sec. III-IV
È senz'altro la santa più famosa di Spagna. La tradizione identifica in Eulalia una martire bambina. La sua morte sarebbe infatti avvenuta all'età di soli dodici anni a Mérida, in Spagna appunto, durante la persecuzione di Diocleziano, nell'inverno del 304. Di famiglia cristiana, Eulalia era stata nascosta dai parenti in una casa lontana dalla città e dalla persecuzione. Ma, forte della sua fede, la fanciulla fuggì di casa, attraversò la campagna gelata a piedi scalzi, giunse in città e si presentò al tribunale, dove la sua unica parola fu: «Credo». Ai persecutori quella parola echeggiò come una bestemmia. Dopo essere stata a lungo torturata crudelmente e orribilmente mutilata, fu posta sopra un braciere. La tradizione narra che sul luogo della sepoltura sbocciarono dei fiori bianchi, nonostante fosse pieno inverno. (Avvenire)
Etimologia: Eulalia = donna eloquente, ben parlante, dal greco
Emblema: Giglio, Palma
Martirologio Romano: A Mérida in Spagna, santa Eulalia, vergine e martire, che, come si tramanda, ancor giovane, non esitò a offrire la propria vita per testimoniare la fede in Cristo.
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Possiamo udire i versi che un poeta moderno, Federico Garcia Lorca, ha dedicato alla Santa più celebre del giorno, Eulalia martire:
Nel gemere, la santa bambina Spezza il cristallo delle coppe. La ruota affila coltelli E uncini di curva acuta. Un flotto di vene verdi Sboccia dalla sua gola. Per terra, ormai senza guida, Soltanto le sue mani tagliate Che ancora possono incrociarsi . In tenue preghiera decapitata.
Ci voleva uno spagnolo, e un poeta come Garcia Lorca, per parlare con commosso affetto della Santa forse più popolare e più commovente della Spagna, il tenero fiore di Merida: un fiore bianco macchiato di rosso, bianco d'innocenza e rosso di sangue. Il martirio di Sant'Eulalia avvenne a Mérida, in Spagna, durante la persecuzione di Diocleziano, nell'inverno del 304. Eulalia, la " santa bambina ", a cui la tradizione attribuisce l'età di dodici anni, era di famiglia cristiana, ed era stata nascosta dai parenti in una casa di campagna, lontana dalla città e dai pericoli della persecuzione. Ma la fanciulla cristiana non accettò quella pavida sicurezza. Fuggì di casa, attraversò la campagna gelata, e a piedi scalzi, lacerati dal gelo, giunse in città e si presentò al tribunale. Eulalia, in greco, significava " dalla bella parola ". Ma le parole della fanciulla non furono varie né adorne. Pronunziò anzi una parola so. la, fermissima e definitiva: la parola " credo ". Nel tribunale dei persecutori, quella parola echeggiò come una bestemmia. L'adolescente spagnola fu posta così alla più crudele delle torture. Il suo corpo, acerbo di anni e livido per il freddo, fu straziato con ferri e uncini. Il petto e i fianchi furono mutilati e tormentati, gli arti amputati. Sulla sua pelle di neve corsero rivoli di sangue. Non sorprende che il racconto del suo martirio, sempre più colorito dal passare del tempo, abbia commosso, in Spagna, secoli di fedeli, e ispirato generazioni di poeti, dai più antichi ai contemporanei. E questi raccontano come, alla morte di Eulalia, asfissiata su un braciere, dal rosso nido della sua bocca s'alzasse a volo una candida colomba, portando altissima l'anima immacolata della fanciulla. E bianca sarà poi la neve che coprirà pietosa il corpo della Martire, gettato in abbandono; bianchi saranno i fiori che prodigiosamente, d'inverno, sbocceranno sulla sua sepoltura. Bianca, finalmente, sarà la chiesa che si leverà sulle sue reliquie. Perciò, in Spagna, nella poetica e quasi sensuale fantasia del popolo devoto, Sant'Eulalia è restata la Martire tutta bianca, macchiata di rosso: due colori netti e insostituibili, quello della purezza e quello dell'amore, tra i tanti che compongono l'arcobaleno della santità.
Fonte:
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Archivio Parrocchia
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