La storia dell'antica, celebre e, un tempo, Potentissima abbazia della Trinità, a Cava, presso Salerno, fondata subito dopo il Mille, e la storia dei suoi Abati, costituiscono, per gli studiosi, un terreno quanto mai fertile e appetibile. Ciò è dovuto soprattutto alla ricchezza e alla perfetta conservazione dell'archivio cavense, le cui " arche " custodiscono la ricchissima documentazione di quasi mille anni di storia. Monsignor Alfonso Farina, studioso della storia e delle glorie del Cilento, ci informa per esempio che le fonti originali riguardanti il solo Beato Simeone sono costituite da oltre quattrocento pergamene, che costituiscono dunque un corredo storico, a dir poco, imponente! Anche il Beato Balsamo fu Abate di quei monastero che può vantare una serie impressionante di uomini eccezionali succedutisi alla sua guida nel corso di più secoli. Quando si dice che l'abbazia di Cava ebbe grande importanza nei secoli del Medioevo, non si pensi che questa situazione di privilegio fosse un dono gratuito dei cielo: era il risultato delle capacità e della santità degli uomini che la componevano e la guidavano, così come le fortune di un paese dipendono in gran parte dai meriti dei propri abitanti e soprattutto dei governanti. Il Beato Balsamo fu, tra gli illustri Abati di Cava, uno dei più illustri. Resse con saggezza il monastero per ventiquattro anni, dal 1208 al 1232, anno della sua morte. Era un uomo di lettere, che seppe conquistarsi la stima dei Pontefici, e ciò era relativamente facile per un monaco spirituale e devoto, e anche quella di _un personaggio di assai più difficile contentatura, e cioè il grande imperatore Federico Il, il " chierico magno ", il " martello del mondo ", e anche uno dei più lucidi oppositori del Papato. Proprio per simpatia per il letterato Abate Balsamo, Federico II, anch'egli poeta e letterato, favorì quanto più poté il monastero di Cava. Gli storici debbono ammettere che questi favori furono dettati, più che da calcolo politico, come di solito succede per i potenti, da vera e propria simpatia personale. Tra l'altro, l'Abate Balsamo venne nominato " giustiziere a vita ", con licenza di condannare a morte nei territori di proprietà dell'abbazia, che costituivano un vero e proprio Principato. Non crediamo che l'Abate Balsamo abbia mai fatto ricorso alla sua prerogativa di " giustiziere ", ma approfittò, giustamente, del proprio credito per recuperare i beni che indebitamente erano stati sottratti all'abbazia. Inoltre, il favore imperiale risparmiò a Cava i danni militari sofferti invece, in quegli anni, da Montecassino e da altri centri religiosi. Si deve anche a questo la provvidenziale conservazione del prezioso archivio dell'abbazia cavense. La storia del Beato Balsamo, il cui culto venne confermato nel 1928, ha una curiosa appendice nei nostri tempi. Presso Milano, anzi, ormai compresa nella zona urbana della " grande Milano ", esiste una località chiamata Cinisello Balsamo. Non sappiamo quale sia l'origine di questo nome, e specialmente della seconda metà: ma evidentemente è possibile stabilire un rapporto, se non altro di devozione, tra il Balsamo di Cinisello e il Beato Balsamo di Cava. Proprio per questo, nel 1931, la località presso Milano ottenne un'importante reliquia dell'antico Abate cilentino, diventato così, per strana attrazione di nomi, patrono della lombarda Cinisello.
Fonte:
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Archivio Parrocchia
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