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Sant' Agostino di Canterbury Vescovo

27 maggio - Memoria Facoltativa

† 26 maggio 604

Abate benedettino a Roma, fu invitato da San Gregorio Magno ad evangelizzare l'Inghilterra, ricaduta nell'idolatria sotto i Sassoni. Qui fu ricevuto da Etelberto, re di Kent che aveva sposato la cattolica Berta, di origine franca. Etelberto si convertì, aiutò Agostino e gli permise di predicare in piena libertà. Nel Natale successivo al suo arrivo in Inghilterra, più di diecimila Sassoni ricevettero il battesimo. Il Papa inviò altri missionari e nominò arcivescovo e primate d'Inghilterra Agostino, che cercò di riunire la Chiesa bretone a quella sassone senza riuscirci perché troppo forte era il rancore dei bretoni contro gli invasori sassoni. Suo merito però è stato quello di aver convertito quasi tutto il regno di Kent.

Etimologia: Agostino = piccolo venerabile, dal latino

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: Sant’Agostino, vescovo di Canterbury in Inghilterra, che fu mandato dal papa san Gregorio Magno insieme ad altri monaci a predicare la parola di Dio agli Angli: accolto con benevolenza da Edilberto re del Kent, imitò la vita apostolica della Chiesa delle origini, convertì il re e molti altri alla fede cristiana e istituì in questa terra numerose sedi episcopali. Morì il 26 maggio.
(26 maggio: A Canterbury in Inghilterra, deposizione di sant’Agostino, vescovo, la cui memoria si celebra domani)

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Pronunciare il proprio sì al Signore significa anche accettare di essere inviati là dove non si vorrebbe andare, se a chiedertelo è il Papa in persona. Lo sa bene Agostino, che passa così dalla sua vita tranquilla di priore del Monastero benedettino di Sant’Andrea al Celio, a Roma, a intraprendere un lungo viaggio verso terre sconosciute e per di più ostili. Ma Agostino ha fatto, tra gli altri, il voto dell’obbedienza.

Lo stato delle cose, al di là del mare
Non era dei migliori il contesto della Britannia tra il quinto e sesto secolo. Precedentemente cristianizzata dai missionari celti peninsulari che avevano fatto un ottimo lavoro con i Bretoni, questi erano stati poi cacciati dall’arrivo di Sassoni, Angli e Juti, popoli germanici pagani che iniziano a invadere questo territorio a partire dal 596. I Bretoni, rifugiatisi tra le montagne del Galles, erano a loro volta ricaduti nell’idolatria. Tuttavia il re juto del Kent, Etelberto, che era riuscito a estendere la sua influenza nell’Essex, nel Sussex e nell’Est Anglia – tutte terre assoggettate dai Sassoni – non si mostra ostile al cristianesimo, tanto da sposare Berta, una principessa cristiana figlia del re di Parigi, e acconsente perfino alla richiesta di lei di costruire una chiesa cristiana nel Kent. Papa San Gregorio Magno, dunque, capisce che i tempi sono maturi per una nuova evangelizzazione di queste terre. Rimasto colpito dalla bellezza e dalla mitezza di alcuni schiavi angli portati a Roma, tanto da averli paragonati ad angeli, concepisce l’idea di creare in Inghilterra una nuova Chiesa dipendente da quella di Roma, come già era quella francese, e di usare proprio la Francia come trampolino di lancio.

Inizia il viaggio: la tappa francese
Per portare a termine questo incarico, il Pontefice decide di mettere a capo di 40 monaci il benedettino Agostino, che all’epoca è priore del convento sul Celio a Roma. Non è certamente il coraggio la sua principale caratteristica, ma sicuramente lo sono l’umiltà e la docilità: infatti dice subito di sì. La spedizione parte nel 597 e fa tappa in Francia, nell’isola di Lérins. Qui i monaci, accolti nei monasteri della zona, ascoltano i racconti spaventosi di ogni nefandezza commessa dalle popolazioni in cui stavano per immergersi, tanto che Agostino ha paura, torna immediatamente dal Papa e lo scongiura di cambiargli incarico. San Gregorio Magno non molla: per incoraggiarlo lo nomina abate e appena questi torna in Gallia lo consacra anche arcivescovo di Arles. Finalmente il viaggio riprende e i monaci sbarcano in Inghilterra, sull’isola di Thenet.

