Don Silvio Galli nasce il 10 settembre 1927 a Palazzolo Milanese (MI) da Giuseppe Galli e Luigia Carcano, primo di otto fratelli. Battezzato il 12 settembre 1927, viene cresimato il 3 ottobre 1938 dal beato card. Alfredo Ildefonso Schuster. Finite lodevolmente le elementari, frequenta il ginnasio presso l’Istituto salesiano “Sant’Ambrogio” di Milano. Terminato il noviziato a Montodine (CR), emette la prima professione come salesiano l’11 settembre 1943 e quella perpetua nel 1949. Dopo gli studi filosofici a Nave (BS) e quelli di teologia a Milano e a Bollengo (TO), viene ordinato sacerdote il 1° luglio 1953. Durante il tirocinio pratico a Varese, stringe una profonda amicizia spirituale con Domenichino Zamberletti, un ragazzino morto in concetto di santità.
Destinato alla casa di Bologna, consegue la laurea in Lettere e dal 1959 fino al termine della vita sarà a Chiari (Brescia), dedicandosi nei primi anni all’insegnamento degli aspiranti alla vita salesiana e poi, con il passare degli anni, sempre più nel servizio generoso ai poveri, agli immigrati, ai carcerati, a chi ha fame, a chi non ha casa, ai tossicodipendenti, agli alcolisti, ai malati di mente, a variegate forme di povertà materiale, spirituale e morale. Nell’accoglienza di numerosissime persone esercita il ministero dell’ascolto, della consolazione, della riconciliazione e dell’esorcismo.
Anima e cura la formazione dei Salesiani Cooperatori, dei soci dell’ADMA, degli Exallievi di Don Bosco e di numerosi volontari che collaborano alla sua opera caritativa. Con l’aiuto di generosi volontari e benefattori fonda il centro d’accoglienza “Auxilium”. Con la vita e la parola insegna a scoprire e a servire Cristo nei poveri, testimoniando la carità del Buon Pastore.
Don Galli, sempre a disposizione nell’antico chiostro quattrocentesco di San Bernardino, è stato fino all’ultimo assediato da un’umanità dolente in cerca di conforto, di consiglio e di preghiera: per tutti, senza tregua, in ogni istante della sua vita, ha donato la parola giusta, l’assicurazione della preghiera, la benedizione di Maria Ausiliatrice, la consolazione dello Spirito Santo.
Così si presentava: “Io non sono che un povero prete, non ho altro che la veste sacerdotale che indosso. Meraviglia anche me che tutte le persone afflitte da problemi, a volte irrisolvibili, si rivolgano a me. Do la mia benedizione anche alle loro famiglie, poi li mando via con la convinzione che se pregheranno e lo faranno con fede i loro problemi si risolveranno”. “Solo con la preghiera, potentissima arma, con la fede nella Madonna e nel suo figlio Gesù, a volte si risolvono questi problemi”.
Conclude la sua vita terrena il 12 giugno 2012, circondato da una diffusa fama di santità e di segni che con gli anni va crescendo tra persone di ogni ceto sociale, che riconoscono in lui un uomo di Dio, un autentico devoto di Maria Ausiliatrice, un vero Figlio di Don Bosco, confermando così la sua promessa: “Appena giungo in Paradiso mando una cesta piena di grazie a tutti coloro che mi hanno conosciuto”. Un giovane ha testimoniato: “Don Galli: una guida, un maestro, un amico, un gigante della fede. Per tutti noi non ha lasciato impronte sulla sabbia, bensì un cammino di luce sulla strada per l'Eternità”.
Il 12 giugno 2019, VII anniversario della nascita al cielo di don Silvio Galli, è stato ufficialmente presentato al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, il Supplex libellus, cioè l’istanza ufficiale con la quale la Congregazione Salesiana chiede l’apertura dell’Inchiesta diocesana sulle virtù, la fama di santità e di segni di don Silvio Galli, Sacerdote Professo della Società di san Francesco di Sales.
Note:
Coloro che ricevessero grazie o favori per intercessione del Servo di Dio Silvio Galli sono pregati di segnalarlo a postulazione@sdb.org
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