Etimologia: Acario = Acharius, dal latino (tratto dall'aggettivo Acharis,
Martirologio Romano: A Noyon in Francia, sant’Acario, vescovo, che, eletto alle Chiese di Noyon e Tournai dopo essere stato monaco a Luxeuil, si diede all’evangelizzazione delle popolazioni delle regioni settentrionali.
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Nel medioevo quando, in Francia, si voleva indicare una persona con un tocchetto di follia si soleva affermare che era affetta dal mal monsieur sainct Aquaire. Ai nostri giorni si usa, sempre oltralpe, l’espressione acariâtre allorché ci si intende riferire ad uno scontroso, ad un carattere difficile. Entrambi quei modi di dire hanno a che fare con Sant ‘Acario o Aicaro o Aicardo, in quanto egli viene invocato per un favorevole intervento su tali persone.
Il santo fu dapprima monaco a Luxeuil nel nord della Franca Contea, una storica regione che ha per capitale Besançon e confina in larga parte con la Svizzera. Successivamente venne ordinato vescovo e destinato alla sede episcopale di Noyon e Tournai, due città che si trovano oggi l’una, dove nel 1509 nacque Calvino, in territorio francese e l’altra in Belgio ad appena nove chilometri dal confine, ben ristrutturata dopo i massicci bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
Come vescovo fu molto attivo sia nel campo religioso sia nel campo politico-sociale, ottenendo particolare stima dal figlio di Clotario Il, Digoberto I il Grande, abilissimo re dei Franchi fino alla propria morte nel 638. Questo rapporto permise ad Acario di potere ottenere consensi ad alcune proposte relative alla organizzazione episcopale della regione. Strinse amicizie con Sant’Alberto, vescovo di Cambrai e con Sant’Audoberto, vescovo di Thérouanne, affrontando alcune problematiche strettamente religiose di quei tempi. Grande fu la sua attenzione nei riguardi delle missioni in una Europa ancora poco cristianizzata ed in tal senso sostenne gli sforzi del vescovo di Maastricht, divenuto poi Sant ‘Amando.
Con tutte quelle importanti relazioni Acario ebbe modo quindi di confrontarsi con persone dai caratteri più diversi. Non è detto che non ne incontrasse anche di quelli ai limiti della cosiddetta normalità o addirittura ben al di là del suo confine. Quale preciso rapporto vi sia con il patronato verso questi ultimi è difficile da stabilire.
II vescovo Acario morì nel 640. Venne ben presto venerato soprattutto in Belgio, nella Francia settentrionale e nella Franca Contea. Le sue reliquie furono conservate per secoli in una chiesa appena fuori dalle mura di Noyon. Scomparvero però, un caso fra i tanti, durante la Rivoluzione francese.
Viene festeggiato il 27 novembre.
Autore: Mario Benatti
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