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Sant' Isacco Vescovo in Armenia

8 settembre

m. 438

Martirologio Romano: Nella città di Bagrevand nell’antica Armenia, sant’Isacco, vescovo, che per promuovere la vita cristiana del suo popolo tradusse in armeno la Sacra Scrittura e la liturgia; aderì alla fede approvata nel Concilio di Efeso, ma fu poi scacciato dalla sua sede e morì in esilio.


Sant'Isacco il Grande (Sahak), Vescovo (Katholicos); figlio di S. Narsete I e pronipote di S. Gregorio l'Illuminatore, fu figura di rilievo nell'antica Chiesa Armena.
Formatosi a Costantinopoli in retorica e filosofia, alla morte della moglie si fece monaco in un momento veramente difficile per la Chiesa: il successore di Narsete dichiarò l'indipendenza dalla Chiesa di Cesarea, allora governata da S. Basilio, ponendosi così in uno stato di scisma di fatto. Isacco, intuendo l'imminente pericolo, prima dello scisma si fece nominare Katholicos nel 390. Il re persiano depose Crosroe che l'appoggiò in questa mossa ed esiliò Isacco nel 427. Di fatto alla base di tutto vi erano motivi dottrinali in quanto Sant'Isacco si opponeva al Nestorianesimo.
Reintegrato nella sua funzione alla morte del re eretico, continuò il processo di riforma iniziato da Narsete. In ambito disciplinare impedì che uomini sposati potessero divenire Vescovi.
Tradusse in armeno la Bibbia, assieme a S. Mesrop che inventò un alfabeto proprio per l'armeno. Adottò la liturgia di Cesarea (di S. Basilio) per l'uso armeno.  
Morì nel 438.


Autore:
Marco Faraldi

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Aggiunto/modificato il 2011-12-29

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