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Tortona, Alessandria, 1456 ca. – Volpedo, Alessandria, 2 aprile 1468
Il beato Giovannino detto anche Giovannino Costa da quello che sembra sia un cognome, è venerato a Volpedo in provincia di Alessandria; egli secondo alcuni, era nativo di Tortona e fu un giovane pastore ucciso in odio alla fede il 2 aprile 1468; si ipotizza che a commettere l’omicidio fossero stati degli Ebrei, ma non vi sono prove. Le sue reliquie furono divise, il capo rimase a Volpedo e il corpo invece fu venerato a Tortona, ma nel 1820 esse furono riunite e lasciate a Volpedo. Il 19 agosto 1920 fu eseguita una ricognizione canonica delle reliquie; il suo culto è in vigore sin dal XV secolo, autorizzato più volte dai vescovi di Tortona nei secoli successivi. A Volpedo la festa del beato Giovannino Costa viene celebrata nella data tradizionale della sua morte, il 2 aprile, ma anche nel lunedì di Pasqua e nella seconda domenica d’agosto.
Patronato: Volpedo (AL)
Emblema: Palma
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L’ «Accusa del sangue» per secoli è stata rivolta, in alcune tragiche circostanze, adebrei presunti colpevoli di usare il sangue dei cristiani per i riti della Pasqua ebraica,complici certo i mai sopiti sentimenti antisemiti.Orrendi omicidi furono perpetrati fino a tempi relativamente recenti: le vittime erano giovanissime, in alcuni casi bambini che venivano rapiti e uccisicon conseguenze comprensibilmente gravi. I primi episodi risalgono al XIII secolo, le vicende di Volpedo (Alessandria) ci portano invece al XV secolo, quando il territorio apparteneva ai Visconti di Milano. Un piccolo borgo, dominato dall’antica pieve romanica di S. Pietro.
Giovannino Costa nacque a Volpedo, in un’umile famiglia, nel 1453. Era un pastorello che già da ragazzino, nei giorni di fiera, era solito scendere dalla collina diretto al mercato di Tortona per vendere uova e burro.Un giorno, sulla via del ritorno, presso la Cascina Scortivacca, fu aggredito e barbaramente ucciso. Si disse che ad assassinarlo erano stati degli ebrei, era il 2 aprile 1468, Martedì della Settimana Santa.Furono accusati un frate Servita, Giovanni Guerra e, come mandante, unebreo tortonese di nome Simone che voleva procurarsi del “sangue cristiano”. Le indagini, volute dagli Sforza, furono fatte da un commissariocheordinò l’arresto di tutti gli ebrei della piccola comunità locale che era di origine tedesca. Il processosi svolse a Milano: l’ebreo Simone e il frate furono condannati, gli altri indagativennero rilasciati.Nell’estate 1482 furono pubblicamente giustiziati, ma ciò non bastò,per lungo tempo,a sopire i malumori.
La bontà e le virtù di Giovannino erano conosciute e subito fu considerato un martire, la sua tomba divenne meta di fedeli. Ci fu persino una controversia sul possesso delle spoglie che furono pertanto divise: il capo rimase a Volpedo, il corpo invece traslato a Tortona nella chiesa dei Domenicani. Nel ‘500 Giovannino fu molto venerato in tutta la Chiesa Tortonese che ne approvò il culto locale. Nel 1820 le reliquie furono riunite a Volpedo di cui Giovannino divenne il Patrono. Il 19 agosto 1920 fu eseguita una ricognizione canonica delle reliquie.
L’ottocentesca parrocchia dedicata a San Pietro fu costruita sul luogo in cui era la casa del giovaneBeato, la cui festa viene celebrata nella data della morte, il 2 aprile, ma anche il lunedì di Pasqua e nella seconda domenica di agosto. La festa patronale prevede una caratteristica processione notturna con l'urna del Beato, si porta in processione anche il busto con cui si benedice la cittadinanza. Recentemente al giovane concittadino è stato dedicato il Centro socio-caritativo del paese.
Autore: Daniele Bolognini
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