362 - febbraio 441
Padre della letteratura ecclesiastica armena, fu un monaco, linguista e traduttore che, nel V secolo, creò l'alfabeto armeno, dando così un impulso decisivo allo sviluppo della lingua e della cultura armena. Inizialmente funzionario statale, si ritirò a vita solitaria dopo la spartizione dell'Armenia tra la Persia e l'impero romano d'Oriente. Ricevuta l'ordinazione presbiterale, si diede allo studio di tre lingue: greco, siriaco e persiano. Morì ormai ultraottantenne nel febbraio del 441.
Martirologio Romano: In Armenia, san Mesrop, dottore degli Armeni: discepolo di san Narsete e scrivano nel palazzo reale, divenuto monaco, creò un alfabeto, perché il popolo potesse essere avviato alle sante Scritture, tradusse i due Testamenti e compose inni e altri cantici in lingua armena.
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San Mesrop, padre della letteratura ecclesiastica armena, fu un monaco, linguista e traduttore che, nel V secolo, creò l'alfabeto armeno, dando così un impulso decisivo allo sviluppo della lingua e della cultura armena.
Il testo inizia con la storia della cristianizzazione dell'Armenia, che avvenne nel IV secolo grazie a San Gregorio l'Illuminatore. Successivamente, la Chiesa armena fu ulteriormente strutturata da San Narsete I il Parto e da suo figlio Sant'Isacco, che posero le basi di una letteratura in lingua armena.
Nel 420, quando il territorio armeno fu spartito fra la Persia e l'impero romano d'Oriente, Mesrop, ex funzionario statale, meditò di ritirarsi a vita solitaria. Ricevuta l'ordinazione presbiterale, si diede allo studio del greco, del siriaco e del persiano.
Ben presto, si accorse che l'efficacia della sua opera missionaria tra la popolazione armena era ostacolata dall'assenza di una versione della Bibbia e dei libri liturgici in lingua vernacolare. Fu così che, con la collaborazione di Sant'Isacco e di un calligrafo greco, creò l'alfabeto armeno, composto di trentasei lettere.
L'introduzione di questo alfabeto diede un grande impulso allo sviluppo della letteratura nazionale armena. In pochi anni, fu tradotta l'intera Bibbia, e Mesrop meritò così di essere considerato il padre della letteratura ecclesiastica armena.
In seguito, Mesrop si spinse a predicare anche in Georgia, ove condusse a termine un lavoro simile con l'alfabeto di tale nazione. Dopo aver fondato alcune scuole, fece ritorno nel suo paese ed incoraggiato da Isacco ne fondò una propria per cimentarsi in nuove traduzioni dal greco e dal siriaco all'armeno.
Morì ormai ultraottantenne nel febbraio del 441. Nel 1962, la Chiesa armena ne ha commemorato solennemente il sedicesimo centenario della nascita. Esistono almeno due versioni della sua Vita, redatte in lingua armena dal fedele discepolo Gorìun.
Autore: Franco Dieghi
La tradizione vuole che il primitivo annuncio del Vangelo in terra armena avvenne ad opera dei santi apostoli Bartolomeo e Giuda, ma indipendentemente dalla veridicità di tale notizia l’Armenia venne cristianizzata alcuni secoli dopo dal celebre San Gregorio l’Illuminatore. Questi, con il determinante appoggio del re San Tiridate III, nel 310 fece proclamare il cristianesimo religione di stato, undici anni prima che Costantino si limitasse a concedere la libertà di culto nell’impero romano. La Chiesa armena venne poi meglio strutturata da San Narsete I il Parto, il cui figlio Sant’Isacco ne confermò l’autocefalia da quella della Cappadocia, edificando monasteri, eliminando i vescovi coniugati e ponendo le basi di una letteratura in lingua armena. Suo principale collaboratore in questa opera fu proprio San Mesrop, oggi festeggiato.
Ex funzionario statale, quando il territorio armeno fu spartito fra la Persia e l’impero romano d’Oriente, tra il 420 ed il 430, Mesrop meditò di ritirarsi a vita solitaria e, ricevuta l’ordinazione presbiterale, si diede allo studio del greco, del siriaco e del persiano. Si accorse però ben presto come l’efficacia della sua opera missionaria tra la popolazione armena fosse non poco ostacolata dall’assenza di una versione della Bibbia e dei libri liturgici in lingua vernacolare. Fu innanzitutto necessario dotarsi di un alfabeto: con la collaborazione di Sant’Isacco e di un calligrafo greco di nome Rufino, adattò i caratteri minuscoli dell’alfabeto greco insieme ad altri elementi provenienti da diverse fonti, dando così vita ad un nuovo alfabeto composto di trentasei lettere. La sua introduzione diede un grande impulso allo sviluppo della letteratura nazionale ed in pochi anni fu tradotta l’intera Bibbia. Mesrop, che pare abbia curato la traduzione del Nuovo Testamento, meritò così di essere considerato il padre della letteratura ecclesiastica armena. Egli si cimentò inoltre nella traduzione di numerosi testi liturgici e patristici. In seguito si spinse a predicare anche in Georgia, ove condusse a termine un lavoro simile con l’alfabeto di tale nazione. Dopo aver fondato alcune scuole, Mesrop fece ritorno nel suo paese ed incoraggiato da Isacco ne fondò una propria per cimentarsi in nuove traduzioni dal greco e dal siriaco all’armeno.
Il santo morì ormai ultraottantenne nel febbraio del 441 e nel 1962 la Chiesa armena ne ha commemorato solennemente il sedicesimo centenario della nascita. Esistono almeno due versioni della sua Vita, redatte in lingua armena dal fedele discepolo Gorìun.
Autore: Fabio Arduino
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