Si conosce di lui un’ampia ‘Vita’ composta dal patriarca di Costantinopoli Callisto I (1350-1363) il quale era stato suo condiscepolo nella Comunità degli esicasti bizantini e bulgari, ed era rimasto suo amico fino alla sua morte. Altre notizie complementari si hanno nella ‘Vita’ di s. Gregorio Sinaita, fondatore dell’esicaismo bizantino (1275-1346), scritta dallo stesso patriarca Callisto I per il loro comune maestro e guida; Teodosio è probabile che fosse di origine bulgara e nato nella regione di Turnovo, capitale del regno bulgaro di allora, altro non si sa della sua nascita perché l’estensore della ‘Vita’ seguendo la dottrina esicastica, che attribuiva ai suoi eroi come patria la “Gerusalemme celeste” e come parenti la “milizia celeste”, non dice altro. Ancora giovane abbandonò la casa paterna e giunto nella regione di Vidin (Bulgaria nord-occidentale) entrò nel monastero di s. Nicola presso l’odierna Arcar ad est di Vidin. Accolto dall’egumeno Iob, trascorse il suo noviziato con obbedienza e umiltà istruendosi con tenacia e intelligenza, specie nei salmi di Davide. Dopo la morte dell’egumeno, volendo avere maestri sempre migliori nella vita monastica, lasciò il monastero e giunto nella regione di Turnovo, entrò nel celebre monastero della Madonna, posto sulla detta Montagna Sacra. Ma insoddisfatto, dopo un certo periodo riprese la sua ricerca anche presso altri monasteri della Bulgaria e durante il periodo trascorso in quello di Silven detto Epiketniev, apprese della venuta del fondatore del movimento esicasta s. Gregorio Sinaita, il quale era fuggito dal Monte Athos a causa delle invasioni turche e si era stabilito nella Paroria costruendovi un monastero. Teodosio recatosi da lui, fu accolto nella comunità e divenne uno dei più fedeli seguaci della dottrina e regole dell’esicaismo. Caratteristiche principali di questo pensiero di ascesi del monachesimo orientale, erano l’invocazione continua del nome di Gesù, poi divenendo sempre più contemplativo i suoi seguaci dovevano pregare nella totale immobilità fisica e intellettiva guardando fissamente verso l’ombelico, cercando così l’unione diretta con Dio. Questa dottrina, difesa da Gregorio Palamas, fu violentemente combattuta dal monaco calabrese Barlaam, la disputa ebbe implicazioni politiche, dividendo l’impero d’Oriente per dieci anni, dal 1341 al 1351 e contribuendo ad indebolirlo di fronte alle invasioni turche. Anche la comunità di anacoreti dove stava Teodosio riceveva attacchi dalle scorrerie turche e lo stesso Teodosio fu inviato più volte presso il re bulgaro Giovanni Alessandro per chiedere aiuto e protezione. Gli anni che seguirono la morte del fondatore Gregorio, videro il rifiuto di Teodosio di diventare abate e poi il riprendere di nuovo i suoi spostamenti da una zona all’altra, da solo o in compagnia di un discepolo Romano-Romilo; andò sul Monte Athos, a Salonicco, Sliven, Costantinopoli, di nuovo nella Paroria, sul litorale del Mar Nero ed infine nella regione di Turnovo dove si fermò a costruire un monastero protetto dal re bulgaro, raccogliendo in breve una cinquantina di monaci fra i quali un altro discepolo ricordato come ottimo conoscitore del greco e del bulgaro: Dionigi, purtroppo poi deceduto prima dei 40 anni. Questo monastero di Kefalarevo divenne un centro di scuola letteraria bulgara, Teodosio fu presente attivamente nella lotta ideologica contro svariate forme di eresia che flagellavano la Chiesa di allora nell’Oriente. Recatosi a Costantinopoli presso il patriarca Callisto I, condiscepolo esicasta, stette ospite del monastero di s. Mamante, qui ammalatosi gravemente, assistito dal patriarca e dai discepoli che l’avevano accompagnato, morì il 27 novembre del 1363. Teodosio fu il vero propagatore dell’esicaismo in Bulgaria.
Autore: Antonio Borrelli
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