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San Bennone (Benno) di Meissen Vescovo

16 giugno

Sassonia XI secolo – Meissen, 16 giugno 1107

Benno (o Bennone), vescovo di Meissen, in Sassonia, quando nel 1085 fu deposto dall'imperatore Enrico IV (per aver difeso Papa Gregorio VII) gettò le chiavi del duomo nel fiume Elba. Tornando, anni dopo, le recuperò dal ventre di un pesce. Spesso perciò viene raffigurato mentre accade questo miracolo. Ed è per questo patrono dei pescatori. Lo è anche della diocesi di Dresda-Meissen e di Monaco di Baviera. Qui viene festeggiato con grande solennità e anche folklore (un tempo c'era una birra che portava il suo nome). Morì nel 1106 dopo 40 anni di episcopato. Fu canonizzato nel 1523 da Adriano VI. E la solenne esumazione delle spoglie, avvenuta l'anno dopo, diede occasione a Lutero per scrivere un violento pamphlet contro il culto dei santi. Divenuta la Sassonia protestante, la tomba di Benno venne distrutta. Ma le reliquie erano già state portate a Monaco, nella Frauenkirche, dove sono tuttora. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Meissen nella Sassonia in Germania, san Benno, vescovo, che per aver voluto conservare l’unità della Chiesa e la fedeltà al Romano Pontefice fu scacciato dalla sua sede e mandato in esilio.


S. Bennone o Benno, nacque da una nobile famiglia della Sassonia in un anno imprecisato del sec. XI; nel 1062 era cappellano a Goslar e nel 1066 venne nominato vescovo di Meissen dall’imperatore Enrico IV, come era consuetudine allora, venendo poi consacrato dall’arcivescovo di Magdeburgo Werner.
Durante la guerra fra i Sassoni e l’imperatore, Bennone si schierò con i suoi compatrioti, pur senza prendere parte attiva negli scontri; finite le ostilità poté riappacificarsi col sovrano.
Ma questo non impedì, che il territorio di Meissen fosse invaso dai soldati, i quali lasciati liberi di farlo, da Enrico IV, saccheggiarono le proprietà vescovili e imprigionarono lo stesso vescovo.
Riottenne la libertà quando nel 1076, Enrico IV fu scomunicato; partecipò agli eventi successivi che portarono sul trono Rodolfo di Svevia; nel 1085 insieme al suo metropolita, sostenne papa Gregorio VII (1073-1085) nella sua lotta con l’Impero di Germania, per l’investitura dei vescovi, ma i fautori di Enrico IV nella Dieta di Magonza, lo fecero deporre e lo sostituirono sulla cattedra episcopale di Meissen da un certo Felice.
Dopo la morte di Gregorio VII nel 1085, Bennone venne in Italia e fece atto di ubbidienza all’antipapa Guiberto, riottenendo così il suo vescovado, dove rimase senza altri eventi fino al 1088, gratificato dai doni dell’imperatore.
Le notizie storiche su di lui terminano nel 1097, quando egli riconobbe il legittimo papa Urbano II; morì probabilmente il 16 giugno del 1107.
Nel 1285, il suo corpo fu tolto dal sepolcro e deposto in un urna sull’altare e da allora avvennero molti miracoli per sua intercessione. È autore di molti scritti esegetici sui Vangeli.
Fu canonizzato con solennità nel 1523 da papa Adriano VI, in questa occasione Martin Lutero compose un libello contro il culto dei santi, a lui rispose Girolamo Emser, che aveva scritto e pubblicato nel 1512 la ‘Vita’ di s. Bennone.
Quando la Sassonia, passò al protestantesimo, la sua tomba e l’altare furono distrutti, ma le reliquie erano state salvate dal vescovo Giovanni VIII, che le aveva trasferite nel suo castello di Stolp, in seguito giunsero a Wurzen e poi a Monaco di Baviera e infine nel 1580 definitivamente nella cattedrale di Meissen.
Patrono della stessa città e della Baviera, è ricordato il 16 giugno. Nell’iconografia è rappresentato in abiti episcopali mentre estrae dal ventre di un grosso pesce, che gli viene portato da un pescatore, le chiavi della cattedrale di Meissen, che secondo una leggenda dell’epoca, sarebbero state buttate nel fiume Elba, quando Enrico IV fu scomunicato e lui era partito per Roma.

Autore: Antonio Borrelli
 


 

Bennone (chiamato anche Benno) nasce nell’XI secolo in una famiglia nobile della Sassonia (Germania). Diventa monaco e nel 1066 viene proclamato vescovo di Meissen, piccola località sassone, situata sulle rive del fiume Elba. I tempi in cui Bennone vive sono difficili per la Chiesa cattolica: l’imperatore, infatti, pretendeva di nominare vescovi e papi e le guerre sanguinose tra clero e governanti erano, purtroppo, all’ordine del giorno. Anche Bennone subisce gravi persecuzioni. L’imperatore del Sacro romano impero e re di Germania Enrico IV, che rivendica per sé i poteri della Chiesa, dichiara guerra a papa Gregorio VII, deponendolo e nominando al suo posto l’antipapa Clemente III.
Nel 1085 l’imperatore invade la Sassonia e confisca tutti i beni vescovili, mandando in esilio Bennone, rimasto fedele al romano pontefice. Enrico IV viene scomunicato e quindi gli è proibito entrare nella Cattedrale di Meissen. Bennone, prima di lasciare la sua città, chiude la chiesa e getta le chiavi nel fiume Elba. La leggenda narra che quando Bennone, alcuni anni dopo, torna nella sua Meissen, gli venga offerto da un pescatore, durante un banchetto, un grande pesce, all’interno del quale il vescovo trova la chiave che aveva buttato nel fiume Elba. Per questo motivo egli viene quasi sempre raffigurato con l’abito episcopale e con un pesce in mano.
Bennone muore a Meissen nel 1107. Il vescovo è stato autore di vari libri che spiegano il Vangelo e si narra di molti miracoli avvenuti dopo la sua morte. Nel 1523 papa Adriano VI lo proclama santo. Con l’avvento del Protestantesimo in Sassonia, la tomba di San Bennone viene distrutta, ma le sue reliquie sono salve e trasportate a Monaco di Baviera, città di cui il santo è patrono. In seguito, nel 1580, furono trasferite nella Cattedrale di Meissen. È patrono anche della diocesi di Dresda-Meissen e viene invocato sia come protettore dei pescatori, sia per favorire o far cessare la pioggia.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-06-22

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