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Beato Giovanni Soreth Sacerdote carmelitano

25 luglio

Caen, Normandia, 1394 - Angers, 25 luglio 1471

Il Soreth nacque presso Caen in Normandia nel 1394 ed entrò tra i Carmelitani di questa città. Sacerdote verso il 1417, fu maestro in teologia (Parigi, nel 1438) e poi reggente di studi. Fu Provinciale della sua Provincia di Francia nel 1440 - 1451 e Priore Generale dell'Ordine dal 1451 fino alla morte. Fu instancabile nell'opera di riformatore in un periodo storico particolarmente critico per la Chiesa e per l'Ordine stesso. Si dedicò completamente alla riforma, percorrendo l'Europa per le visite canoniche, e promuovendo l'"osservanza" sia nelle Province e nei conventi che nella Congregazione Mantovana. Scrisse un commento alla Regola (la Expositio paraenetica) e pubblicò le costituzione del 1462. Altra sua attività fu quella relativa al sorgere e allo stabilirsi delle monache carmelitane, specialmente in virtù della bolla "Cum nulla" di Nicolò V nel 1452. In questo valorizzò nel Nord Europa l'opera svolta dalla Beata Francesca d'Amboise, alla quale egli stesso diede l'abito. Curò pure - sempre in forza della ricordata bolla papale - il sorgere del Terz'Ordine Secolare Carmelitano. Morì ad Angers il 25 luglio 1471 e il carmelitano Battista Spagnoli, noto umanista, gli dedicò un'elegia. Il culto di Beato gli fu riconosciuto da Pio IX nel 1866. La Chiesa lo ricorda il 25 Luglio, mentre i Carmelitani Scalzi ne fanno memoria il 28 Luglio.

Martirologio Romano: Ad Angers in Francia, beato Giovanni Soreth, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, che egli riportò a una più stretta osservanza e dotò di conventi femminili.