L’evangelizzazione della Britannia
Ad accogliere la comunità di monaci ci sono il re del Kent e la consorte, cristiana, che li accompagnano fino a Canterbury, città a metà tra Londa e il mare, scelta come luogo di partenza della nuova missione: portare la Parola di Dio tra gli Angli. All’inizio la resistenza della gente è tanta, perciò Agostino sceglie una via di evangelizzazione più morbida, disponibile ad accogliere alcune tra le più radicate tradizioni pagane. Sarà un successo. In appena un anno sono oltre diecimila i Sassoni battezzati, praticamente l’intero regno del Kent, compreso il re (che un giorno sarà Santo) che ora appoggia Agostino apertamente. Il Papa, per ringraziarlo, nel 601 gli manda il pallio e lo costituisce Metropolita d’Inghilterra. Prima di riposare per l’eternità, Agostino riesce a consacrare altre due sedi vescovili oltre a quella di Canterbury: Londra e Rochester, i cui presbiteri sono rispettivamente Mellito e Giusto. Alla sua morte, nel 604, viene seppellito a Canterbury, nella chiesa che ora porta il suo nome ed è venerato da cattolici e anglicani.

Fonte: Vatican News
 


 

A volte il coraggio manca e si prova paura di fronte ai pericoli, tanto da indurre alla rinuncia e alla fuga. Fa parte della fragilità umana. Anche i santi hanno sperimentato questo sentimento, come Sant’Agostino di Canterbury, nato a Roma nel 534 d.C. circa, priore del monastero romano di Sant’Andrea sul Celio. Il re sassone del Kent (Inghilterra) Etelberto, pur essendo pagano, sposa Berta, cristiana cattolica, figlia del re dei Franchi, il merovingio Cariberto. Il sovrano è buono e asseconda i desideri della moglie che gli fa costruire una chiesa a Canterbury, capitale del suo regno, dedicata a San Martino di Tours, patrono dei Merovingi. Etelberto è talmente affascinato dalla religione di Berta da inviare al papa in persona la richiesta di mandare in Inghilterra dei missionari da Roma.
Papa Gregorio I, detto Magno (futuro santo), affida questa importante missione all’umile e docile Agostino e ai suoi monaci benedettini. Agostino ubbidisce a malincuore e, titubante, si mette in viaggio. Arrivato in Provenza (Francia), però, torna indietro perché impressionato dai racconti sui Sassoni, descritti come bellicosi e crudeli. A Roma, papa Gregorio Magno convince il pauroso Agostino, che intende rinunciare all’incarico, a ripartire; lo incoraggia e gli dice che è lo stesso re anglosassone Etelberto, marito della cattolica Berta, ad avergli chiesto di inviare religiosi. Agostino ascolta le parole del pontefice e, rincuorato, assieme a quaranta monaci, raggiunge l’isola britannica di Thanet. Qui lo accoglie il re del Kent Etelberto in persona, su consiglio della moglie Berta, e lo accompagna nella capitale del regno sassone, a Canterbury, affidandogli la Chiesa di San Martino di Tours.
In seguito la missione dei monaci si dimostra talmente efficace (poiché essi con il loro esempio “praticavano quello che predicavano”), che nel Natale successivo lo stesso re sassone e più di diecimila sudditi si fanno battezzare. Il missionario benedettino viene nominato Primo Arcivescovo di Canterbury, suggestiva città medievale, prima diocesi cristiana della Gran Bretagna, ancora oggi considerata il centro della cristianità inglese. Agostino, su indicazione di papa Gregorio Magno, fonda altre sedi vescovili a Londra e a Rochester, consacrando vescovi i monaci Mellito e Giusto. Muore nel 604 e viene sepolto nell’Abbazia Santi Pietro e Paolo di Canterbury, ora a lui intitolata.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-05-08

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