A Landerneau (Finistère), paese di cui è patrono, una statua del XVII sec. rappresenta Hoardon vestito da vescovo, con mitra e pastorale, in atto di benedire. I diversi Propri dell'antica diocesi di Léon, come quello attuale di Quimper, che ha assorbito Léon con il concordato del 1802, fissano la festa del santo al 24 novembre e lo designano come vescovo della città. I cataloghi episcopali della diocesi sono tardivi e poco attendibili, ma A. Le Grand, nel XVII sec. non esita a precisare che Hoardon fu l'ottavo vescovo di Léon, «eletto l'anno 635 sotto il papa Onorio I, l'imperatore Eraclio e il re di Bretagna Hoel III» e che «mori l'anno 650».
Egli non ebbe la ventura di avere una propria leggenda, anche tardiva. Compare soltanto nelle Vitae leggendarie e recenti di s. Erveo e di s. Goeznoveo. Nella prima, Hoardon, protettore e amico di s. Erveo, conduce faticosamente e lentamente il bardo cieco al concilio dei vescovi brettoni riunito sulla cima del Menez Bré, per condannare il famoso tiranno Conomor che aveva ucciso sua moglie, s. Trifina, e suo figlio, s. Tremore.
Di ritorno dal concilio, Hoardon chiese a Erveo di pregare Dio perché anch'egli potesse contemplare le meraviglie del cielo come faceva lui, malgrado i suoi occhi ciechi. Dopo tre giorni di digiuno e di preghiere, ambedue videro il cielo dischiudersi e contemplarono i cori degli angeli e dei santi, che s. Erveo riconosceva al passaggio, al suono di una incantevole melodia. Quando essi ebbero intonato il cantico Cantemus Domino il cielo si richiuse, ma Hoardon faticò a ritornare sulla terra. Quando si ammalò, egli fece chiamare l'abate s. Goeznoveo, perché lo assistesse e gli desse gli ultimi sacramenti, e lo scelse come suo successore.
Se non è possibile documentare alcunché sull'episcopato e sull'epoca di Hoardon bisogna riconoscere che il culto è antico: lo si trova invocato nelle antiche litanie brettoni del IX sec. sotto il nome di Hoierdonus e Hoardonus.
Autore: Jean Evenou
Fonte:
|
|
|
|