Il Delehaye, nel suo studio sui santi della Tracia e della Mesia, si è specialmente soffermato sulla figura di Gliceria il cui culto è particolarmente attestato. Ne fanno inoltre menzione diversi racconti agiografici.
Nel 591 gli imperatori Maurizio ed Eraclio visitano il tempio di Gliceria ad Eraclea. Una tradizione locale, inoltre, pretende che nel secolo VIII le reliquie della santa fossero state trasportate a Lemnos, tuttavia un reliquiario nella chiesa di san Giorgio ad Eraclea ne avrebbe conservato la testa.
Ma, se il culto reso a Gliceria è certo, assai meno sicura è la sua vita. Secondo quanto afferma la Vita greca, il primo anno dell’imperatore Antonino e sotto il prefetto Sabino, a Traianopoli, Gliceria, il cui padre fu tre volte console e buon cristiano, si dedica a confermare i fedeli nella loro fede. In occasione di una festa pagana ella entra nel tempio degli idoli e li abbatte con vai solo segno di croce. È condannata alla lapidazione ma il supplizio resta senza effetto; imprigionata, sottoposta a diversi tormenti, è di continuo protetta da un angelo. Dovendo il prefetto trasferirsi da Traianopoli ad Eraclea, obbliga Gliceria ad accompagnarlo. Avvertiti non si sa come del fatto, il vescovo Dionigi e i fedeli le vanno incontro e la ricevono con solennità. Ma una tale accoglienza è ben presto seguita da un nuovo giudizio che condanna Gliceria al rogo. Tempo perduto perché il fuoco si spegne grazie ad un'ondata miracolosa.
Gliceria è messa nuovamente in prigione e sottoposta ad un'altra serie di tormenti, ma è sempre assistita da un angelo; provoca inoltre la conversione del suo carnefice che morirà decapitato. Condannata alle belve, una leonessa si precipita su di lei, ma per lambirla dolcemente. Finalmente, in seguito alle preghiere di Gliceria che chiede non le sia rifiutato il martirio, una seconda leonessa con un leggero colpo di denti le dà la morte. Il giudice non sopravvive al martirio e muore in tristi condizioni, mentre il vescovo Dionigi, dopo avere ottenuto il corpo di Gliceria, lo seppellisce in prossimità della città.
Da questo breve riassunto appare chiaramente che questa Vita altro non è che un tessuto di luoghi comuni riscontrabili spesso negli Acta Martyrum. Occorreva intensificare il culto di Gliceria ad Eraclea e pertanto un agiografo di professione, servendosi di scarsi dati storici, compose una passio che voleva degna della sua eroina.
I sinassari bizantini commemorano Gliceria al 13 maggio, data alla quale era menzionata anche dal Martirologio Romano. Da parte sua il Geronimiano la commemora all’8 luglio.
Autore: Joseph-Marie Sauget
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