Il Soreth nacque presso Caen in Normandia nel 1394 ed entrò tra i Carmelitani di questa città. Sacerdote verso il 1417, fu maestro in teologia (Parigi, nel 1438) e poi reggente di studi. Fu Provinciale della sua Provincia di Francia nel 1440 - 1451 e Priore Generale dell'Ordine dal 1451 fino alla morte.
Egli è ricordato soprattutto come "riformatore", ciò per la sua continua opera dedicata a ricondurre l'Ordine allo splendore dell'osservanza regolare, in un periodo storico particolarmente critico.
In questa attività egli agì su due direttrici: curare che venissero osservate la Regola e le Costituzioni, e introdurre nel maggior numero possibile di conventi l'"osservanza", nel suo carattere specifico di povertà e raccoglimento interiore ed esteriore. Per questo il Soreth visitò spesso le varie province dell'Ordine presiedendo capitoli, ordinando statuti, vigilando su Regola e Costituzioni.
Si esercitò in maniera eroica ed esemplare alla preghiera, umiltà, penitenza e povertà. Attirò all'Ordine molti giovani ed anche donne che con lui cominciarono una vita conventuale.
Il 10 maggio 1452 Soreth ricevette nell'Ordine le beghine di Ten Elsen della Provincia di Geldern, presso Mars, in Olanda. Tre mesi più tardi, durante la visita alla Provincia Toscana, gli si presentò un caso simile a Firenze. Nella festa dell' Assunta del 1450 parecchie donne erano state rivestite del bianco manto dell'Ordine in quella città; continuavano a vivere a casa loro, ma presto formarono una comunità. Era venuto il tempo di regolarizzare la situazione delle donne che seguivano la regola del Carmelo. Riunite insieme in comunità, venivano a creare dei problemi canonici, non ultimo dei quali quello delle decime e degli altri diritti parrocchiali, che non si ponevano invece finché vivevano privatamente.
Il papa Nicolò V con la Bolla Cum Nulla indirizzata al "Reverendissimo Signor Generale dell'Ordine di Santa Maria dei Carmelitani in Roma", Giovanni Soreth e ai Provinciali dell'Ordine concesse di accettare l'ammissione nell’Ordine e la protezione delle pie vergini, vedove, beghine e mantellate che vivevano singolarmente e in gruppi o che in futuro si fossero presentate con l'abito.
Giovanni Soreth scrisse un importante commento alla Regola carmelitana. Il titolo in latino suona Expositio paraenetica.
Il suo intento era di presentare il carisma proprio dei carmelitani conservandolo nel grande alveo della tradizione, cioè partendo dai grandi padri del monachesimo, Cassiano, Bernardo, i Vittorini, gli autori della Devotio moderna e, in ambito propriamente carmelitano, dell'Istituzione dei primi monaci.
Il fondamento da cui prendeva le mosse era la Regola mitigata approvata dal Papa Eugenio IV.  Soreth  voleva far comprendere che, malgrado tutte le attenuazioni relative alla vita ascetica, un punto rimaneva fermo ed indiscutibile: la tensione del Carmelitano alla ricerca dell'unione con Dio e la pratica costante dell'orazione. Per Soreth la perfezione, riallacciandosi così alla dottrina di Cassiano e all'insegnamento di tutto il monachesimo, era individuata nel cuore stesso del monaco che doveva purificarsi, soprattutto, con la vigilanza e la comunione continua con Dio.
Tutto ruotava e si focalizzava intorno a questo desiderio che aveva bisogno di esprimersi concretamente; da qui la ragione e la necessità della solitudine, della vita fraterna, del silenzio che pervadeva la vita quotidiana del carmelitano e di tutti quei mezzi di mortificazione e di penitenza che venivano interiorizzati e resi armoniosi solo dall'amore.
Per il monaco carmelitano era possibile vivere questo ideale qualora ricordasse che la "cella" era per lui "terra santa", il luogo che la regola gli indicava per concretizzare il suo ideale. Così gustava, ancora nella storia, il cielo.
Si costruiva quindi, giorno dopo giorno, la personalità profonda del monaco carmelitano, intessuta di raccoglimento e di unione con Dio, di intensa meditazione, considerata come la via alla contemplazione.
I fratelli carmelitani apprezzavano il loro stile di vita austera e ricercavano un' autentica povertà, sia personale sia comunitaria.
La novità di Soreth era l'accoglienza della forma meditativa tipica della Devotio moderna, che introduceva così un afflato peculiare del suo tempo nella grande tradizione orante del Carmelo.
Con questa grande figura la tradizione carmelitana si apriva ufficialmente anche alle donne.
La Bolla Cum Nulla che concedeva l'autorizzazione pontificia di ricevere donne nell'Ordine Carmelitano poteva essere perciò considerata come l'inizio delle comunità monastiche femminili regolari. Da Firenze iniziava l'espansione dei primi Monasteri femminili in altre città dell'Italia settentrionale. Soreth valorizzò nel Nord Europa l'opera svolta dalla Beata Francesca d'Amboise, alla quale egli stesso diede l'abito.
La Bolla Cum Nulla non segnava solo la nascita di sei Monasteri claustrali femminili, ma concedeva ai Carmelitani la facoltà di avere un Terz'Ordine (Ordine Secolare). Per questo essa segnava anche la loro nascita. [Esiste oltre a questa Bolla un altro documento che in modo ancor più chiaro concedeva ai Carmelitani tale facoltà ed è la Bolla Dum Attenta di Sisto IV, promulgata il 28 novembre 1476].
Soreth proseguì attivamente l'opera della riforma del Carmelo, incontrando qualche volta una ostinata resistenza. A Colonia, infatti, fu cacciato con violenza dal Convento e dovette ricorrere alla scomunica per far sottomettere i religiosi ribelli, alcuni dei quali, furono colpiti da subitanea morte.
Nel 1469 celebrò il Capitolo dell'Ordine ad Aurillac e di là si portò in Bretagna. Aveva quarantanove anni ed erano diciassette anni che governava l'Ordine. Giunto a Nantes, si occupò della riforma del Monastero e quando sembrava aver raggiunto il buon esito di questa visita, sopravvenne una terribile malattia provocata probabilmente da un avvelenamento che uccise all'istante il priore del Convento durante un pranzo e debilitò tanto il Beato che, tornato ad Angers, vi morì il 25 luglio 1471. Si preparò santamente alla morte, perdonando gli eventuali avvelenatori e invocando Maria e Gesù. Il carmelitano Battista Spagnoli, noto umanista, gli dedicò un'elegia. Il culto di Beato gli fu riconosciuto da Pio IX nel 1866.


Fonte:
www.carmelosicilia.it

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Aggiunto/modificato il 2012-07-25

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