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Santi Martiri di Persia

5 aprile

† 344

Nella Persia del IV secolo, sotto il regno di Sapore II, i cristiani subirono una feroce persecuzione. Tra le vittime di questa ondata di terrore spiccano i Santi Martiri di Persia, un gruppo di centoventi uomini e donne di diverse classi sociali che, il 5 aprile del 344 d.C., sacrificarono la propria vita per rimanere fedeli a Cristo. Rifiutandosi con fermezza di abiurare la propria fede e di adorare il fuoco, simbolo religioso zoroastriano, questi coraggiosi cristiani furono condannati a morte dal re. La loro condanna fu esemplare: bruciati vivi, offrirono la loro testimonianza suprema di fronte a un potere tirannico.

Martirologio Romano: Nello stesso luogo, commemorazione di centoundici uomini e nove donne, martiri, che, radunati da varie parti nelle città regie di Persia, essendosi rifiutati con fermezza di rinnegare Cristo e adorare il fuoco, per ordine dello stesso re furono dati al rogo.


Nel Martirologio Romano, il 5 aprile si celebra la memoria di un gruppo di centoventi martiri, tra cui nove donne, che persero la vita in Persia durante il IV secolo. La loro storia, avvolta nel mistero e ricca di fascino, ci offre uno spaccato della vita dei cristiani in un periodo di persecuzioni e ci invita a riflettere sulla forza della fede e sul coraggio di fronte al martirio.

Contesto storico

La Persia del IV secolo era un regno dominato dalla religione zoroastriana. Il sovrano, Sapore II, era un fervente seguace di questa fede e considerava il Cristianesimo una minaccia per il suo potere e per l'unità del regno. Di conseguenza, diede inizio a una serie di persecuzioni contro i cristiani, che si intensificarono nel 344 d.C.

Le vicende dei Martiri
I Santi Martiri di Persia provenivano da diverse parti del regno e appartenevano a diverse classi sociali. Erano uomini e donne, giovani e vecchi, laici e religiosi. Tutti, però, erano uniti dalla loro fede in Cristo.
Furono arrestati e radunati nelle città regie. Sottoposti a pressioni e torture, li si esortava a rinnegare Cristo e ad adorare il fuoco, simbolo sacro dello zoroastrismo. Ma i Santi Martiri rimasero fermi nella loro fede, dimostrando una tenacia e un coraggio ammirevoli.
Di fronte alla loro incrollabile resistenza, il re Sapore II ordinò che fossero dati alle fiamme. Il loro martirio fu atroce, ma la loro fede li sostenne fino all'ultimo istante.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-02-29

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