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Venerabile Marianna Amico Roxas Laica, fondatrice

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San Cataldo, Caltanissetta, 21 dicembre 1883 - 24 giugno 1947

Marianna Amico Roxas, nativa di San Cataldo in provincia di Caltanissetta, avrebbe desiderato diventare religiosa nelle Suore Serve dei Poveri fondate da padre Giacomo Cusmano (Beato dal 1983), ma fu impedita dalla famiglia. L’incontro con Giulia Vismara, della Compagnia di Sant’Angela Merici e originaria di Milano, la orientò invece verso quel tipo di consacrazione nel mondo: entrò quindi tra le Orsoline secolari il 6 maggio 1912. Fondò la Compagnia di Sant’Orsola nelle diocesi di Caltanissetta, Catania e in quella di Caltagirone. Morì a San Cataldo il 24 giugno 1947. È stata dichiarata Venerabile il 19 dicembre 2011. Le sue spoglie mortali riposano nella chiesa madre di San Cataldo accanto a quelle di monsignor Alberto Vassallo, suo parente in linea materna, e a quelle di monsignor Cataldo Naro.



È quella che si può definire “un buon partito”. Di condizioni familiari più che agiate, è colta, raffinata, eclettica: parla e scrive correttamente il francese, conosce la musica, sa suonare il piano, andare a cavallo, dipingere e ricamare. Nata nel 1883 a San Cataldo (Caltanissetta), unica femmina in una nidiata di otto figli, ha avuto la possibilità di perfezionare la sua cultura al pari dei maschi di famiglia, ad Acireale, a Palermo e poi addirittura a Napoli.  Peccato, per i pretendenti alla sua mano, che abbia “strani” gusti e che dimostri troppa simpatia per le suore “bocconiste”, cioè il ramo femminile dei Missionari Servi dei Poveri fondati dal beato Cusmano, la cui opera di assistenza è stata popolarmente ribattezzata “Boccone del povero”. Una simpatia per niente condivisa dalla famiglia, che oppone un netto rifiuto alla vocazione di Marianna, che, invece di piangersi addosso, cerca subito di far di necessità virtù; perché se son riusciti a tarpar le ali sul nascere alla sua vocazione, i familiari non riusciranno mai a condizionarne pensieri e sentimenti e neppure ad impedirle “di avere un desiderio solo:  fare ciò che Dio vuole e come lo vuole”, dato che “Gesù tutto dispone per il nostro bene quando è per la sua gloria”.
Un aiuto insperato le arriva infatti da un parente per linea materna, tal Alberto Vassallo, futuro nunzio apostolico, ma già prete d’avanguardia, che ha avuto in simpatia le spinte innovative di Leone XIII.  Probabilmente perché convinto dell’autenticità di quella vocazione che non decolla per motivi familiari, il saggio prete favorisce un incontro tra Marianna e la Compagnia di S. Orsola, vecchia di quasi 4 secoli e molto attiva specialmente in Lombardia, dov’è stata fondata da Sant’Angela Merici, ma ancora sconosciuta in Sicilia. È persuaso, infatti, che ben si attagli ad un’anima generosa come Marianna, ormai quasi trentenne, questa forma di consacrazione “nel mondo”, che le consenta di continuare a stare in famiglia, senza l’obbligo cioè della vita comune e dell’abito religioso, spingendola nel contempo verso un’intensa attività caritativa e catechistica cui sembra decisamente portata. Ed è così che avviene l’incontro tra Marianna e Giulia Vismara, superiora delle Orsoline di Milano, in visita a Palermo nei primi mesi del 1912, in conseguenza del quale a maggio la Compagnia mette radici in Sicilia.
Subito le “orsoline” sono richiestissime e “cercate come il pane”; le comunità si espandono a macchia d’olio, malgrado alcune incomprensioni iniziali con il clero e le pur inevitabili scosse di assestamento nel tessuto parrocchiale, perché è sotto gli occhi di tutti il bene immenso che queste consacrate riescono a promuovere. Marianna, che fin dall’inizio ha avuto compiti di responsabilità, finisce con l’assumere il ruolo di madre spirituale e maestra di formazione delle consorelle. Con le parole, certo, ma soprattutto con l’esempio, che si riflette nel suo stile di vita e nei suoi gesti quotidiani: attingendo generosamente dalle proprie tasche per procurare il “pane di Sant’Antonio”  ai poveri della parrocchia; rinunciando spontaneamente a tutte le sue proprietà di famiglia a favore dei fratelli e adottando un abbigliamento semplice ed umile; scegliendo sempre la terza classe del treno per i suoi spostamenti da una consorella all’altra da un capo all’altro della Sicilia.
La sua consacrazione non è un ripiego o una compensazione per la mancata consacrazione religiosa, piuttosto una scelta di vita, la sua unione sponsale con Gesù e la strada della sua santificazione. Nel “pellegrinaggio della carità” di casa in casa per la catechesi degli adulti a domicilio, che serve anche a individuare bisogni e situazioni di emergenza, Marianna è sempre in prima linea, malgrado la sua salute fragile, fino a che le forze la sostengono. Poi arriva un cancro intestinale, contro il quale non ci sono rimedi, mentre lei ripete: “Il Signore ci lavora in tutte le maniere, ma l’anima ne resta fortificata e il dolore non fa che purificarci ed elevarci a Dio sommo nostro amore”.
Muore completamente consumata dal suo male il 24 giugno 1947 e di Marianna Amico Roxas la gente, che già la considera santa, testimonia che “il solo guardarla rasserenava l’anima e che quando lei camminava anche la sua ombra dava buon esempio”. Pure la Chiesa sembra essere dello stesso parere: il 19 dicembre 2011 l’ha proclamata venerabile e forse tra non molto la metterà sugli altari.

