri martiri della medesima persecuzione, ed infine canonizzato da Papa Paolo VI il 25 ottobre 1970 con i Quaranta Martiri di Inghilterra e Galles.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2007-01-25

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