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León, Spagna, - † Nagasaki, Giappone,, 24 settembre 1637
Martirologio Romano: A Nagasaki in Giappone, sant’Antonio González, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, mandato in Giappone con cinque compagni e poco dopo arrestato, fu sottoposto per due volte al supplizio dell’acqua e, preso dalla febbre, precedette gli altri nella morte sotto il comandante supremo Tokugawa Yemitsu.
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Sant’Antonio González fa parte dello stuolo di 16 martiri per la fede, uccisi a Nagasaki in Giappone negli anni 1633-37; facendo seguito al numeroso gruppo di 205 martiri che donarono la loro vita, sempre a Nagasaki-Omura, negli anni 1617-32.
Essi furono vittime della persecuzione scatenata il 28 febbraio 1633, dallo “shogun” (supremo capo militare della nazione), Tokagawa Yemitsu; che con il suo (Editto n. 7), colpiva gli stranieri che “predicano la legge cristiana e i complici in questa perversità, che devono essere detenuti nel carcere di Omura”.
I sedici missionari che contavano nove padri Domenicani, tre Fratelli religiosi domenicani, due Terziarie domenicane, di cui una anche Terziaria Agostiniana, due laici, di cui uno padre di famiglia.
Avevano svolto apostolato attivo nel diffondere la fede cristiana nelle Isole Filippine, a Formosa e in Giappone; e appartenevano in diverso grado alla Provincia Domenicana del Santo Rosario, allora detta anche delle Filippine, la cui fondazione risaliva alle Missioni in Cina del 1587 e che al principio del 1600, aveva istituito una Vicaria in Giappone.
Essi furono catturati a gruppi o singolarmente, e rinchiusi nel carcere di Nagasaki e in quel quinquennio, in vari tempi ricevettero il martirio.
Dal 1633 era stata introdotta una nuova tecnica crudele di supplizio, a cui venivano sottoposti i condannati e così lasciati morire e si chiamava “ana-tsurushi”, cioè della forca e della fossa: si sospendeva il condannato ad una trave di legno con il corpo e il capo all’ingiù, e rinchiuso in una buca sottostante fino alla cintola, riempita di rifiuti; lasciandolo agonizzare e soffocare man mano per giorni.
Ma dal 1634 i cristiani prima di subire questo martirio, venivano sottoposti ad atroci tormenti come l’acqua fatta ingurgitare in abbondanza e poi espulsa con violenza e poi con la trafittura di punte acuminate tra le unghie ed i polpastrelli delle mani.
Certo la malvagità umana, quando si sfrena nell’inventare forme crudeli da infliggere ai suoi simili, supera ogni paragone con la ferocia delle bestie, che perlomeno agiscono per istinto e per procacciarsi il cibo.
I sedici martiri erano di varie nazionalità: 1 filippino, 9 giapponesi, 4 spagnoli, 1 francese, 1 italiano.
E del gruppo spagnolo faceva parte il domenicano padre Antonio González, nato a León, il quale era professore di teologia e rettore nel Collegio di San Tommaso a Manila nelle Filippine.
Fu capogruppo della spedizione domenicana, che nel 1636 andò dalle Filippine in Giappone, per aiutare i cristiani locali, rimasti privi di sacerdoti a causa della persecuzione in atto, già citata.
Il 24 settembre 1637 morì nel carcere di Nagasaki, a causa degli estremi tormenti inflittagli dai carnefici giapponesi.
Diamo i nomi degli altri martiri di quel periodo, che raggruppati con il nome di ‘Lorenzo Rúiz e compagni’, sono stati beatificati il 18 febbraio 1981 a Manila nelle Filippine da papa Giovanni Paolo II e dallo stesso Pontefice canonizzati il 18 ottobre 1987, con festa liturgica per tutti al 28 settembre.
- Padre Domenico Ibáñez de Erquicia, spagnolo;
- padre Giacomo Kyuhei Gorobioye Tomanaga giapponese;
- padre Michele de Aozaraza, spagnolo;
- padre Guglielmo Courtet, francese;
- padre Vincenzo Shiwozuka, giapponese;
- padre Luca Alonso Gorda, spagnolo;
- padre Giordano Giacinto Ansalone, italiano;
- padre Tommaso Hioji Rokuzayemon Nishi, giapponese;
- i tre Fratelli religiosi domenicani catechisti giapponesi: Francesco Shoyemon, Michele Kurobioye, Matteo Kohioye;
- le due Terziarie Domenicane: Maddalena di Nagasaki (anche Terziaria Agostiniana) e Marina di Omura; i
- due laici Lorenzo Rúiz di Manila (Filippine), padre di famiglia e Lazzaro di Kyoto, giapponese.
Lorenzo Rúiz è considerato il protomartire delle Filippine.
Autore: Antonio Borrelli
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