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San Materno di Milano Vescovo

18 luglio

Sec. IV

Martirologio Romano: A Milano, san Materno, vescovo, che, restituita la libertà alla Chiesa, traslò con tutti gli onori i corpi dei martiri Nábore e Felice da Lodi nella sua città.


Il 18 luglio abbiamo celebrato San Materno. Non conosciamo con certezza né l’anno d’inizio del pontificato (dovrebbe essere stato il 316) né quello della morte (forse il 328). Fu il settimo vescovo di Milano e gli dobbiamo con ogni probabilità la basilica dei Santi Nabore e Felice, che fece costruire, per accogliere i corpi d’esempio ad Ambrogio, il quale, analogamente, volle essere deposto tra Gervasio e Protasio. Anche la traslazione di Nabore e Felice pare si debba ad una donna «pia e religiosa», Sabina, che persuase il vescovo Materno - e forse glieli donò - ad accogliere nel «grembo materno» della Chiesa di Milano i due martiri, perché qui «li facesse nascere alla risurrezione della vita eterna». Il gioco di parole (materno è il grembo della Chiesa come il nome del suo vescovo) dell’antico racconto (secolo V) ci permette sia di pensare che la devozione di Materno per i martiri fosse nota, sia che tale fosse il suo stile di governo, come insegnerà Ambrogio: «La benevolenza è come la madre comune di tutti, stringe indissolubilmente le amicizie, è fedele nel consigliare, lieta nella prosperità, triste nella sventura: ognuno si affida al consiglio d’una persona benevola più che a quello d’un sapiente». Il volto di San Materno ci è conservato negli splendidi mosaici di San Vittore in Ciel d’oro nella basilica di Sant’Ambrogio.

Autore: Ennio Apeciti


 

E' il settimo vescovo di Milano, successore immediato di Mirocle, che partecipò ai concili di Roma del 313 e di Arles del 314 ed antecessore immediato di Protasio, che partecipò al concilio di Sardica del 343-344; erroneamente gli Atti leggendari della sua vita lo antepongono a Mirocle, collocando il suo episcopato durante la persecuzione di Diocleziano e mettendolo in particolare relazione con i martiri milanesi Nabore e Felice (nella cui basilica egli fu sepolto) ed anche con i martiri Vittore, Fedele, Carpoforo ed Alessandro.
Gli antichi cataloghi dei vescovi milanesi lo dicono morto il 18 luglio: ed in questo giorno viene ricordato sia dalla liturgia ambrosiana, sia dal Martirologio Romano; tuttavia il Liber notitiae sanctorum Mediolani, del XIV sec., lo ricorda il 19 1uglio.
Gli vengono attribuiti dodici anni di episcopato. Le reliquie di s. Materno furono oggetto di una ricognizione privata da parte di s. Carlo Borromeo nel 1571.
La piú antica rappresentazione iconografica del santo si trova in un mosaico della basilichetta di S. Vittore in Ciel d'Oro, del sec. V, attualmente incorporata nella basilica di S. Ambrogio, in cui s. Materno è raffigurato, barbato e vestito d'una dalmatica tra i ss. Nabore e Felice.


Autore:
Antonio Rimoldi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2002-11-06

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