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Beato Emanuele Domingo y Sol Sacerdote e fondatore

25 gennaio

Tortosa, Spagna, 1° aprile 1836 - 25 gennaio 1909

Manuel Domingo y Sol nasce a Tortosa il 1° aprile 1836, penultimo di dodici figli. A quindici anni entra nel seminario diocesano di Tortosa, dove viene conosciuto e apprezzato per le sue virtù e qualità. Il 9 luglio 1860 viene ordinato sacerdote: subito si dedica all’insegnamento del catechismo e alla predicazione. I campi della sua azione pastorale sono la gioventù, la stampa e le buone letture, gli operai, la direzione spirituale. Nel febbraio 1873 incontra Ramón Valero, un seminarista costretto a chiedere l’elemosina: scopre quindi che ci sono molti giovani come lui, privi, oltre che di mezzi per sostentarsi, di quelli necessari per la formazione in vista del sacerdozio. Sette mesi dopo, apre la “Casa di San Giuseppe” per seminaristi poveri, la prima di tante case dove la selezione dei candidati al sacerdozio si coniuga con un clima di famiglia. Per dare continuità ai suoi ideali formativi, nel 1881 fonda la Fraternità dei Sacerdoti Operai del Cuore di Gesù. Nel 1892 fonda a Roma il Collegio Spagnolo di San Giuseppe, per i preti inviati a completare la loro formazione accademica. Muore a Tortosa il 25 gennaio 1909, rimpianto dai confratelli e considerato «santo apostolo delle vocazioni». È stato beatificato dal Papa san Giovanni Paolo II il 29 marzo 1987. Dopo di lui sono stati beatificati altri trenta Sacerdoti Operai, martiri durante la persecuzione religiosa della guerra civile spagnola. I suoi resti mortali sono venerati nel Tempio della Riparazione di Tortosa, da lui stesso fatto riedificare.

Martirologio Romano: A Tortosa in Spagna, beato Emanuele Domingo y Sol, sacerdote, che fondò della Società dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù per suscitare le vocazioni sacerdotali.


«Chiunque avesse a che fare con lui aveva l’impressione di essere il suo preferito». Non è un complimento da poco: per tutti e, in particolare, per i sacerdoti, chiamati ad incarnare la bontà e la tenerezza di Gesù verso ogni creatura. E questo dicevano quanti avevano la fortuna di incrociare sulla loro strada don Manuel Domingo y Sol, un prete «buono, esemplare e pio, dotato di un buonumore impagabile, con un carattere semplice, sano, da contadino».
Nato a Tortosa il 1° aprile 1836 e prete a ventiquattro anni, don Manuel è prima viceparroco e successivamente parroco in alcune parrocchie della diocesi. Sa predicare e sa farsi ascoltare, così lo annoverano quasi subito tra i predicatori delle missioni al popolo.
Al vescovo però non sfuggono l’intelligenza viva e le capacità di quel giovane prete e lo manda, nel 1862, all’università di Valencia per la licenza di teologia, che lui consegue tre anni più tardi. Subito dopo lo assegna come confessore di tre conventi di clausura e in più gli chiede, nel 1864, di insegnare religione in alcuni collegi.
Don Manuel si tuffa in mezzo nell’ambiente giovanile con la forza di un apostolo e il carisma di un profeta. Questa sua lunga frequentazione dei giovani, di cui è insegnante, consigliere, direttore spirituale, lo porta a constatare la loro sete di Dio e, contemporaneamente, la carenza di “operai” adeguatamente formati per i vari campi di apostolato.
Incredibile a dirsi, questo prete che conquista i giovani e che si lascia “mangiare” da loro, non ha però ancora trovato la sua vera vocazione e ancora sta cercando di sapere cosa il Signore vuole veramente da lui.
Lo scopre, in modo del tutto imprevedibile, in una gelida giornata del febbraio 1873, in cui si imbatte in Ramón Valero, un seminarista che sta chiedendo l’elemosina e che abita in una catapecchia da quando il seminario di Tortosa è stato distrutto dalla Rivoluzione del 1868.
Don Manuel viene così a conoscere tutta la miseria in cui vivono questi giovani, desiderosi nonostante tutto di coronare la loro vocazione: senza cibo se non quello che viene loro donato per carità, senza formazione né guida spirituale, senza luce e riscaldamento che sarebbero le condizioni minime per poter studiare di sera.
Don Manuel, folgorato da quanto Ramon gli ha fatto intravedere, senza perdere tempo, già sette mesi dopo apre la prima “Casa di san Giuseppe”, le cui porte si aprono per i primi ventiquattro seminaristi poveri. Che tre anni dopo sono già diventati novantotto e sei anni dopo sono addirittura più che triplicati.
Quasi senza che lui se ne accorga, il Signore gli ha messo in cuore una grande passione per le vocazioni. «Tanti e buoni sacerdoti» è lo slogan che conia in quegli anni e che dice tutta la sua passione nel far nascere e soprattutto nel formare nuove vocazioni sacerdotali.
La sua pedagogia vocazionale si fonda su quattro pilastri: la selezione dei candidati, il clima formativo che deve avere carattere familiare, la fraternità universale e un’intensa vita spirituale. Quest’ultima, a sua volta, deve saldamente poggiare sull’Eucaristia e deve irradiarsi attraverso la devozione al Sacro Cuore e alla Madonna.
Per dare continuità alla sua opera fonda la Fraternità dei Sacerdoti Operai del Cuore di Gesù, con una spiritualità riparatrice e con il carisma specifico di curare la formazione dei futuri sacerdoti. Mentre le sue “Case” si moltiplicano, don Manuel fonda a Roma nel 1892 il Collegio Spagnolo, che ha formato più di tremila sacerdoti e che ha dato alla Chiesa oltre settanta vescovi.
Don Manuel muore il 29 gennaio 1909. I suoi resti mortali riposano dal 21 aprile 1926 nel Tempio della Riparazione di Tortosa, già chiesa dei Mercedari, da lui stesso fatto riedificare e inaugurato nel 1903.
È stato beatificato il 29 marzo 1987 dal Papa san Giovanni Paolo II. Dopo di lui, sono stati beatificati altri trenta Sacerdoti Operai, tutti martiri durante la persecuzione religiosa della guerra civile spagnola.

Preghiera
O Dio,
che hai suscitato
nel Beato Manuel Domingo y Sol
il senso profondo di ogni vocazione,
specialmente della vocazione sacerdotale;
concedici, per la sua intercessione,
apostoli coraggiosi delle vocazioni,
generose risposte alle tue chiamate,
e donaci la grazia
che ti chiediamo per la sua intercessione.
Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.


Autore:
Gianpiero Pettiti

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Aggiunto/modificato il 2021-10-30

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