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Beato Bartolomeo Fanti Sacerdote carmelitano

5 dicembre

Mantova, 1428 circa - 5 dicembre 1495

Bartolomeo Fanti nacque a Mantova nella prima metà del secolo XV e diciassettenne entrò nella Congregazione mantovana dell’Ordine carmelitano. La sua vita spirituale si imperniò sulla contemplazione della Passione, sull’Eucaristia e sulla devozione alla Beata Vergine. Assunse la direzione della Confraternita di Maria, istituita presso la sua chiesa conventuale, e ne stese poi gli statuti e la regola.
Morì a Mantova il 5 dicembre 1495. Il suo corpo è venerato nel santuario della Beata Vergine Incoronata, annesso alla Cattedrale di Mantova.

Martirologio Romano: A Mantova, beato Bartolomeo Fanti, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, che con le parole e con l’esempio accese nel cuore dei fedeli un santo amore per Dio e una filiale devozione verso Maria sua Madre.


Nativo di Mantova, nel 1452 era già sacerdote carmelitano della Congregazione Mantovana. Per 35 anni, nella chiesa carmelitana della sua città, fu direttore spirituale e rettore della Confraternita della B.V. Maria, per la quale scrisse la regola e gli statuti. Umile e mansueto, fu per tutti un esempio di preghiera, generosità e fedeltà nel servizio del Signore. Si distinse per il suo amore all'Eucarestia, centro della sua vita apostolica, e per la devozione mariana. Morì nel 1495.Il beato Bartolomeo Fanti nacque a Mantova nel 1428 ca. e di lui si sa, che da giovane entrò a far parte dell’Ordine Carmelitano, nella cosiddetta ‘Congregazione Mantovana’ della sua città.
La Congregazione era scaturita nei primi anni del Quattrocento, quale necessità di riforma dell’antico Ordine; fu riconosciuta nel 1442 da papa Eugenio IV (1383-1447).
In quel turbolento periodo per la Chiesa Cattolica, che vide operante il devastante Scisma d’Occidente e il seguente Scisma di Basilea, con papi legittimi e antipapi, eletti da Concili di vescovi e cardinali in dissenso fra loro, nell’Ordine Carmelitano sorgevano idee di riforma dell’antica Osservanza, in contrapposizione ad idee di ristabilimento del rigore della primitiva osservanza della Regola.
È di quel periodo, nel quale Bartolomeo Fanti entrò fra i Carmelitani, la grande figura del beato Giovanni Soreth (1394-1471), generale di tutto l’Ordine; egli è ricordato soprattutto come riformatore, cioè per la sua continua opera di ricondurre l’Ordine allo splendore dell’Osservanza regolare, in un periodo storico particolarmente critico.
In questa attività agì in due direzioni; curando che venissero osservate la Regola e le costituzioni, ed introducendo nel maggior numero di conventi che poté, l’Osservanza nel suo significato specifico, riguardo alla povertà ed al raccoglimento interno ed esterno.
Il primo tipo di osservanza veniva dall’alto ed era obbligatorio per tutti, il secondo proveniva dal desiderio di singoli o di gruppi per una maggiore perfezione; desiderio che il Generale riconosceva, favoriva e difendeva, anche emanando decreti e privilegi adatti allo scopo.
E a questo secondo itinerario appartenne la Congregazione Mantovana, che mostrava intenti separatisti, fu detta anche “eugeniana”, perché approvata poi da papa Eugenio IV.
Il padre Generale Giovanni Soreth fu generoso e comprensivo con la Congregazione, favorendo il passaggio ad essa di alcuni conventi e trattando i suoi religiosi con familiarità, tanto da sembrare il loro priore locale piuttosto che il Generale. Il beato Giovanni Soreth fu anche l’artefice della fondazione nel 1452, dell’Ordine delle Carmelitane, che si diffuse rapidamente in Spagna e nei Paesi Bassi.
Ritornando a Bartolomeo Fanti, carmelitano a Mantova, il 28 febbraio 1452 entrò a far parte della Confraternita della Madonna, che esisteva nella chiesa del Carmine e il 1° gennaio 1460 ne divenne padre spirituale e rettore, scrivendone anche la Regola e gli Statuti.
La regola scritta da padre Bartolomeo Fanti consta di dodici capitoletti, è molto semplice e concisa e nello stile richiama quella del primo Ordine dei Carmelitani. Fra l’altro compose gli statuti della Compagnia del Carmine e un registro di fatti importanti.
Fu rettore e padre spirituale della Confraternita della Madonna, praticamente fino alla morte, dedicandosi a questo compito con grande fervore e zelo, così come richiedeva allora l’importanza sociale e religiosa delle Confraternite.
Umile e mansueto, fu per tutti un esempio di preghiera, generosità e fedeltà nel servizio del Signore. Si distinse per il suo amore all’Eucaristia, centro della vita apostolica, e per la devozione mariana.
Si ritiene che sia stato anche maestro dei novizi, anche se non è comprovato, perché venne raffigurato mentre parla con fervore dell’Eucaristia, ad un gruppo di giovani novizi carmelitani.
Morì a Mantova il 5 dicembre 1495; successivamente il suo corpo, ancora incorrotto, ebbe varie traslazioni: nel 1516 nella Cappella della Madonna; dopo la soppressione del convento nel 1783, fu traslato in S. Marco e da qui nel 1793 nella Cappella della Madonna Incoronata in cattedrale.
Il suo culto come Beato, fu confermato da papa s. Pio X il 18 marzo 1909.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-09-19

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