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Santa Matrona di Tessalonica Martire

25 marzo

III-IV sec.

Originaria di Tessalonica, Matrona era ancella di una dama ebrea di nome Pausila, il cui marito età un alto ufficiale (stratopedarca), ed era solita accompagnare la padrona alla sinagoga, e recarsi quindi alla chiesa dei cristiani. Sorpresa a fare ciò, fu dapprima frustata poi rinchiusa in una segreta per quattro giorni, senza alcun cibo. Dopo nuovi tormenti fu rinchiusa un’altra volta e morì. Per evitare un’accusa di assassinio Pautilla avrebbe portato il corpo di Matrona su una roccia fuori città per gettarlo di sotto e far così credere ad un incidente. Non è fornita alcuna precisazione cronologica che permetta di datare l’avvenimento. I sinassari bizantini concludono la notizia dicendo che il vescovo di Tessalonica, Alessandro, avrebbe in seguito portato le spoglie di Matrona dentro le mura della città ed avrebbe fatto costruire una chiesa per deporvele.

Martirologio Romano: A Salonicco nella Macedonia, ora in Grecia, santa Matrona, martire, che, serva di una Giudea, mentre adorava Cristo di nascosto, fu scoperta dalla sua padrona e punita con vari supplizi; infine fu percossa a morte e, professando la sua fede in Cristo, rese incorrotto lo spirito a Dio.


La storia di Matrona, ancella di una dama ebrea di Tessalonica, emerge dai sinassari bizantini, componendo un affresco di fede incrollabile e tragico martirio. La sua vicenda, narrata con sobria eleganza, si dipana tra il III e il IV secolo, avvolta nel mistero di una datazione precisa.
Matrona, anima cristiana in terra di diaspora, accompagna la padrona Pausila alla sinagoga, nutrendo in segreto la sua fede nella Chiesa. Scoperta, subisce la frusta e la segregazione, resistendo con tenacia alle pressioni per abiurare. La sua fede incrollabile la conduce a una seconda reclusione e infine alla morte.
Pausila, per sfuggire all'accusa di omicidio, inscena un incidente: getta il corpo di Matrona da una roccia fuori città. Ma la tragedia si tinge di ironia: Pausila stessa precipita e muore.
Il vescovo Alessandro di Tessalonica recupera le spoglie di Matrona, le porta dentro le mura cittadine e le onora con la costruzione di una chiesa. La sua memoria si diffonde: il Sinassario Alessandrino e la traduzione geez ne commemorano il martirio, mentre in Occidente Floro, Adone, Usuardo e Baronio la includono nei loro martirologi, fissando la sua festa al 15 marzo.
Il Martirologio Geronimiano, pur frammentario, la celebra il 25 marzo, mentre il Martirologio Siriaco del IV secolo non ne conserva traccia.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-02-20

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