Bella, giovane, ricca: un buon partito per molti. E lei nel 1787, poco più che sedicenne, dice di sì ad un facoltoso padrone di bastimenti, che le promette una vita serena e avventurosa. Prima di partire per un viaggio a Costantinopoli le fa anche dono di un cofanetto di gioielli, quasi una promessa di matrimonio, e la ragazza è ben contenta di farne sfoggio ad una messa domenicale. Peccato che in chiesa, prima che da altri, venga notata da papà, che senza tanti complimenti la rispedisce a casa con l’ordine di togliersi di dosso tutto quel ben di Dio. Il papà, ricco commerciante che sa fare buon uso delle sue ricchezze e che è specialista in beneficenza, l’ha allevata ad una fede salda, senza bigottismi e senza smancerie, e lei, da irrequieta e turbolenta bambina, con il passare degli anni è diventata riflessiva, devota e pia, anche se con una punta di civetteria, propria dell’età. Arrivata a casa e, specchiandosi per vedersi un’ultima volta con tutti i gioielli di cui è agghindata, invece della sua vede riflessa l’immagine del Cristo nello strazio della passione. E’ una vista che la folgora e che le fa capire, meglio ancora dei rimbrotti di papà, tutta la vanità e l’inutilità della ricchezza, del lusso, dei miraggi che il mondo le sta offrendo. Conseguenza logica di quella “visione” è posare i gioielli, rompere il fidanzamento e, pochi mesi dopo, entrare nel Monastero delle Terziarie Francescane di Ischia di Castro. Sembra un “colpo di testa”, perché in monastero vi entra con un balzo, il giorno in cui papà lì l’accompagna per una visita che, lui crede, dovrebbe essere di piacere. Invece papà deve tornare a casa da solo, perché la figlia è passata al di là della grata, lasciandolo di stucco. Con il nuovo nome di suor Maria Maddalena dell’Incarnazione, per 19 anni è una religiosa modello e, ad appena 32 anni, badessa di un monastero che vive in povertà estrema e che lei riesce a far rifiorire. Il fatto è che comincia anche a far miracoli, come quello del pugno di farina, moltiplicatasi al punto da poter preparare pane per l’intera comunità e per più di 20 giorni. Mentre cresce la fama della sua santità, lei sempre più chiaramente sente che diversi sono i disegni di Dio su di lei. L’amore per l’Eucaristia, che le hanno instillato in famiglia e che è cresciuto negli anni, la sta orientando a fondare una nuova congregazione che abbia come carisma specifico l’adorazione eucaristica in forma perpetua, come un lungo ininterrotto sostare davanti a Gesù anche a nome di tutta l’ umanità. Questa volta, prima di concretizzarsi, l’idea di suor Maria Maddalena ha una gestazione lunga, durante la quale lei si preoccupa di raccogliere autorevoli consensi, “in primis” quello di papa Pio VII e, ovviamente quello del suo illuminato direttore spirituale, che riesce a trovare anche i benefattori necessari per la nuova istituzione. E con queste indispensabili “firme” di Dio su quella che lei è convinta essere la sua vera vocazione, il 31 maggio 1807 varca la soglia di una chiesa, posta praticamente all’ombra del Quirinale, dove a quel tempo abitava il Papa. Comincia così l’adorazione perpetua dell’Eucaristia di un paio di suore, che presto crescono di numero e che oggi sono presenti in 90 monasteri diffusi in Europa, America e Africa. Non solo: in questa turnazione davanti all’Eucaristia solennemente esposta per tutto il giorno suor Maria Maddalena vuole coinvolti anche i laici, che si moltiplicano dando continuità a questa perenne lode a Gesù Eucaristia. I tempi sono politicamente torbidi, perquisiscono a più riprese il monastero, addirittura la esiliano come soggetto pericoloso e disperdono le sue suore, ma tutto viene arginato dalla sua fede e dal suo amore illimitato a Gesù Eucaristia. Fino al 29 novembre 1824, quando la sua adorazione da perpetua diventa eterna, nella festa senza fine del paradiso. Suor Maria Maddalena dell’Incarnazione (Caterina Sordini) è stata beatificata a Roma lo scorso 3 maggio.
Autore: Gianpiero Pettiti
Caterina Sordini nacque a Porto Santo Stefano (Grosseto) il 17 aprile 1770; a 16 anni sembra che fosse stata promessa in sposa ad un marittimo di Sorrento, Alfonso Capece, ma lei declinò la scelta e dando seguito al suo desiderio, entrò fra le Terziarie Francescane di Ischia di Castro (Viterbo), ricevendo l’abito religioso il 26 ottobre 1799.
Ebbe come guida e padre spirituale don Giovanni Baldeschi e come spesso accade, da questo profondo legame spirituale, Caterina ricavò l’ideale di fondare un nuovo Istituto religioso dedito all’adorazione perpetua dell’Eucaristia, centro e culmine di ogni vita cristiana.
