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Santi Espero, Zoe, Ciriaco e Teodulo Martiri di Attalia

2 maggio

Attalia, Panfilia, † 120 ca.

Il Martirologio Romano, i Sinassari bizantini e gli Acta Sanctorum commemorano il 2 maggio il martirio di Espero, Zoe, Ciriaco e Teodulo, una famiglia cristiana di Attalia (odierna Adalia) in Panfilia durante il regno di Adriano. Originari italiani e di condizione servile, al servizio del ricco Catlo, i due figli Ciriaco e Teodulo, professando la loro fede cristiana, rifiutarono cibo e vino offerti alla dea Fortuna in occasione della nascita del figlio di Catlo. Il loro atto di ribellione li condusse al martirio per mano del padrone, che li fece torturare e poi gettare in una fornace. La loro storia, seppur breve, testimonia la loro incrollabile fede e il coraggio di professarla in un contesto pagano, rafforzata dal vincolo di parentela che li univa. A Costantinopoli, due chiese dedicate ai quattro martiri ne celebravano la memoria con solennità.

Martirologio Romano: Ad Antalya in Panfilia, nell’odierna Turchia, santi martiri Espéro e Zoe, coniugi, e i loro figli Ciriaco e Teodúlo, che, come si racconta, sotto l’imperatore Adriano, essendo schiavi di un pagano, tutti, per ordine del loro stesso padrone, furono dapprima percossi e crudelmente torturati per avere apertamente professato la fede cristiana; infine, gettati in un forno infuocato, resero la loro anima a Dio.


Il ‘Martirologio Romano’, i Sinassari bizantini e gli ‘Acta Sanctorum’ celebrano al 2 maggio i quattro componenti di una unica famiglia, tutti martiri.
Espero e Zoe marito e moglie, Ciriaco e Teodulo loro figli; al tempo dell’Imperatore Adriano (117-138) erano cristiani di Attalia (odierna Adalia) in Panfilia, che insieme alla Cilicia formava dal 43 d. C. una provincia romana dell’Asia Minore.
Essi erano originari italiani e di condizione servile, acquistati da un ricco abitante di Attalia di nome Catlo o Catolo. I due giovani Ciriaco e Teodulo stanchi di servire un padrone pagano, decisero di rivelare al loro padrone di appartenere alla religione cristiana e nell’occasione della nascita di un figlio di Catlo, rifiutarono insieme ai loro genitori Zoe ed Espero, vino e cibo a loro dati, perché temevano che fossero stati offerti prima alla dea Fortuna, molto onorata in quella casa.
Questo rifiuto fece irritare il loro padrone il quale li fece torturare tutti e quattro, facendoli poi morire di sua autorità in una fornace.
Altro non si sa di questi quattro martiri, servi nella vita terrena, ma splendenti di gloria celeste per il loro martirio, subìto per affermare in quel tempo pagano, i principi cristiani, ancor più perché erano uniti da stretta parentela.
A Costantinopoli venivano solennemente festeggiati nelle due chiese a loro dedicate.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-12-27

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