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San Teofane Martire

12 marzo

† Samotracia, 12 marzo 817

Pur essendo nato in una famiglia ricca e avviato a una vita matrimoniale e politica, fin dalla giovinezza sentì una forte vocazione per la preghiera e la vita monastica, che lo spinse a rifiutare il fidanzamento imposto, a distribuire la sua fortuna ai poveri e a vagare in solitudine per le terre e le isole greche, dedicandosi alla contemplazione e alla difesa del culto delle immagini sacre, anche contro l'imperatore e i patriarchi iconoclasti. La sua tenacia e il suo amore per la preghiera lo portarono all'esilio nell'isola di Samotracia, dove morì il 12 marzo 817.

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Sigriana in Bitinia nel monastero di Campogrande, nell’odierna Turchia, deposizione di san Teofane, detto il Cronografo, che, da ricchissimo fattosi povero monaco, in quanto cultore delle sacre immagini fu tenuto in carcere per due anni dall’imperatore Leone l’Armeno e poi deportato a Samotracia, dove morì di stenti.


San Teofane potrebbe essere considerato come uno dei non pochi esempi di santità votata alla preghiera e nello stesso tempo conquistatrice della preghiera. In effetti niente potè arrestare il suo desiderio di abbracciare nella vita monastica preghiera e silenzio. Né la ricchezza familiare ereditata, né il fidanzamento imposto e sublimato, né il matrimonio; neppure le lusinghe della politica e il non breve addestramento militare.
A un certo momento della vita ottenne l'ordinazione sacerdotale e da allora vagò "nel silenzio" della terraferma e delle isole greche, spesso rifiutando le proposte di direzione delle comunità monastiche che lo accettavano o che egli stesso andava fondando. E' vero: gli rimase tempo di essere anche generoso coi fratelli. In effetti tutta la sua cospicua fortuna ereditata venne assai rapidamente distribuita ai poveri.
La commemorazione liturgica di S. Teofane ricorre il 12 marzo: nello stesso giorno dell'817 egli infatti morì nell'isola Samotracia dell'Egeo dove era stato esiliato quale conseguenza del suo costante rifiuto dell'iconoclastia. Egli sempre infatti, coerente col suo grande bisogno di preghiera e di contemplazione, difese il culto delle immagini anche contro imperatore e qualche patriarca che andarono scatenando, particolarmente in quei tempi, varie ondate iconoclastiche.
Come è noto Samotracia è famosa nella storia della scultura per un'opera "eterna" oggi esposta al Louvre: la "Vittoria alata". Ecco: proprio in quell'isola Teofane tagliò l'ultimo traguardo della sua vita vittorioso sulle ali della preghiera.


Autore:
Mario Benatti

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Aggiunto/modificato il 2001-06-02

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