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Beata Iolanda d'Ungheria Duchessa di Polonia e badessa

11 giugno

Ungheria, 1235 - Gniezno, Polonia, 11 giugno 1298

Principessa, figlia del re Bela IV d'Ungheria e nipote di Santa Elisabetta d'Ungheria, nacque nel 1235.  Ricevette la sua formazione cristiana dalla sorella maggiore, Santa Kinga (Cunegonda). Unita in matrimonio al duca polacco Bodeslaus, principe di Kalishi in Pomerania. Terziaria francescana, unì ai doveri di sposa e madre, l'esercizio della carità nell'assistenza agli infermi e ai poveri. Nel 1279 rimase vedova e successivamente entrò nelle Clarisse del convento di Sandeck ove si distinse per la sua profonda umiltà. Resse come badessa il convento di Gniezno in Polonia. Morì nel 1298.
Fu beatificata nel 1827.

Etimologia: Iolanda = viola, dal greco

Martirologio Romano: Presso Gniezno in Polonia, beata Iolanda, badessa, che, dopo la morte del marito, il duca Boleslao il Pio, lasciati i beni terreni, professò insieme alla figlia la vita monastica nell’Ordine di Santa Chiara.


La Beata Jolanda, principessa di Polonia, naque nel 1235 da Bela IV, re d’Ungheria, e da Maria Lascaris della casa imperiale greca. Fu sorella di Cunegonda, venerata anch’essa come Beata. Terziario francescano era anche il padre Bela IV. Lan sua famiglia affondava le radici nella santità di San’ Edvige, di Santo Stefano re e di San Ladislao. Attraverso rami laterali, era imparentata con Santa Margherita, regina di Scozia.
Ancora bambina, Jolanda venne affidata alla sorella Cunegonda, che aveva sposato il re di Polonia, degnoin tutto della sua sposa, tanto da essere chiamato Boleslao il Casto. Anche Jolanda, cresciuta in età, trovò marito nel paese di adozione della sorella. Si trattava si un altro Boleslao, duca di Kalisz, chiamato Boleslao il Pio. Cosi la figlia del re d’Ungheria, cresciuta in Boemia e sposata ad un nobile polacco, fu considerata ed amata in quel paese, come nella sua patria.
Il regno di Jolanda e di Boleslao il Pio non ebbe lunga durata. Presto il marito di Jolanda morì. Ella aveva avuto tre figlie: ne sistemò due con convenienti matrimoni, e insieme con la terza figlia, che aspirava a vita religiosa, si ritirò presso le clarisse di Sandeck. In quel modesto convento viveva già la sorella, la vedova regina Cunegonda. Il silenzio del chiostro nascose così per molti anni le virtù delle tre donne, eccezionali per nascita e per vocazione. Nel 1292 Cunegonda morì. Jolanda, per sfuggire alle incursioni barbariche, lasciò quel monastero e riparò più ad occidente, nel convento delle clarisse di Gniezno. Era un convento fondato dal marito Boleslao il Pio, senza che questo certo immaginasse che tra quelle figlie di Santa Chiara, sotto il bigio saio francescano si sarebbe un girono nascosta anche la sua sposa. Benchè superiora, agiva come se fosse inferiore a tutte: praticò intensamente le virtù cristiane e religiose, specialmente  l’umiltà, la preghiera e la meditazione della passione di Cristo. Si dice pure che abbia avuto rivelazioni e apparizioni di Gesù crocifisso.
Seppe condurre le consorelle sulla via delle più eroiche virtù, precedendole nella pratica della penitenza e della contemplazione con generosità costante che era alimentata dalla meditazione quotidiana della Passione di Cristo. Lo sposo celeste la ricompensò mostrandosi a lei più volte e inebriandola delle delizie del suo amore. La solitudine non le impedì di occuparsi dei poveri, ai quali dava lietamente cibo e generose offerte.
Nel 1298 si ammalò gravemente e predisse l’ora della sua morte. Mentre le consorelle piangevano attorno al suo letto di dolore, le esortò alla fedeltà nell’osservanza della regola e alla perseveranza nel disprezzo delle cose terrene. Quindi parlò loro della magnifica ricompensa che l’attendeva in cielo. Fortificata con gli  ultimi sacramenti, si addormentò dolcemente nel Signore. Era l’11 giugno 1298. Contava 63 anni d’età. Il suo culto venne approvato da Leone XII il 26 settembre 1827.

