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San Giacomo l'Interciso (il Solitario) Martire in Persia
Festa:
27 novembre
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Originario di Beth Lapat, nel Beth Huzaye (Huzistan), Giacomo occupava un posto ragguardevole alla corte di Yazdegerd I. Per non aver guai apostatò dalle fede cristiana che condivideva con sua madre e la sua sposa. Non appena queste lo seppero, gli inviarono una lettera e questo bastò a farlo ritornare alla fede. Sorpreso un giorno a leggere le Sacre Scritture, fu denunciato al re. Sottoposto a un lungo interrogatorio, confessò coraggiosamente la sua fede. Irritato da tale ostinazione, il re lo condannò al supplizio che gli meritò il soprannome di interciso, cioè a quello dell'amputazione successiva delle dita delle mani e dei piedi, quindi dei piedi, delle mani, delle braccia e delle gambe. Il martirio si concluse con la decapitazione. Il re di Persia, poi, ordinò di bruciare le reliquie del martire e di disperderle ma alcuni cristiani riuscirono a impadronirsene e le trasportarono a Gerusalemme. (Avvenire)
Martirologio Romano: In Persia, san Giacomo, detto l’Interciso, martire, che, al tempo dell’imperatore Teodosio il Giovane, aveva rinnegato Cristo in ossequio al re Iasdigerd, ma, aspramente rimproverato da sua madre e dalla moglie, si pentì e professò coraggiosamente la sua fede cristiana davanti a Varam, figlio e successore del sovrano di Persia, che, adirato, pronunciò contro di lui la sentenza di morte ordinando che fosse tagliato a pezzi e infine decapitato.
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Originario di Beth Lapat, nel Beth Huzaye (Huzistan), Giacomo occupava un posto ragguardevole alla corte di Yazdegerd I. Per non aver guai apostatò dalle fede cristiana che condivideva con sua madre e la sua sposa. Non appena queste lo seppero ,gli inviarono una lettera per farlo rinsavire e questo bastò a farlo ritornare ,e con più fervore, alla fede primitiva. Sorpreso un giorno a leggere le Sacre Scritture, fu denunciato al re. Sottoposto a un lungo interrogatorio, confessò coraggiosamente la sua fede. Irritato da tale ostinazione, il re lo condannò al terribile supplizio che gli meritò il soprannome di interciso , cioè a quello dell’amputazione successiva delle dita delle mani e dei piedi ,quindi dei piedi, delle mani, delle braccia e delle gambe. Ogni nuovo supplizio fu accompagnato da un’invocazione di Giacomo al Signore attinta da un versetto biblico! Il martirio si concluse con la decapitazione, Avendo poi il re di Persia scoperto che i cristiani rendevano culto alle reliquie dei martiri, ordinò di bruciare i resti di Giacomo e di disperderli ma alcuni cristiani riuscirono a impadronirsene e li trasportarono a Gerusalemme dove arrivarono dopo 40 giorni di cammino e furono poste nel monastero degli Ibèri ( presso la cittadella o “Torre di Davide” ), fondato da Pietro l’Iberico, monofisita. Quando questi,in seguito al Concilio di Calcedonia, fu espulso da Gerusalemme, portò con sé in Egitto le reliquie di Giacomo. E’ commemorato il 27 novembre.
Autore: Paola Cristofari
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