Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati



Newsletter
Per ricevere i Santi di oggi
inserisci la tua mail:


E-Mail: info@santiebeati.it


> Home > Sezione Servi di Dio > Servo di Dio Giulio Salvadori Condividi su Facebook

Servo di Dio Giulio Salvadori Docente Universitario

Festa: .

Monte San Savino (Arezzo), 14 settembre 1862 – Roma, 7 ottobre 1928


Un esempio fulgido delle possibilità di evangelizzazione in ogni campo, da parte dei laici; opera messa in luce dal Concilio Vaticano II, con il Decreto sull’Apostolato laico.
Giulio Salvadori nacque a Monte San Savino (Arezzo) il 14 settembre 1862, quarto dei sette figli di Bernardo Salvadori ed Elisa Nenci. Quando Giulio aveva 13 anni, l’agiata famiglia si trasferì a Roma, per dare maggiori possibilità di studio ai figli e qui Giulio frequentò il liceo “Ennio Quirino Visconti”, rivelando un’inclinazione agli studi letterari; si pensi che a soli 15 anni nel 1877, venne pubblicata una sua “Ode a Dio” sulla prestigiosa ‘Rivista romana di scienze e lettere’.
Ma come spesso accade, la frequentazione sui banchi universitari di Roma, col futuro eroe dell’irredentismo di Trieste Guglielmo Oberdan, l’incontro e l’amicizia con Gabriele D’Annunzio, la lettura delle “Odi barbare” di Giosuè Carducci, l’adesione a movimenti letterari d’avanguardia, furono concause del suo allontanamento dalla religione e l’avvicinarsi all’anticlericalismo e allo scientismo, tipico di quasi tutti gli intellettuali dell’epoca.
Lo ‘sbandamento giovanile’ durò dal 1880 al 1884; per un breve periodo si trasferì ad Ascoli Piceno come insegnante del locale liceo; dove conobbe una giovane signora, della quale s’innamorò perdutamente.
Ma la sua sensibilità d’animo ebbe il sopravvento, portandolo ad una crisi di coscienza per quell’amore illecito, che si risolse con il suo ritrovare improvvisamente la fede, il Venerdì Santo del 1885. Dopo di ciò ritornò a Roma, terminando gli studi universitari e ottenendo un posto d’insegnante al Ginnasio di Albano Laziale (Roma) dove rimase fino al 1890, poi insegnò in due licei romani e conseguendo nel 1895 la libera docenza in Letteratura Italiana, presso l’Università di Roma.
Per cinque anni non riuscì ad avere nessun incarico, nell’Italia di quel periodo fortemente anticlericale, perché Giulio Salvadori era dichiaratamente un cattolico praticante. Nel 1900 ebbe la cattedra di Stilistica, che per le pressioni della Massoneria sulle autorità scolastiche, gli venne revocata dieci anni dopo.
Dopo sette anni, nel 1917 gli fu rinnovato l’incarico nella stessa Università di Roma che tenne fino al 1922. Poi finalmente ebbe un riconoscimento della sua cultura e capacità; nel 1923 padre Agostino Gemelli il fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, gli offrì la cattedra di Lingua e Letteratura Italiana, di cui fu il primo docente e nel contempo la presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia; a questi gravosi ma prestigiosi incarichi, fecero seguito l’assegnazione della Cattedra Dantesca e l’insegnamento nell’Istituto Superiore di Magistero, che dipendeva dalla medesima Università Cattolica, suddiviso in due Sezioni a Milano ed a Castelnuovo Fogliano (Piacenza).
Non si sposò e visse sempre modestamente, tutto dedito alle opere di carità ed agli studi; alla sua scuola si formarono personalità di spicco dell’Italia cattolica, come Fanfani, Tecchi, Bontadini, Vian, il cardinale Pellegrino ed il cardinale Giovanni Colombo, divenuti poi arcivescovi di Torino e di Milano.
Ebbe numerosi riconoscimenti per la sua opera di poeta e di critico letterario; amico come già detto di Gabriele D’Annunzio, se ne distaccò culturalmente, dopo il suo ritorno alla fede; ambedue inseguivano le bellezze nella vita e nell’arte, ma Giulio Salvadori a differenza di D’Annunzio, le trovò solo nel seguire Cristo, vera bellezza eterna e vivificante.
Fu sempre compiaciuto d’insegnare il catechismo ai fanciulli del popolo ed a collaborare con tante iniziative sociali e caritative, come l’Opera Nazionale per gli Orfani di Guerra, la ‘Società di S. Girolamo’ per la diffusione del Vangelo e per la musica religiosa popolare, l’”Unione per il bene”, la redazione del periodico “L’ora presente”.
Lo stesso papa san Pio X, gli affidò la revisione linguistica del ‘Catechismo della Dottrina cristiana’, che fu reso obbligatorio in tutte le diocesi italiane. Fu Terziario Francescano dal 4 agosto 1893, prodigandosi al servizio dei poveri e dei sofferenti, e come uomo di cultura si adoperò per mantenere uniti alla Chiesa tanti intellettuali, che in preda alla crisi modernista si erano allontanati; a loro in particolare egli faceva comprendere che la grande civiltà dell’Italia e dell’Europa ha le sue origini nei valori cristiani, come lo dimostrano le grandi figure di santi, le riforme, le dottrine dei secoli scorsi e invece lo smarrimento di queste radici cristiane porta, come profeticamente scrisse, ad “un mondo di violenza e di sopraffazione”.
La sua vena poetica, la sua sensibilità per le cose semplici e naturali, l’amore per Dio creatore, gli fecero scrivere tante opere letterarie e poesie; da una di esse “Dove sei tu?” è tratta la bellissima strofa seguente:
“Spirito onnipotente, dove sei tu?
Nel lampo, nel fulmine non sei:
nel paziente grano del campo
t’adoran gli occhi miei.”