Autore: Don Luca Roveda
 


 

La beata principessa Iolanda, figlia del re Bela IV di Ungheria, nacque nel 1235. Le sue due sorelle, decisamente più famose, furono Santa Margherita d'Ungheria, canonizzata nel 1943 da Pio XII, e Santa Kinga (Cunegonda), canonizzata da Giovanni Paolo II nel 1999. Loro zia fu Santa Elisabetta d'Ungheria, langravia di Turingia e terziaria francescana. Terziario era del resto anche il padre, Bela IV. La sua famiglia affondava le radici nella santità di Sant'Edvige e dei santi sovrani ungheresi Stefano e Ladislao.
Ancora in tenera età Iolanda venne affidata alla sorella Cunegonda dalla quale ricevette la sua formazione cristiana. Cunegonda aveva sposato il re polacco Boleslao il Casto, degno dunque in tutto della sua sposa. Anche Iolanda, una volta cresciuta, trovò marito nel paese adottivo. Si trattava del duca di Kalisz Boleslao il Pio, non indegno quindi del cognato.
Iolanda, principessa ungherese cresciuta in Boemia e sposata con un nobile polacco, fu così amata al punto di poter tranquillamente considerare la Polonia quale sua nuova patria.
Si fece anch'essa terziaria francescana ed unì ai doveri di sposa e madre l'esercizio della carità, concretizzandolo nell'assistenza ai poveri ed agli infermi. Il regno veramente esemplare di Boleslao il Casto, di sua moglie Santa Kinga e dei cognati Beata Iolanda e Boleslao il Pio, non ebbe purtroppo una lunga durata. Le due sorelle rimasero entrambe vedove molto presto, prima Cunegonda e poi nel 1279 anche Iolanda. Quest'ultima, che aveva avuto tre figlie, riuscì a combinare dei felici matrimoni per due di esse, mentre la terza, attratta dalla vita religiosa, si ritirò presso il modesto convento delle clarisse di Sandeck, dove si era già ritirata la zia vedova. In seguito la raggiunse anche la madre Iolanda, distinguendosi per la sua profonda umiltà.
Il silenzio del chiostro nascose così per molti anni le virtù delle tre donne, eccezionali non solo per le loro nobili origini, ma soprattutto per la fedeltà alla loro vocazione. Nel 1292, quando Cunegonda morì, Iolanda lasciò quel monastero e si rifugiò più ad occidente nel convento delle clarisse di Gniezno, onde sfuggire alle incursioni barbariche. Qui fu eletta badessa, forse come sorta di ringraziamento al defunto marito che aveva fondato tale monastero.
Prima che si chiudesse questo secolo caratterizzato dalla mistica, nel 1299 Iolanda morì nell'umiltà che l'aveva sempre contraddistinta.
La devozione per la Beata Iolanda è sopravvissuta prevalentemente in Polonia, dove aveva trascorso gran parte del suo pellegrinaggio terreno. Il suo nome è stato curiosamente alterato dal popolo polacco in Elena oppure talvolta Iolenta.
Nel 1631 fu iniziato il processo per la beatificazione; il 22 settembre 1827 Leone XII ne confermò il culto e permise all'Ordine dei Frati Minori Conventuali e alle Clarisse di celebrare l'Ufficio e la Messa il 15 giugno; Leone XIII ne estese la festa a tutte le altre diocesi della Polonia.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2018-02-17

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