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† Barcellona, Spagna, 4 agosto 1936
Martirologio Romano: A Barcellona sempre in Spagna, beati martiri Giuseppe Batalla Parramòn, sacerdote, Giuseppe Rabasa Bentanachs e Egidio Gil Rodicio, religiosi, della Società Salesiana, che nella stessa persecuzione combattendo per la fede ricevettero la vita eterna.
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Josè Batalla Parramon sacerdote Abella, Spagna, 15 gennaio 1873 - Barcellona, Spagna, 4 agosto 1936 Nacque in Abella (Lérida) il 15 gennaio 1873. Entrò già adulto nella casa salesiana di Sarrià, dove emise i voti religiosi il 7 dicembre 1894. Fu ordinato sacerdote nel 1900. Lavorò sempre in modo discreto, umile e nascosto, ma con grande generosità. Sia per i ragazzi sia per i salesiani fu un sollecito infenmiere. Con lo scoppiare della guerra, questi furono espulsi dal collegio, ma lui chiese di rimanervl per accudire i feriti. In seguito espulso, si allontanò con il Sig. José Rabasa e, dopo alcuni giorni passati dormendo per le strade, i due salesiani riuscirono ad avere un passaporto per uscire dal paese, ma furono riconosciuti e poi uccisi in mezzo alla strada.
Josè Rabasa coadiutore Noves, Spagna, 26 luglio 1862 - Barcellona, Spagna, 4 agosto 1936 Nato a Noves (Lérida) il 26 luglio 1862. Entrò come cuoco nella casadi Sarrià (Barcellona), ma poi chiese di farsi salesiano; emise i voti come coadiutore nel 1892. Finché la salute glielo consentì fu lui a portare avanti i lavori in cucina. Fu allora mandato a Villena (Alicante), rientrando a Samà più tardi, già anziano. All'inizio della guerra civile chiese di fermarsi con Don José Batalla per aiutarlo nell'Infermeria, ma dovette fuggire e poi seguì la stessafine del suo confratello sacerdote. Aveva 74 anni.
Gil Rodicio Rodicio coadiutore Requejo, Spagna, 20 marzo 1888 - Barcellona, Spagna, 4 agosto 1936 Nacque a Requejo (Orense) il 20 marzo 1888 in una famiglia molto cristiana. Dalla Galizia arrivò a Sarria (Barcellona) per professare come salesiano coadiutore nel 1908. Passò per diverse case dell'ispettoria, fermandosi poi a Sarria come Incaricato della panetteria. Fu un uomo generoso, sacrificato, semplice e gentile. Quando fu espulso dal Collegio, con l'inizio della guerra civile, si rifugiò presso un ex allievo. Con una certa Ingenuità mise il proprio indirizzo in una lettera inviata alla sua famiglia; l'informazione arrivò ai miliziani e fu arrestato. Fu ucciso nel primi giorni di agosto del 1936.
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