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San Dunstano Monaco e vescovo

19 maggio

Baltonsborough, Somerset, 910 c. - 19 maggio 988

Nasce a Baltonsborough, nella contea di Somerset, intorno al 910. Ancora fanciullo è affidato all'abbazia di Glastonbury, tenuta da sacerdoti secolari. Nel 925 suo zio Atelmo, arcivescovo di Canterbury, lo introduce nella corte di Atelstano. Ne viene cacciato dieci anni dopo per le accuse di consanguinei invidiosi. Spinto da uno zio, sant'Elfego, vescovo di Winchester, Dunstano decide di farsi monaco durante una grave malattia. Emessi i voti monastici a titolo puramente personale, perché il monachismo è pressocché scomparso dall'isola, e ordinato poco dopo sacerdote assieme all'amico sant'Etelvoldo, va già progettando la restaurazione della vita monastica, quando nel 943 il nuovo re Edmondo lo nomina abate di Glastonbury. In 15 anni, Dunstano fa di questa abbazia il centro del nuovo monachismo benedettino in Inghilterra. Degli oppositori, però, inducono il nuovo re, Edwig, sedicenne, ad espellerlo dall'isola. Due anni dopo, nel 958, il nuovo re Edgaro il Pacifico lo richiama in patria e gli affida la sede di Worcester (958), poi quella di Londra (959) e finalmente la sede primaziale di Canterbury (960). Dopo aver fatto fiorire la riforma del monachesimo inglese, muore il 19 maggio 988. (Avvenire)

Patronato: Ciechi, Fabbri

Emblema: Bastone pastorale, Pinze

Martirologio Romano: A Canterbury in Inghilterra, san Dunstano, vescovo, che, dapprima abate di Glastonbury, rinnovò e propagò la vita monastica e nella sede episcopale di Worcester, poi di Londra e, infine, di Canterbury si adoperò per promuovere la concordia dei monaci e delle monache prescritta dalla regola.


Nacque a Baltonsborough, nella contea di Somerset, intorno al 910, da nobile famiglia, imparentata con quella reale e che aveva già dato tre vescovi. Ancora fanciullo fu affidato all'abbazia di Glastonbury, tenuta da sacerdoti secolari. Vi ricevette una buona formazione non solo nelle lettere, ma anche nelle arti della pittura, miniatura, oreficeria e nel suono dell'arpa. La tradizione gli attribuisce il Kirie, Rex splendens, il VII dell'ed. Vaticana.
Nel 925 suo zio Atelmo, arcivescovo di Canterbury, lo introdusse nella corte di Atelstano (92439). Ne fu cacciato dieci anni dopo per le accuse di consanguinei invidiosi; pensava di sposarsi, ma un altro zio, s. Elfego, vescovo di Winchester, insisteva perché si facesse monaco. Dunstano prese questa decisione durante una grave malattia che lo portò sull'orlo della tomba. Emessi i voti monastici a titolo puramente personale, perché il monachismo era pressocché scomparso dall'isola, e ordinato poco dopo sacerdote assieme all'amico s. Etelvoldo, andava già progettando la restaurazione della vita monastica, quando nel 94345 il nuovo re Edmondo (939-46) lo nominò abate di Glastonbury. In quindici anni, Dunstano fece di questa abbazia il focolare del nuovo monachismo benedettino in Inghilterra, una fucina di abati e di vescovi. Di là egli influiva anche sulla politica religiosa di Edmondo e del suo successore Edred (946-55). Non mancavano però degli oppositori, i quali indussero il nuovo re, lo scostumato Edwig (955-58), sedicenne, ad espellerlo dall'isola. Allora Dunstano fu ospite del monastero di S. Pietro a Gand, di recente riformato da Cluny, sicché poté arricchirsi anche di quest'altra esperienza monastica. Due anni dopo, nel 958, il nuovo re Edgaro il Pacifico (957-75) lo richiamò in patria e gli diede la sede di Worcester (958), poi quella di Londra (959) e finalmente la sede primaziale di Canterbury (960).
In qualità di primate Dunstano, nel 961, consacrò vescovo di Worcester s. Osvaldo, già monaco di Fleury, e nel 963 vescovo di Winchester s. Etelvoldo. E così tre grandi vescovi provenienti dal monachismo erano alla testa della riforma monastica dell'isola, che in questo tempo toccò il suo apogeo con una trentina di monasteri maschili e sei femminili. Per impedire che la diversità delle consuetudini e l'ingerenza dei laici provocassero divisioni e contrasti, il concilio di Winchester del 975 ca. promulgò la Regularis concordia Anglicae nationis monachoram sanctimonialiumque, opera di s. Etelvoldo, ma composta sotto l'influsso dell'esperienza monastica di Dunstano il quale continuava anche ad influenzare la politica religiosa del re Edgaro e poi quella del successore s. Edoardo il Martire. Dopo l'assassinio di questi, Dunstano, vecchio ormai, si limitò alla cura della diocesi.
I biografi ce lo mostrano occupato nell'istruzione religiosa del suo popolo, nell'esercizio della giustizia ecclesiastica e nelle opere di misericordia, ma soprattutto nella preghiera liturgica e privata; unico svago la correzione di qualche manoscritto. Morì il 19 maggio 988 e fu sepolto nella cattedrale di Canterbury. Numerosi miracoli gli furono attribuiti in vita e ancor più dopo la morte, sicché il culto verso di lui si diffuse rapidamente. "Ci volle la gloria di s. Tommaso Becket, l'arcivescovo martire, per eclissare quella del grande riformatore del sec. X" (Vies des Saints, V, p. 370).


Autore:
Ireneo Daniele


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2001-06-11

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