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San Giuseppe Cho Yun-ho Giovane laico, martire

23 dicembre

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Sinchang, Corea del Sud, 1848 - Tjyen-Tiyon, Corea del Sud, 23 dicembre 1866

Canonizzato da San Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984.

Martirologio Romano: Nel territorio di Tjyen-Tiyon in Corea, san Giuseppe Cho Yun-ho, martire, che, ancor giovane, seguendo le orme di suo padre san Pietro Cho Hwa-sŏ, fu ucciso a bastonate per il nome di Cristo.


San Giuseppe Cho Yun-ho era nato a Sinchang, in Corea del Sud, nel 1848. Suo padre era San Pietro Cho Hwa-sŏ e suo nonno Andrea Cho. Giuseppe era sposato, seppur così giovane, e viveva con sua moglie nella casa dei suoi genitori. Aveva circa diciassette anni quando iniziò la persecuzione dei cristiani in Corea .

Il 5 dicembre 1866 i persecutori raggiunsero la casa paterna e lo arrestarono. Dopo qualche tempo, Giuseppe tornò a casa. Suo padre lo incoraggiò a scappare, ma lui decise di costituirsi alla polizia. Fu mandato in prigione a Jeonju, insieme a suo padre. I due si rafforzarono a vicenda nella loro fede. Giuseppe affermò che la religione gli era stata insegnata da suo nonno, già anch’egli martire a causa della sua fede, e che non possedeva libri cattolici. Torture e promesse di restituzione dei suoi averi furono gli stratagemmi utilizzati nel tentativo di fargli abiurare la sua fede.

Tuttavia Giuseppe rimase irremovibile. Poiché secondo la legge coreana dell'epoca non poteva essere giustiziato lo stesso giorno di suo padre, l'esecuzione di Giuseppe ebbe luogo dieci giorni dopo, dunque il 23 dicembre1866. Aveva appena diciott’anni circa.

In tale anniversario così è ricordato dal Martirologio Romano: “Nel territorio di Tjyen-Tiyon in Corea, san Giuseppe Cho Yun-ho, martire, che, ancor giovane, seguendo le orme di suo padre san Pietro Cho Hwa-sŏ, fu ucciso a bastonate per il nome di Cristo”. San Paolo VI lo proclamò Beato il 6 ottobre 1968, mentre infine San Giovanni Paolo II lo canonizzò il 6 maggio 1984, insieme ad un gruppo complessivo di 103 martiri in terra coreana.

L'azione dello Spirito, che soffia dove vuole, con l'apostolato di un generoso manipolo di laici è stato alla radice della santa Chiesa di Dio in Corea. Il primo germe della fede cattolica, portato da un laico coreano nel 1784 al suo ritorno in patria da Pechino, fu fecondato nella metà del secolo XIX dal martirio di questi numerosi testimoni della fede che la Chiesa ha elevato alla gloria degli altari.


Autore:
Don Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2023-12-22

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