Nel frattempo nel Capitolo del 20 aprile 1802 delle Terziarie Francescane, fu eletta badessa a soli 32 anni; aveva cambiato il nome in Maria Maddalena dell’Incarnazione, si dedicò ad un deciso riordinamento economico della casa e ad una restaurazione della vita regolare delle Terziarie.
Il periodo del suo governo fu accompagnato da una serie di fenomeni straordinari e da un crescente fervore di vita spirituale, per cui in tutta la zona si diffuse la fama della giovane badessa, la quale comunque non aveva mai abbandonato l’ideale delle suore adoratici.
Con l’accordo del padre Baldeschi e del vescovo di Acquapendente, mons. Pierleone, iniziò la stesura delle regole del nuovo Istituto. L’8 luglio 1807, lasciò Isola di Castro e le Terziarie Francescane e con l’incoraggiamento di Pio VII, inaugurò a Roma la prima casa delle “Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento” in un ex convento carmelitano alle Quattro Fontane.
Durante l’occupazione francese di Roma, la Congregazione fu sciolta forzatamente in base alle leggi napoleoniche e Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione, fu mandata in esilio, prima a Porto Santo Stefano e poi a Firenze.
Ma in Toscana ebbe l’opportunità di conoscere alcune giovani, che costituirono il gruppo iniziale delle nuove Adoratrici, quando queste poterono ritornare a Roma in S. Anna al Quirinale, il 19 marzo 1814.
Quattro anno dopo, il 13 febbraio 1818, il papa Pio VII approvò definitivamente l’Istituto, che ormai era dedito alla solenne e pubblica esposizione del SS. Sacramento, con la continua adorazione.
La Madre Fondatrice, morì a Roma il 29 novembre 1824, lasciando una fama di santità e di fenomeni straordinari che l’avevano accompagnata in vita. Fu sepolta in S. Anna al Quirinale, con il permesso del papa, che allora aveva la sua residenza nel palazzo del Quirinale, ma nel 1839 le sue spoglie furono traslate nella chiesa di S. Maria Maddalena a Monte Cavallo, nuova sede di Roma delle Adoratrici Perpetue e contemporaneamente furono avviati i processi canonici per la sua beatificazione, che ad oggi sono in fase avanzata.
La presenza delle suore è attualmente in Europa, America, Africa; solo in Italia dopo Napoli e Roma che furono le prime, sono presenti in dodici case (anno 2001).
Papa Giovanni Paolo II l'ha dichiarata "Venerabile" in data 24 aprile 2001. Benedetto XVI il 17 dicembre 2007 ha riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione.
Il 3 Maggio 2008 è avvenuta la celebrazione della beatificazione a Roma presso la Basilica di San Giovanni in Laterano.
Autore: Antonio Borrelli
Caterina Sordini nasce a Porto Santo Stefano (Grosseto), nel 1770. È una bambina fortunata, bellissima e ricchissima. Quando ha sedici anni un proprietario di navi la chiede in sposa offrendole una vita agiata e avventurosa, fatta di viaggi in luoghi lontani e di ogni lusso. Un giorno le dona gioielli costosissimi che la bella Caterina, vanitosa, sfoggia durante una Messa domenicale. Il padre, facoltoso commerciante, ma anche molto religioso e sobrio, abituato a fare beneficenza, non amante di chi ostenta le proprie ricchezze, ordina alla figlia di andare a togliersi di dosso quei gioielli così appariscenti. Caterina obbedisce al padre, ma prima di riporre quei preziosi che tanto le piacciono, desidera ammirarli specchiandosi. Quale stupore quando invece del proprio volto la ragazza vede l’immagine di Gesù sofferente. Non c’è altro da capire. Caterina si toglie quei gioielli e riflette sulla sua vanità inutile.
Non si sposa più e decide di entrare in convento, tra le Terziarie Francescane, a Ischia di Castro (Viterbo) lasciando di stucco la famiglia. Diventa suor Maria Maddalena dell’Incarnazione e, dopo qualche anno, viene nominata badessa. Grazie alle sue capacità il convento rifiorisce. In questo periodo si narra di alcuni miracoli compiuti dalla suora come quella volta in cui moltiplica la farina, tanto da non fare mancare il pane alle consorelle per quasi un mese.
Nel 1807 Madre Maria Maddalena si reca a Roma dove, nell’ex Convento carmelitano alle “Quattro Fontane”, fonda l’Istituto dell’Adorazione Perpetua dell’Eucaristia, affinché non venga mai a mancare, 24 ore su 24, la preghiera e la contemplazione rivolte all’ostia benedetta, che racchiude il corpo di Gesù. In seguito all’invasione di Napoleone Bonaparte, Maria Maddalena viene esiliata in Toscana. Dopo la caduta di Napoleone, la suora torna a Roma. Vicino al Quirinale (dove a quei tempi dimorava il papa), nella Chiesa di Sant’Anna insedia la Casa Madre della sua congregazione che si propagherà, fino ai giorni nostri, dall’Italia in tutto il mondo: Europa, Africa, America. Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione muore a Roma nel 1824 dove il suo corpo riposa, presso la chiesa del Monastero delle Adoratrici.
Autore: Mariella Lentini
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