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Poznan, Polonia, 1 ottobre 1919 – Dresda, Germania, 24 agosto 1942
Edward Kazmierski, nato a Poznan, proveniva da una famiglia povera. Suo padre era calzolaio. Appena terminata la scuola elementare, fu costretto a lavorare in un negozio e poi in una azienda meccanica. Si inserì presto nell'oratorio salesiano e in questo ambiente poté sviluppare insolite doti musicali. Di lui si dice: la viva religiosità che attinse dalla famiglia lo portò ben presto, sotto la guida dei salesiani, alla maturità cristiana. Passava il tempo libero dopo il lavoro nell'ambiente dell'oratorio e cresceva nella devozione eucaristica e mariana. A 15 anni partecipò al pellegrinaggio a Czestokowa facendo a piedi una distanza di oltre 500 Km. Fu presidente del circolo San Giovanni Bosco e si entusiasmò per gli ideali salesiani. Vivace, costante nelle decisioni, coerente, amava cantare in chiesa, nel coro o da solista. A quindici anni scrisse alcune composizioni musicali. Lo caratterizzavano la sobrietà, la prudenza, la benevolenza. Nella prigionia dimostrò un grande amore verso i compagni. Aiutava volentieri i più anziani e fu totalmente libero da qualsiasi sentimento di odio verso i persecutori. Fu arrestato dai nazisti nel settembre 1940 con altri quattro giovani oratoriani; furono tutti decapitati a Dresda il 24 agosto 1942. Papa Giovanni Paolo II li ha beatificati il 12 giugno 1999.
Emblema: Palma
Martirologio Romano: A Dresda in Germania, beati Ceslao Jóżwiak, Edoardo Kaźmierski, Francesco Kęsy, Edoardo Klinik e Iarognievo Wojciechowski, martiri, che, di origine polacca, gettati in carcere nello stesso periodo, patirono il martirio a colpi di scure.
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Non solo gli ebrei sono state vittime delle persecuzioni naziste, come si sa queste imperversarono anche contro gli zingari, malati di mente, omosessuali, ecc. In Polonia, vittima privilegita fu anche la Chiesa Cattolica, che era vista come guida del popolo molto influente, e dato che nel programma nazista vi era l’annientamento del popolo polacco come entità politica, era chiaro che bisognava colpire, prima di tutto l’Istituzione che maggiormente lo rappresentava e guidava, cioè la Chiesa.
Questa persecuzione ebbe luogo durante l’occupazione nazista dal 1939 al 1945 e provocò più di cinque milioni di vittime tra la popolazione civile polacca.
Papa Giovanni Paolo II nel corso del suo settimo viaggio apostolico in Polonia, ha beatificato il 13 giugno 1999, 108 martiri morti per la loro appartenenza alla Chiesa Cattolica, sia come consacrati, sia come laici impegnati nell’apostolato, accusati di inesistenti tradimenti, complotti, resistenze, ecc.
I 108 beati martiri polacchi appartenevano a 18 diocesi e a 22 Congregazioni religiose; di essi 3 erano vescovi, 52 sacerdoti diocesani, 3 seminaristi, 26 sacerdoti religiosi, 7 fratelli professi, 8 suore professe, 9 laici; testimoni in vita e in morte della loro grande fede in Cristo e nella Chiesa Cattolica.
Quasi tutti deportati nei campi di concentramento, tristemente noti come Auschwitz, Dachau, Majdanek, Ravensbrück, Sachsenhausen, dove morirono uccisi dalle guardie dei campi o dalle torture inflitte. Altri morirono in varie prigioni come i cinque giovani laici, capigruppo di Associazioni giovanili salesiane, chiamati poi “i cinque di Poznan”, tutti decapitati nel carcere di Dresda, il 24 agosto 1942.
“I cinque di Poznan” sono stati chiamati così, come se fossero una persona sola, perché giovani poco più che ventenni, vissero insieme uniti nell’Oratorio Salesiano di Poznan e insieme offrirono il sacrificio della loro vita il 24 agosto del 1942, giorno dedicato al ricordo di Maria Ausiliatrice, alla cui materna protezione avevano affidato insieme la loro vita di cristiani.
I loro carnefici li vollero uniti anche nella morte e ne stroncarono la giovane vita sotto la mannaia della ghigliottina, pur essendo in cinque erano un cuor solo nell’amore per Dio e per i fratelli; all’Oratorio avevano ricevuto la stessa formazione e cominciato ad affrontare i più impegnativi ideali della loro vocazione cristiana. Esuberanti nella loro giovinezza, uniti da una fraterna amicizia, animati dalla Grazia di Dio, portarono nelle celle buie del carcere, il sereno clima dell’Oratorio Salesiano, che era nel loro spirito.
Contro di loro vennero imbastite false accuse di aver promosso il tradimento di Stato, travolti loro malgrado dall’odio scatenato dalla guerra ed invasione nazista, furono arrestati tutti nel settembre del 1940, sottoposti a processi senza prove, erano troppo giovani ed innocenti per sapere le oscure trame dei traditori.
Ma per i nazisti la loro condanna e morte doveva essere una durissima lezione per il popolo polacco oppresso; pertanto scelsero come mezzo di esecuzione la ghigliottina, da tempo non più usata, piazzandola nel cortile della prigione del carcere di Dresda, sotto gli occhi inorriditi di tutti i prigionieri e condannati, per aumentare lo sgomento della loro pena.
Un’ora prima dell’esecuzione fu permesso loro di scrivere una lettera di commiato alla propria famiglia e queste lettere, poi raccolte e conservate, provano con quale spirito seppero morire i cinque giovani, come fossero stati dei giovani che si preparavano ad una consacrazione sacerdotale.
I loro nomi che splendono nell’albo dei Beati sono:
Czeslaw Józwiak, nato il 7 settembre 1919
Edward Klinik nato il 21 giugno 1919
Franciszek Kesy nato il 13 novembre 1920
Jarogniew Wojciechowski nato il 5 novembre 1922
Edward Kazmierscki nato il 1° ottobre 1919
Si riporta un brano dell’ultima lettera ai familiari di Edward Kazmierski:
“…Ringraziate il Salvatore, perché ci ha permesso fare la penitenza, rinforzandoci con il Corpo di Cristo, nel giorno di Maria Ausiliatrice. Ringraziate Dio per la sua misericordia senza fine. Mi ha dato la pace. Riappacificato con la santissima volontà me ne vado da questo mondo. Lui è così buono che ci perdonerà. …Arrivederci nel desiderato cielo. Vostro amatissimo figlio e fratello Edward”.
Autore: Antonio Borrelli
Note:
Per segnalare grazie o favori ricevuti per sua intercessione, oppure per informazioni, rivolgersi al Postulatore Generale della Famiglia Salesiana: postulatore@sdb.org
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