Carlo Urbani nasce a Castelplanio (Ancona) il 9 ottobre del 1956 da Maria Concetta Scaglione e Alberto Urbani. I genitori credenti praticanti, gli trasmettono una fede profonda e l'impegno nel sociale. Alla sua formazione religiosa contribuisce anche l’amicizia col il parroco di Castelplanio, Don Dino Garbini, un sacerdote semplice, morto nel 2001. Carlo scrisse di lui: "Ricordo il Vangelo letto da Don Dino, la sua semplicità essenziale nello spiegare come il Signore si rivolge ai poveri. La fede di Don Dino mi ha accompagnato nel tempo."Dopo gli studi liceali a Jesi, si laurea in Medicina nel 1981 ad Ancona. Nel 1983 si sposa con Giuliana Chiorrini, dalla quale ha tre figli: Tommaso (4 aprile 1987), Luca (29 maggio 1995), Maddalena (8 maggio 2000). Dal 1986 lavora nel reparto di Malattie infettive dell’Università di Ancona, prima di approdare come Aiuto - dal 1990 al 2000 - all’ospedale di Macerata, sempre nel reparto di Malattie infettive. Durante questi dieci anni tiene corsi di Parassitologia Tropicale in varie Università italiane ed inizia le sue diverse missioni in Mauritania e in altri stati dell’Africa Occidentale, diventando consulente dell’Organizzazione Mondiale della sanità. Così lo ricorda la mamma: “Carlo era umile, schivo, non amava che si parlasse di lui, ma era una voce che si levava per difendere i diritti dei più poveri. Carlo è stato un uomo di pace, un granello portatore di pace, di amore per l’umanità, testimone della pace che si trasmette agli altri”. Nel 1998 effettua altre missioni in Vietnam, Cambogia e nelle Filippine. Nel 1999 viene eletto Presidente Nazionale di "Medici Senza Frontiere" e di conseguenza membro del Comitato Internazionale, ritirando il Premio Nobel per la Pace, assegnato quell’anno a questa istituzione. Nel 2000 viene nominato esperto regionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la regione del Pacifico Occidentale e viene dislocato ad Hanoi, in Vietnam, dove si trasferisce con la famiglia, ma il 29 marzo del 2003 muore a Bangkok, vittima della SARS, dopo essere stato uno dei primi medici al mondo ad individuare il virus di questa malattia e aver avviato misure di contenimento del contagio che in Vietnam si sono rivelate molto efficaci. Carlo vive la malattia con la consapevolezza del medico. Quando i colleghi gli dicono che la febbre si era abbassata, lui non si fa illusioni, sa che la malattia non lo avrebbe perdonato. Poco prima di morire vuole incontrare un religioso. In una lettera scritta prima di ammalarsi dichiara: "Il lavoro mi coinvolge, ma sento la vita scorrermi addosso e non so se potrò realizzare tutto, ringrazio Dio per quanto mi ha dato"! Dopo la sua morte i familiari e gli amici hanno creato un’associazione, l’AICU, di cui la mamma è socia fondatrice e la moglie di Carlo presidente. L’associazione ha il compito di continuare il cammino che Carlo ha intrapreso. L’obiettivo primario di questa associazione è quello di preparare il personale medico e paramedico privilegiando persone che siano originarie dei luoghi dove si opera, attraverso corsi di specializzazione. La prima esperienza in tal senso si svolse a Macerata, e a promuoverla fu lo stesso Carlo.
Autore: Elisabetta Nardi
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