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Beato Bernardino da Feltre Religioso

28 settembre

Feltre, 1439 - Pavia, 28 settembre 1494

Al secolo Martino Tomitano, studente a Padova, entrò nell’ordine francescano nel 1456. Divenne sacerdote nel 1463. Cominciò il ministero della predicazione nel 1469 a Mantova e dal 1471 divenne noto e ricercato. Anche con il rischio di perdere la vita e attirandosi l’inimicizia dei governanti, combatté la licenziosità e l’usura, adoperandosi negli ultimi dieci anni per l’istituzione di Monti di Pietà.

Etimologia: Bernardino = ardito come orso, dal tedesco

Martirologio Romano: A Pavia, beato Bernardino da Feltre (Martino) Tomitano, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che riportò ovunque buona messe dalla sua predicazione, istituì contro l’usura i cosiddetti Monti di Pietà e, uomo di pace, fu chiamato dal papa Sisto IV a ricomporre le discordie civili.


Detto comunemente Bernardino da Feltre dalla città dove vide la luce nel 1439, primogenito del nobile e facoltoso Donato Tomitano e di Corona Rambaldoni, cugina del celebre educatore Vittorino, il beato fu battezzato col nome di Martino. Assunse quello di Bernardino in onore dell'apostolo senese, di cui rinnovò la prodigiosa attività di predicatore, entrando il 14 maggio 1456, a Padova, tra i Frati Minori Osservanti della provincia veneta.
Fanciullo d'ingegno precoce, avido di letture, fece rapidi progressi negli studi umanistici, tanto che a undici anni leggeva e parlava il latino con facilità. Gli furono maestri il Guarino Veronese, Damiano da Pola e Giacomo da Milano. Studente di diritto a Padova, era ammirato da tutti per la serietà della condotta e l'intelligenza. Già aveva interpretato come segni ammonitori del cielo la morte repentina e immatura di tre suoi professori universitari, Zaccaria Pozzo, il Romanello e Giacomo de' Zocchi, dai quali il giovane Martino era singolarmente amato, quando predicò nella città il francescano Giacomo della Marca, discepolo di Bernardino da Siena. La sua parola finì per convincerlo e Bernardino prese l'abito dei Minori, compiendo un rigoroso noviziato nel piccolo convento di S. Orsola, fuori le mura della città. Invano il padre andò a trovarlo per distoglierlo dal proposito: Bernardino, infatti, lo persuase che quella era la sua vocazione. Finito il corso di teologia a Venezia, fu ordinato sacerdote nel 1463. Dopo aver insegnato grammatica per alcuni anni, il capitolo provinciale veneto lo nominò predicatore. Da quell'anno (1469) fino alla morte non cessò di predicare e percorse l'Italia centro-settentrionale (come limiti geografici si possono segnare approssimativamente Trento-Milano e L'Aquila-Roma) molte volte, a piedi scalzi, trovandosi spesso in frangenti difficili per le awerse condizioni atmosferiche, la fame, i pericoli di guerre, le espulsioni da parte di prinGipi, I'odio degli usurai e degli ebrei, e perfino per l'indiscreto zelo di devoti, che minacciavano di calpestarlo quando non era protetto da armigeri. Bernardino tenne ventitré Quaresime, cioè una ogni anno, a partire dal 1470, eccetto il 1472 (era infermo). Stupiva i contemporanei che un uomo così fragile come Bernardino potesse avere tanta resistenza agli strapazzi: egli era di statura esigua, amava firmarsi nelle lettere piccolino, di salute delicata, spesso ammmalato e minato dalla tisi che lo condusse a morte.
Le sue prediche attiravano uditori senza numero e se lo contendevano le città più illustri, ricorrendo anche al papa per averlo. Qualcosa di certo sul modo e sui temi della sua predicazione si può ricavare dal quaresimale di Padova del 1493 e dall'Avvento di Brescia dello stesso anno, conservatici dal francescano Pernardino Bulgarino, che fu suo compagno. Bernardino è parlatore vivo: come Bernardino da Siena, dialoga col popolo, racconta spigliatamente, lancia argute sferzate che vanno al segno. Lotta contro gli sfacciati costumi delle donne, le ingiustizie legali, le usure; esorta ai Sacramenti, alla devozione alla Madonna (della quale difende apertamente l'immacolato concepimento), all'amore per il prossimo, specialmente verso i poveri indifesi.
Promotore dei Monti di Pietà (ne aprì a Mantova nel 1484, a Padova nel 1491, a Crema e Pavia nel 1493, a Montagnana e Monselice nel 1494), nonostante la forte opposizione della maggior parte dei suoi confratelli, sostenne, da esperta giurista, che era lecito esigere il pagamento di un modesto interesse sul mutuo, necessario al funzionamento della organizzazione bancaria. Contro l'usura fu inflessibile. Una grave lotta sostenne a Trento nel 1476 quando accusò gli ebrei di strozzinaggio e al fondo della sua drammatica cacciata da Firenze, in una notte della Quaresima del 1488, ci fu il risentimento della Signoria contro quel frate, debole di corpo ma coraggioso d'animo, che aveva denunziato le angherie fatte alla povera gente da prestatori senza coscienza. In nessun caso Bernardino fuggì le responsabilità del suo ministero: fu cacciato da Milano dal duca Ludovico il Moro (1491) perché aveva confutato in pubblico dibattito un astrologo, favorito del principe. A Padova, durante la peste del 1478, continuò a predicare, sebbene ne fosse più volte sconsigliato, perché nell'assembramento della gente poteva più facilmente propagarsi il contagio; egli invece mirava a rincuorare tutti, a spronare i sani affinché si dedicassero alla cura degli ammalati, dando egli stesso l'esempio negli ospedali, nelle case private, fino ad essere contagiato dal male. Vicario provinciale dei Minori osservanti veneti al tempo delI'interdetto lanciato dal papa Sisto IV contro la repubblica (1483), pur dolendosi dell'infelice sorte spirituale della patria, obbedì al Sommo Pontefice e comandò a tutti i frati dipendenti di lasciare i conventi, provvedendo però a farne rimanere qualcuno per l'indispensabile servizio religioso. Per questo ebbe l'esilio perpetuo dal doge, come ribelle, con un decreto, revocato peraltro nel 1487. Bernardino incontrò sereno la morte a Pavia il 28 settembre1494, avendo interrotto pochi giorni prima del trapasso la predicazione, a causa dell'aggravarsi del male. Venerato subito dal popolo, il suo culto fu confermato nel 1654 per l'Ordine francescano e le diocesi di Feltre e Pavia. I Minori ne celebrano la festa il 28 settembre.


Autore:
Giacomo V. Sabbatelli


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2001-02-02

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