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Beato Pietro Giacomo da Pesaro Sacerdote Agostiniano

Festa: 23 giugno

m. Valmanente (PU), 1496

Dobbiamo alla sua attività di calligrafo le prime due date certe della sua vita. L'8 agosto del 1472 lo troviamo infatti a Farneto di Montelabbàte (Pesaro) e il 3 novembre maestro degli studenti a Perugia, dove, l'anno seguente otterrà il grado di Lettore. Nel 1479 fu promosso maestro in Sacra Teologia. Insegnò negli Studi generali di Firenze e di Bologna. Dalle notizie che conosciamo per certe e da altre che si desumono indirettamente, il Beato emerge per alcune caratteristiche inconfondibili: la santità di vita, l'amore per lo studio, l'impegno nell'evangelizzazione e nella formazione spirituale e culturale dei giovani agostiniani, la preghiera e la penitenza. Predicò con grande zelo la parola di Dio in molte città d’Italia e amò intensamente la vita contemplativa. Morì nel 1496 a Valmanente (PU), dove le sue reliquie si venerano nella chiesa agostiniana.Pio IX ne approvò il culto nel 1848.

Martirologio Romano: Nell’eremo di Valmanente nelle Marche, beato Pietro Giacomo da Pesaro, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino.


Anche se la storia non ci ha tramandato tutti gli elementi che avremmo desiderato, non siamo privi di quelli essenziali, in base ai quali ci è possibile ricostruire gli estremi biografici, la collocazione ambientale, i movimenti di conventualità, le opere e gli influssi che qualificano la vita del b. Pietro Giacomo.
Nasce a Pesaro molto probabilmente nell’anno 1445. Poco si sa della sua famiglia, che qualche storico chiama Gaspari. Giovanissimo chiede ed ottiene di entrare nella sua città nel Convento degli agostiniani, i quali infondono in lui l’elemento carismatico che li caratterizza: lo studio come via alla sapienza, alla virtù e al ministero apostolico.
Terminato il noviziato, il giovane emette la professione e viene avviato al compimento degli studi necessari per il ministero sacerdotale e alla carriera accademica secondo il rigido e impegnativo programma prescritto all’Ordine agostiniano.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, è inserito nella vita conventuale con l’impegno di proseguire gli studi e di guidare i giovani studenti dell’Ordine.
Nel 1472 è Maestro degli studenti a Perugia.
Nel 1473 è inviato ad insegnare nello Studio agostiniano di Firenze.
Nel 1482 lo troviamo, già con il titolo di maestro in Sacra Teologia a Rimini con il compito di Reggente dello studio.
Partecipa a due Capitoli Generali: nel 1482 a Perugia e nel 1486 a Siena.
Muore poco più che cinquantenne.
La sua vita dunque termina non per il logorio degli anni ma, probabilmente, per la fatica e la penitenza. Al termine della sua esistenza, sempre nella stima dei superiori e confratelli, rinuncia ad ogni incarico, anche prestigioso, e preferisce dedicarsi alla vita ascetica e alla contemplazione nell'eremo di Valmanente, reso famoso dalla santità di Nicola da Tolentino,il quale proprio in quel luogo ebbe la sua celebre visione del Purgatorio.
Altre notizie, che a volte nelle piccole biografie gli storici hanno riportato - come una sua nomina a commissario generalizio per una vertenza tra i Conventi di Pergola e Corinaldo, la sua elezione a Priore Provinciale della Provincia Picena e l'incarico di Priore nel celebre Convento e Studio di S. Giacomo Maggiore a Bologna -andrebbero meglio verificate, anche perché alcune potrebbero riferirsi ad un omonimo Pietro Giacomo da Pesaro, a lui contemporaneo.
Da notizie certe sappiamo tuttavia che il Beato emerge per alcune caratteristiche inconfondibili: la santità di vita, l'amore per lo studio, l'impegno nell'evangelizzazione e nella formazione spirituale e culturale dei giovani agostiniani, la ricerca di solitudine, ascesi, preghiera e penitenza, tutti elementi che le Costituzioni del tempo -erano le stesse preparate dai Beati Clemente da Osimo e Agostino Novello per il Capitolo di Ratisbona nel 1290 -presentavano come punti forza dell' Ordine agostiniano appena strutturato.
Muore nel 1496 a Valmanente, dove le sue reliquie oggi si venerano nella chiesa agostiniana. Pio IX ne approvò il culto nel 1848 e la sua memoria liturgica ricorre il 23 giugno.


Autore:
P. Bruno Silvestrini O.S.A.

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Aggiunto/modificato il 2001-07-18

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