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Santa Marta Wang Louzhi Vedova, martire

29 luglio

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Zunyi, Cina, 1802 – Qingyan, Cina, 29 luglio 1861

Marta Wang, nata Luo (erroneamente nota come Marta Wang Luo Mande), dopo essere rimasta vedova aderì al cristianesimo, a seguito dell’incontro con un missionario itinerante presso la locanda che gestiva fuori dalla città di Guiyang. Presa a lavorare nel Seminario maggiore di Yaojiaguan, aiutò l’economo Giovanni Battista Luo Tingyin e due seminaristi, Paolo Chen Changping e Giuseppe Zhang Wenlan, durante la loro prigionia a seguito della persecuzione religiosa del 1861. Il 29 luglio dello stesso anno li seguì volontariamente fino al luogo del supplizio: venne quindi decapitata insieme a loro. È stata beatificata, come i suoi compagni di martirio, il 2 maggio 1909 e, inserita nel gruppo dei 120 Martiri Cinesi, canonizzata il 1 ottobre 2000.

Martirologio Romano: Nella città di Qingyan nella provincia del Guizhou in Cina, santi martiri Giuseppe Zhang Wenlan, Paolo Chen Changpin, seminaristi, Giovanni Battista Lou Tingyin, amministratore del seminario, e Marta Wang Louzhi, vedova, che, rinchiusi in una cava calda e umida, subirono atroci torture, morendo, infine, decapitati per la fede di Cristo.


Nacque intorno al 1802 nella città di Zunyi, nella provincia cinese del Guizhou. Con il marito, dal momento che non poté aver figli, adottò due nipoti; tuttavia, alla morte del coniuge, si vide sperperare da loro le magre sostanze che aveva guadagnato con lui coltivando ortaggi. Rimasta senza danaro, la donna si trasferì fuori dalla porta della città, dove inaugurò una piccola locanda e, nel tempo libero, fabbricava scarpe di paglia. Grazie al suo carattere gentile, si guadagnò l’amicizia e il rispetto dei vicini.
Nel 1852 ricevette la visita di un missionario itinerante, che le parlò del cristianesimo. Desiderosa di saperne di più, una sera invitò a cena un sacerdote e ne fu molto incoraggiata. Ogni giorno prese a dirigersi alla vicina città di Yaojiaguan per studiare il catechismo. I suoi sforzi vennero premiati con il Battesimo, ricevuto il giorno di Natale di quell’anno, nel quale prese il nome cristiano di Marta (“Mande”, un altro nome con cui è conosciuta, altro non è che la traslitterazione di “Marta” dal mandarino). Da allora, nelle maggiori solennità, andava a Guiyang, compiendo un viaggio di tre giorni.
A cinquant’anni vi si trasferì definitivamente, per lavorare in una casa di vergini consacrate. Era felice di aiutare in cucina e in lavanderia, ma la sua gioia più profonda era prendersi cura dei bambini. Nel 1857 venne aperto il Seminario maggiore a Yaojiaguan e il Rettore, padre Bai, la prese a lavorare come responsabile delle cucine.
Quattro anni dopo, nel 1861, scoppiò una nuova, terribile persecuzione religiosa, che obbligò i seminaristi a sfollare a Yangmeigao. L’unica persona ad essere catturata nel Seminario fu l’amministratore, il laico Giovanni Battista Luo Tingyin. Due allievi, Paolo Chen Changping e Giuseppe Zhang Wenlan, vennero invece arrestati mentre tornavano da un giro di spese in città.
I tre vennero imprigionati in un tempio abbandonato, diventato una cava, sottoposti a numerose torture e tenuti in condizioni miserande, motivo per cui Giovanni Battista si ammalò. Benché minacciata dalle guardie, Marta forniva loro del cibo e portava degli abiti puliti. Fece anche in modo di consegnare delle lettere da parte dei seminaristi al loro vescovo.
Il 29 luglio 1861 arrivò la notizia di un’amnistia da parte dell’imperatore, ma il magistrato incaricato di seguire la loro sorte ignorò il decreto e ordinò in segreto che venissero giustiziati. Mentre venivano condotti lungo le strade principali, verso il luogo dell’esecuzione, Marta li vide passare mentre lavava i panni sulla riva di un fiume. Li seguì e, quando i soldati le dissero che le avrebbero tagliato la testa se avesse proseguito, rispose: «Se loro possono morire, allora posso farlo anch’io». I quattro prigionieri pregarono continuamente, con i volti raggianti di gioia, fino al luogo dove vennero decapitati.
Marta Wang Luoshi e i suoi tre compagni vennero inclusi nel gruppo di 33 martiri dei Vicariati Apostolici di Guizhou, Tonchino Occidentale e Cocincina, il cui decreto sul martirio venne promulgato il 2 agosto 1908. La beatificazione, ad opera di san Pio X, avvenne il 2 maggio 1909. Inseriti nel più ampio gruppo dei 120 martiri cinesi, capeggiati da Agostino Zhao Rong, vennero infine iscritti nell’elenco dei santi il 1 ottobre 2000, da san Giovanni Paolo II.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2015-02-06

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