Autore: Gianpiero Pettiti

 


 

Splendida figura di laica consacrata della Chiesa siciliana; Marianna Amico Roxas nacque a S. Cataldo (Caltanissetta) il 21 dicembre 1883, da una famiglia benestante inserita in buone condizioni economiche, nella società dell’inizio dell’unità nazionale.
La sua posizione sociale le permise di essere educata in buoni collegi a Palermo, Acireale e Napoli; acquisì gusto estetico e signorilità, che la fecero diventare bene accetta a tutti, senza ostentazioni, aperta alla ricerca della bellezza interiore nell’elevazione della mente e del cuore a Dio.
E in questa ricerca si orientò verso la consacrazione della sua vita ai poveri; nei dintorni della sua casa, il beato Giacomo Cusmano, sacerdote palermitano, aveva aperto nell’ex convento dei Cappuccini, un ricovero per poveri abbandonati, gestito dalle Suore Bocconiste, chiamate così perché religiose della Congregazione da lui fondata, dei Missionari Servi dei Poveri, detta anche “Boccone del Povero”.
L’umiltà del loro servizio generoso attirò Marianna, che espresse il desiderio di entrare nella loro Congregazione; l’opposizione dei familiari fu categorica, ma nel suo cuore mantenne la vocazione di consacrarsi a Dio.
Aveva 29 anni, quando in Sicilia arrivò Giulia Vismara, una milanese delle Orsoline di s. Angela Merici, invitata dal cardinale Lualdi, con lo scopo di allargare anche in Sicilia la Compagnia di S. Orsola e così dopo un primo incontro con la Vismara, preparato da un sacerdote del paese suo parente, Marianna partecipò ad altri incontri spirituali organizzati dall’Orsolina.
Il 6 maggio 1912 entrò nella Compagnia di S. Orsola, quel giorno rappresentò la svolta decisiva della sua vita, al punto che ogni anno lo festeggiava come l’anniversario di un matrimonio.
Consacratasi nella Compagnia, rimase così laica in casa propria, ma a servizio della Chiesa, testimoniando quella presenza della donna nella vita ecclesiale, che a quei tempi costituiva una novità.
Radunò tutte quelle giovani della sua S. Cataldo, umili nelle condizioni e modeste per cultura, che formò e guidò una ad una finché visse, facendole diventare lievito di vita cristiana in tutto il paese.
Da qui la Compagnia si diffuse in vari Comuni della Diocesi, Montedoro, S. Caterina, Calascibetta, Caltanissetta, Delia, sostenuta dal vescovo mons. Intreccialagli. Guidò il diffondersi dell’Opera con mano sicura, superando difficoltà che le provenivano anche da incomprensioni dei parroci, che tendevano a strumentalizzare la Compagnia, fu affiancata da insigni sacerdoti che collaborarono nella cura della sua Opera.
Nel 1924 nacque la Casa di S. Angela a S. Cataldo per le riunioni delle compagne, qualche tempo dopo vi iniziò la pratica quotidiana dell’adorazione eucaristica. I membri consacrati della Compagnia di S. Orsola, operavano nella catechesi, nell’assistenza ai poveri e nelle file dell’Azione Cattolica, sempre con un ruolo di servizio.
Il cardinale Nava la invitò nel 1926 a fondare la Compagnia a Catania, della quale rimase responsabile diocesana fino al 1939; altre Case si aprirono a Caltagirone e Piazza Armerina. Pur essendo fragile di salute Marianna Amico Roxas, fu attiva ed operosa, viaggiò frequentemente da Palermo a Milano, a Brescia e nei Comuni della sua diocesi di Caltanissetta.
Vera fondatrice della Compagnia di S. Orsola in Sicilia, secondo lo spirito di s. Angela Merici, morì il 24 giugno 1947 a S. Cataldo.
Il processo per la sua beatificazione iniziò il 14 dicembre 1988 e fu chiuso a Caltanissetta nel 1991; la “Positivo super virtutibus” è stata completata nel 1999. Attualmente prosegue a Roma presso la competente Congregazione per le Cause dei Santi.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2015-08-06

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