Nell’ottobre 1928 partì da Milano per Roma, dove doveva presiedere la sessione autunnale degli esami di maturità nel liceo “Mamiani”, ma la morte lo colse improvvisamente nella sua antica casa di famiglia, a 66 anni, il 7 ottobre 1928. Venne sepolto nella Basilica di S. Maria Ara Coeli.
La bibliografia che lo riguarda è notevole, indice dello spessore morale, spirituale e professionale di Giulio Salvadori, che si spera venga al più presto elevato agli onori degli altari, come il suo contemporaneo medico e laico s. Giuseppe Moscati (1880-1927), l’avvocato laico beato Giuseppe Tovini (1841-1897) e tanti altri avviati come lui sulla strada della beatificazione, per il loro impegno totale al servizio di Dio, della Chiesa, della Società e dei fratelli, ognuno nel proprio campo professionale e condizione sociale.

Autore: Antonio Borrelli
 


 

Chiamato il “Poeta di Dio”, Giulio Salvadori nasce nel 1862 a Monte San Savino (Arezzo). Quarto di sette figli, Giulio trascorre serenamente l’infanzia assieme alla sua famiglia. Il padre Bernardo è un commerciante e la madre, Elisa Nenci, cura con amore i figli e li educa ai valori cristiani. Spesso li conduce al Santuario della Madonna delle Vertighe della quale è devota. Giulio è un bambino intelligente. Ama i libri e scrive poesie. Nel 1875 il padre si trasferisce con la famiglia a Roma dove apre una macelleria. Giulio sta per laurearsi in letteratura e già insegna in un liceo ad Ascoli Piceno.
Amico dei grandi scrittori Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli, Salvadori è un bravissimo docente che si fa apprezzare e amare dagli alunni. Per Giulio insegnare è una missione. L’importante per lui è far amare lo studio ai ragazzi e aiutarli a diventare adulti. La casa del professor Salvadori, infatti, è sempre aperta per i suoi ragazzi. In questo periodo, però, il giovane insegnante attraversa un momento di crisi religiosa. Si avvicina alle idee sull’evoluzione di Charles Darwin e a quelle anticlericali e anticristiane, frequentando assiduamente il poeta Gabriele D’Annunzio, favorevole all’intervento dell’Italia alla Prima guerra mondiale. Intanto scrive con successo poesie e pubblica articoli sulle riviste più importanti dell’epoca. Il suo cuore si lascia, poi, travolgere da un sentimento proibito: si innamora di una donna sposata con tre figli. Giulio soffre per quest’amore “impossibile”, perché in cuor suo non può sopportare di rendersi responsabile della distruzione di una famiglia.
Frequenta di nuovo la chiesa e sente che solo la fede cattolica lo può salvare dall’infelicità. Torna a Roma, diventa docente universitario di letteratura italiana a La Sapienza e, in seguito, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Le sue poesie diventano famose e papa Pio X gli fa riscrivere il catechismo che ancora oggi viene insegnato in ogni diocesi del mondo. Il poeta diventa terziario francescano e conduce una vita molto semplice, fatta di preghiera e di aiuto rivolto ai poveri. Fonda “l’Unione per il Bene” e, attraverso questa congregazione, il “Poeta di Dio”, come viene chiamato per le sue liriche dedicate al Signore, aiuta i bisognosi umilmente, senza clamore e diffonde, anche tra chi lo deride, i valori cristiani. Il “Poeta di Dio” muore a Roma nel 1928.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

______________________________
Aggiunto/modificato il 2023-09-30

___________________________________________
Translate this page (italian > english) with Google

Album Immagini


Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati