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Sante Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu Fanciulle cinesi, martiri

Festa: 28 giugno

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† Wanglajia, Cina, 28 giugno 1900

Nel cuore della provincia dello Hebei, in Cina, sorge il villaggio di Wanglajia, teatro di un evento tragico e commovente: il martirio di quattro giovani donne, Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu. La loro storia, narrata con toni eruditi e accademici, ci invita a riflettere sulla forza impareggiabile della fede e sul coraggio di chi sceglie di donare la propria vita per amore. Nel tumultuoso scenario della Cina di fine Ottocento, scossa dalla xenofoba "Rivolta dei Boxer", queste adolescenti, cresciute all'ombra dell'orfanotrofio e nutrite dalla parola del Vangelo, si trovarono ad affrontare una prova terribile. L'alba del 28 giugno 1900 divenne per loro il giorno del martirio.

Martirologio Romano: Nel villaggio di Wanglajia presso Dongguangxian nella provincia dello Hebei in Cina, sante martiri Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu, le quali, cresciute in un orfanotrofio, furono trafitte con la spada ancor fanciulle durante la persecuzione dei Boxer, mentre, tenendosi per mano, avanzavano felici come incontro alle nozze.


Nel cuore della provincia dello Hebei, in Cina, sorge il villaggio di Wanglajia. Qui, tra le pieghe della storia, si intrecciano le eroiche vicende di quattro giovani donne, insignite del titolo di Sante e decorate dalla palma del martirio: Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu. La loro memoria, celebrata ogni anno il 28 giugno, risplende come faro luminoso nella notte dei tempi, invitandoci a riflettere sulla forza impareggiabile della fede e sulla bellezza di una vita donata per amore.
Per comprendere appieno la grandezza del loro sacrificio, è necessario immergersi nel tumultuoso scenario della Cina di fine Ottocento. In quegli anni, la nazione era scossa da un movimento xenofobo e anticristiano noto come "Rivolta dei Boxer". Alimentata da un acceso nazionalismo e da un profondo risentimento verso gli stranieri, questa insurrezione si scagliò con particolare ferocia contro i cristiani, accusati di minare l'identità e la cultura cinese.
Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu erano solo delle adolescenti quando la bufera della persecuzione si abbatté sul loro villaggio. Cresciute all'ombra dell'orfanotrofio, avevano trovato nella fede cristiana conforto e speranza. Nutrite dalla parola del Vangelo, i loro cuori erano fioriti come gigli di purezza, irradiando un profumo di amore e di dedizione al Signore.
L'alba del 28 giugno 1900 si tinse di sangue a Wanglajia. I Boxer, irrompendo nel villaggio, scatenarono la loro furia iconoclasta contro i simboli cristiani e si avventarono sui fedeli inermi. Tra questi, le quattro fanciulle, consapevoli del pericolo imminente, non vacillarono nella loro fede. Anzi, con coraggio incrollabile e una serenità che sconcertava i loro persecutori, si tennero per mano e avanzarono verso il luogo del martirio come spose verso l'altare nuziale.
Giunte dinanzi ai loro aguzzini, le quattro fanciulle non rinnegarono la loro fede. Con voci chiare e ferme professarono il loro amore per Cristo, rifiutando di abiurare la verità che abitava nei loro cuori. Come gigli recisi dal vento impetuoso, caddero a terra trafitte dalla spada dei persecutori. Il loro sangue innocente divenne seme di speranza per la futura Chiesa in Cina.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-05-30

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