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Sant' Eulogio Patriarca di Alessandria

13 giugno

† 607 circa

Martirologio Romano: Ad Alessandria d’Egitto, sant’Eulogio, vescovo, insigne per la sua dottrina, al quale il papa san Gregorio Magno inviò molte lettere, scrivendo di lui: 'Non è lontano da me, chi con me è una cosa sola'.


Fu uno dei massimi campioni dell’ortodossia intorno al 600. Siamo particolarmente informati su di lui, oltre che da quanto ci è rimasto delle sue opere, da numerose lettere che gli indirizzò san Gregorio Magno, da alcune notizie riferiteci dal contemporaneo Giovanni Mosco (morto nel 619) e soprattutto da Fozio, il quale, nella sua Bibliotheca, sunteggia e commenta gli scritti principali del santo.
Eulogio fu monaco e sacerdote di Antiochia, dove resse per qualche tempo la chiesa della Santissima Vergine detta Giustiniana. Compose in quel periodo «opere insigni», tra cui dovremo collocare la lettera contro gli eretici teodosiani e camiti, indirizzata a Eutichio di Costantinopoli e di cui ci riferisce lo stesso Fozio. Fu eletto patriarca di Alessandria (il quarantaseiesimo della serie, secondo la lista della Chronographia di Niceforo) tra il 578 ed il 580, e resse quella famosissima Chiesa, secondo la medesima Chronographia, per diciassette anni; ma gli Acta Sanctorum correggono tale cifra in ventisette, utilizzando le notizie certe riguardanti antecessori e successori di Eulogio sulla cattedra di san Marco; gli studiosi moderni hanno accolto favorevolmente tale correzione, basandosi anche sul fatto che delle lettere di san Gregorio ad Eulogio ben dodici sono datate tra il 595 ed il 603, e fissano la data della morte di Eulogio al 607.
Durante tutto il suo pontificato, Eulogio svolse un’intensa attività contro le sette ereticali del tempo, e soprattutto contro i monofisiti. Nel 589, in un concilio che tenne ad Alessandria, condannò due fazioni di Samaritani; scrisse poi cinque libri contro i Novaziani, undici orazioni teologiche contro varie eresie, un’opera di due libri contro Severo e Timoteo, in difesa dell’Epistola ad Flavianum di san Leone Magno, un altro libro contro lo stesso Severo e contro Teodosio, pure in difesa di san Leone, un’Oratio invectiva contro teodosiani e camiti e combatté particolarmente Terrore degli agnoiti, secondo i quali Gesù avrebbe ignorato molte cose, come ad esempio il momento del giudizio universale e della fine del mondo. Giovanni Mosco poi, nel suo Pratum spirituale, racconta che Eulogio costruì in Alessandria una grande basilica in onore del celebre martire della persecuzione dioclezianea, san Giuliano di Antinoe, sul luogo di una chiesa anteriore ormai labente, e che a ciò fu indotto da un’apparizione che ebbe del medesimo santo sotto le sembianze dell’arcidiacono alessandrino Giuliano: come fonte di tale informazione, il Mosco adduce la testimonianza di un Mena, cenobiarca di Tugara, a poche miglia dalla città. A proposito del culto e della venerazione che Eulogio ebbe per san Leone Magno, il medesimo Mosco ci offre due particolari: nel capitolo 147 descrive la commozione che il patriarca provò quando il suo cubiculario gli venne a riferire d’aver sognato per ben tre volte che papa Leone faceva visita ad Eulogio per ringraziarlo, a nome dell’apostolo Pietro e proprio, della tenace difesa della sua Epistola ad Flavianum. Abbiamo riferito questo episodio, pressocché insignificante, perché esso è poi venuto ad ingrandirsi non solo nelle leggende medievali (il Sinassario Costantino polita, no, fondendo insieme gli elementi dell’apparizione di s. Giuliano con quelli del sogno del cubiculario racconta che, a nome di san Leone, gli apparve realmente un angelo, sotto le apparenze dell’arcidiacono Leone!), ma anche nel racconto di studiosi moderni. La ragione poi di questo intervento dell’apostolo Pietro a proposito dell'Epistola ad Flavianum, ci è data da un altro particolare di Mosco, secondo cui lo stesso Eulogio amava raccontare che quando si era recato a Costantinopoli si era trovato a coabitare con l’allora apocrisario della Chiesa Romana san Gregorio, e che questi gli aveva riferito la tradizione romana sul modo straordinario con cui san Pietro aveva personalmente contribuito al perfezionamento della medesima epistola. Da quest’ultimo particolare siamo informati anche che l’amicizia tra Eulogio e Gregorio nacque dal periodo in cui il diacono Gregorio si trovava apocrisario a Costantinopoli, e cioè tra il 579 ed il 585. Nell’epistolario del grande papa troviamo ben tredici lettere indirizzate ad Eulogio. In queste lettere ad Eulogio, san Gregorio espone al confratello di Alessandria i propri principi dottrinali e pastorali; gli confida le sue preoccupazioni per le pretese del patriarca di Costantinopoli, per le guerre longobardiche che stavano devastando l'Italia, e anche per i suoi malanni personali; gli partecipa le sue gioie per la conversione degli anglosassoni (di cui dice meritevoli le preghiere dello stesso Eulogio) e per l’opera intensa che Eulogio, da Gregorio chiamato Organum Dei, svolge ad Alessandria a favore dell’ortodossia e dell’unità della Chiesa, «contra haereticorum latratus»; domanda o fornisce notizie su punti particolari (tra l’altro importantissima la descrizione che fa in Epistola VIII, 29 del Martirologio Geronimiano, in risposta ad una richiesta di Eulogio sopra un libro sui martiri, che il vescovo alessandrino riteneva essere stato scritto da Eusebio); scambia regali con Eulogio e in particolare gli fornisce lunghe travi per costruzioni, lamentando che le navi, inviate da Alessandria per prelevarle, siano troppo piccole per comprenderle. La notizia interessa anche per il fatto che tali travature dovevano certamente servire per le capriate delle basiliche, data la lunghezza richiesta, ed offre un’indiretta testimonianza di costruzioni sacre operate da Eulogio. Interessante anche la nota su cui torna spesso Gregorio, che cioè le tre sedi di Roma, Antiochia ed Alessandria formano per così dire una sola cattedra, la Cattedra di san Pietro.
Delle opere di Eulogio di Alessandria ci rimangono poveri frammenti: un sermone sopra la Domenica delle Palme, sette Capitula sulle due nature di Cristo, ed una dozzina di brani di varia lunghezza. Per un culto tributato alla sua memoria già dagli anni immediatamente posteriori alla sua morte (607) ci è testimone lo stesso Mosco, che usa nei suoi riguardi spesso l’espressione «il papa Eulogio, quello che è ora tra i santi». Anche i Miracula dei santi Ciro e Giovanni dicono di Eulogio che «amministrò ottimamente questa Chiesa [di Alessandria]». I sinassari lo celebrano al 13 febbraio e al 13 giugno, mentre il Martirologio Romano (ma non gli altri martirologi occidentali) lo venera al 13 settembre.
 


Autore:
Giovanni Lucchesi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-01-30

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