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> Home > Sezione Servi di Dio > Serva di Dio Maria Gesuarda (Felice) Acciaccaferri Condividi su Facebook Twitter

Serva di Dio Maria Gesuarda (Felice) Acciaccaferri

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San Severino Marche (MC), 12 luglio 1676 - Loro Piceno, 4 marzo 1715


Felice Acciaccaferri nasce il 12 luglio 1676 dal padre Francesco, discendente della nobile famiglia Acciaccaferri di San Severino Marche (MC), e dalla madre Caterina Traversi. Felice ebbe numerosi fratelli e sorelle. Il suo nome di battesimo, Felice, è in contrasto con la vita di sofferenze che dovette affrontare. A sette mese rischiò di morire per la mancanza di latte materno, poi sarà afflitta da una malattia della pelle che la piagherà per anni. A causa di problemi allo stomaco la sua alimentazione si ridurrà a pane ed acqua e la debolezza ed i dolori la costringeranno a letto per intere settimane. Giovanissima capirà il valore della sofferenza come prova d'amore al Signore. Appena decenne sente crescere in lei il desiderio di darsi a Dio, ma intorno ai quindici anni la sua vita sembra prendere la via delle vanità del mondo. A diciannove anni, dopo ad una violenta reazione ad un rimprovero dei genitori, guardando il crocifisso si ravvede e comprende la volontà di Dio su di sé. Si affida alla guida spirituale del priore di S. Domenico, p. Benedetto Landi, ed inizia una nuova vita fatta di preghiera, penitenza e di accettazione delle crescenti sofferenze fisiche, causate dalle fitte al cuore e dalla sete bruciante.

Nel 1700, a ventiquattro anni, fa privatamente i voti di povertà, castità ed obbedienza al confessore e veste l'abito di terziaria domenicana, anche se è ardente in lei il desiderio di rinchiudersi in monastero. Immersa in frequenti esperienze mistiche della "via unitiva", in cinque anni ha già superato asceticamente le fasi "purgativa ed illuminativa", e si rivela profonda conoscitrice del misteri divini da poterne parlare con qualificati teologi.

Le accadono sempre più frequentemente fatti di carattere soprannaturale, non solo in casa e nella chiesa di S. Domenico, ma anche nei tre santuari di cui è assidua frequentatrice come pellegrina nei momenti di difficoltà o nelle calamità della popolazione. Essi sono: il Santuario del Glorioso a San Severino, dove il Crocifisso un giorno con un raggio di luce le penetra il cuore e la Beata Vergine le si mostra piangente nel 1703, anno segnato dalla calamità del terremoto; poi nel Santuario di San Nicola a Tolentino, dove nel 1699 vede le sante Braccia sanguinare e nel Santuario della Madonna di Loreto, ispiratrice e sostenitrice della sua vocazione. Il 25 ottobre 1709, suor Felice può realizzare il sogno della sua vita di entrare nel monastero delle Domenicane di Loro Piceno, prendendo il nome di Suor Gesuarda. Assalita sempre più frequentemente dalle vessazioni diaboliche, ma assistita anche visibilmente dall'Angelo Custode, intensifica l'impegno di immolazione, nel crescere di mali fisici che in breve la consumano. Muore il 4 marzo 1715, a 38 anni, lasciando vivissima testimonianza di eroicità nella pratica di ogni virtù. Appena spirata le monache, seguendo il suggerimento del direttore spirituale P: Landi, di verificare la realtà di certi fenomeni da lei tante volte dichiarati al costato e al cuore, definiti "non naturali" dai medici, chiedono ad un chirurgo di effettuare l'autopsia. L'esame autoptico rivela la presenza di una piaga aperta al costato, due costole "arcuate" sopra il cuore, il cuore stesso in parte "asciugato" ed all'interno presenta "delle libre disposte a corona ed a mazzetto come un flagello". Così è dichiarato in un atto notarile del 19 aprile 1715. E' rimasta nel nascondimento , come aveva umilmente chiesto al Signore prima di morire, avendone in risposta. "Si, per un tempo".


Chi ricevesse grazie per la intercessione della Serva di Dio, èpregato di comunicarle alla Madre Priora
Monastero "Corpus Domine" Domenicane
Via S. Liberato Brunforte, 5
62020 Loro Piceno


Autore:
Elisabetta Nardi

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Aggiunto/modificato il 2002-05-12

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