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San Goar Sacerdote

6 luglio

sec. VI

Martirologio Romano: Sulla riva del fiume Reno, san Goar, sacerdote, originario dell’Aquitania, che, con l’appoggio del vescovo di Treviri, costruì un ospizio e un oratorio per accogliere i pellegrini e provvedere alla salvezza delle loro anime.


La più antica notizia su questo santo risale al 765, quando il re Pipino donò al monastero di Pruem la cella sancti Goaris esistente presso Oberwesel, non lungi da Bingen, sulla riva sinistra del Reno, nella diocesi di Treviri.
Nel 782 Carlo Magno confermò definitivamente la donazione ed allora l'abate Asuarius fece costruire una grande basilica nella quale fu portato il corpo del santo. Da quel tempo la tomba cominciò ad essere meta di numerosi pellegrinaggi, attorno alla basilica si sviluppò una città che dal santo prese il nome (Sankt Goar) e fu scritta anche la più antica biografia, da un monaco di Pruem.
Secondo l'autore Goar era oriundo dell'Aquitania; al tempo di Chidelberto si recò a Treviri e, ordinato sacerdote dal vescovo Felice, ebbe il permesso di costruirsi una cella e una celletta presso Oberwesel. Ivi celebrava ogni giorno, eccetto il venerdì, la santa Messa, recitava tutto il Salterio ed assisteva i pellegrini che lo visitavano.
Durante il governo del vescovo Rustico ebbe delle noie che però superò felicemente; rifiutò l'episcopato di Treviri, offertogli dal re Sigeberto di Metz, morì carico di anni e di meriti il 6 luglio di un anno ignoto.
Quando in realtà sia vissuto Goar è impossibile precisare e neppure è sicura la sua origine gallica poiché il nome era già conosciuto nel secolo V nella regione del Reno; sembra tuttavia che si debba attribuire al secolo VI.
Poiché la venerazione di Goar andava sempre più crescendo e i miracoli si moltiplicavano presso la sua tomba, l’abate Marcward di Pruem nell'839 ordinò al monaco Wandelbert di scrivere una nuova biografia del santo in stile più scorrevole e di aggiungervi i miracoli operati fino a quel tempo.
Per la storia del culto di Goar si deve notare che la sua festa, oltre che nel Martirologio di Wandelbert e in quello di Rabano Mauro, che ne dipende, è ricordata nei codici pleniores del Geronimiano al 6 luglio, ma senza indicazione topografica; Floro invece ha l'esatta indicazione In Binga, mentre Usuardo, riferendosi alla diocesi, ha in pago Trevirensi come si trova tuttora nel Martirologio Romano.
 


Autore:
Agostino Amore


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-03-07

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