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Serva di Dio Isabella I la Cattolica Regina di Castiglia, Terziaria francescana

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Madriga, Spagna, 22 aprile 1451 - Medina del Campo, Spagna, 26 novembre 1504

Nacque dal re Giovanni II di Castiglia e da Isabella del Portogallo. Con il suo matrimonio con il re Ferdinando d’Aragona si realizzò l’unione dei regni spagnoli. I due coniugi che ottennero dal papa l’appellativo di “Re Cattolici”, in riconoscimento delle loro opere a favore della Chiesa e della fede cristiana, finanziarono la spedizione che portò Cristoforo Colombo a scoprire il continente americano. Combattiva fino all’ultimo e confortata da una fede eroica, morì a Medina del Campo il 26 novembre 1504. Conclusa la fase diocesana, la sua causa di canonizzazione prosegue ora a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi. L'Arcidiocesi di Valladolid avviò la fase diocesana della causa di canonizzazione il 26 novembre 1971. I consultori storici della Congregazione per le Cause dei Santi approvarono all'unanimità la "positio historica" il 6 novembre 1990.

Emblema: Corona, Scettro


Sono tanti e tali i meriti della regina Isabella denominata ‘la Cattolica’, che fa meraviglia sapere non essere ancora riconosciuta ufficialmente almeno come beata; i processi relativi sono ancora in corso nonostante siano iniziati nel 1958, comunque ben 454 anni dopo la sua morte; è evidente che l’aspetto storico ha influito sull’aspetto religioso, morale e cristiano.
Isabella nacque il 22 aprile 1451 in Madrigal (Avila), figlia di Giovanni II di Castiglia e di Isabella di Portogallo sua seconda moglie; rimase orfana del padre in piccola età e visse con la madre fino ai 12 anni ad Arevado, sotto la direzione spirituale dei padri francescani.
Il fratello Enrico IV detto ‘l’Impotente’ (1425-1474) succeduto al padre nel 1459, la condusse a corte, ma Isabella ben presto si ritirò, non ritenendosi adatta a quella vita frivola e densa di pericoli per la sua virtù, a Segovia si affidò alla guida dei padri Agostiniani.
Il fratello debole ed inetto, nel “patto di Guisando” (18 dicembre 1468), riconobbe la sorella Isabella come erede al trono, non avendo egli avuto figli per una successione legittima; inoltre con l’intervento del Legato di papa Paolo II, Enrico IV riconobbe l’illegittimità del suo matrimonio con Giovanna di Portogallo.
Isabella principessa ereditaria, rifiutò un matrimonio combinato con Pedro Giron, il quale morì quando alla testa di 3000 soldati si era incamminato per prenderla con la forza.
Invece con la dispensa papale, sposò il 10 ottobre 1469 il cugino Ferdinando principe ereditario del regno d’Aragona (1452-1516), il loro matrimonio costituì la base dell’unificazione dei regni di Aragona e di Castiglia nella nuova nazione di Spagna.
Alla morte del fratello re Enrico IV, fu proclamata regina di Castiglia e di León il 13 dicembre 1474 a Segovia, residenza dei re Castigliani e recandosi subito nella chiesa di San Michele per consacrare il regno a Dio; nel suo stemma volle inserire l’Aquila di Patmos, simbolo dell’evangelista Giovanni.
A fianco del re suo marito, fu fautrice di una politica di tolleranza e di una grande Riforma del clero e dei religiosi; sia come regina di Castiglia sia come regina di Spagna (1479) usò magnanimità, come nel 1475 con Alfonso V di Portogallo, il quale indispettito per il suo rifiuto a sposarlo, invase la Castiglia, fu respinto e vinto e trattato con misericordia insieme ai nobili castigliani che l’avevano appoggiato.
Nel 1478 Isabella riunì a Siviglia una congregazione generale e straordinaria del clero e dei religiosi, per una riforma da attuare in campo ecclesiastico in tutto il regno, protagonisti furono il suo confessore fratel Hernando di Talavera e il cardinale di Siviglia Pietro González di Mendoza.
Influì in modo determinante, in poco più di dieci anni, nelle nomine pontificie dei vescovi spagnoli; nonostante gli attriti con la Roma rinascimentale, ottenne un episcopato esemplare e santo, come lei desiderava.
La riforma del clero fece fiorire una legione di santi, fra i quali s. Ignazio di Loyola (1491-1556) e s. Teresa d’Avila (1515-1582) e tanti missionari che evangelizzarono le Canarie, le Americhe, l’emirato di Granada.
Anticipò di quasi un secolo la Riforma Tridentina (1545-1563), liberando la Spagna dal protestantesimo e dalle guerre di religione.
Cattolicissima, dopo 12 anni di riflessione e di vani tentativi di riportare all’ortodossia cattolica gli ebrei e i falsi convertiti dal giudaismo, laici ed ecclesiastici, attraverso le vie di una grande missione pastorale e catechistica, decretò il 31 marzo 1492 l’espulsione degli ebrei dal regno di Castiglia e istituì d’accordo con papa Sisto IV l’Inquisizione in Spagna, nominando grande inquisitore il domenicano Tomas de Torquemada (1420-1498), confessore dei sovrani.
È noto che Torquemada agì con tremenda severità contro i ‘marrani’, i ‘moriscos’ (ebrei e musulmani convertiti per calcolo o per costrizione) e i protestanti; furono usati mezzi violenti e mortali che non giustificavano il fine da raggiungere; questa triste pagina della storia cattolica della Spagna, è ancora deprecata da tutti e non poco deve aver influito sulla Causa di Beatificazione di Isabella la Cattolica, nonostante che non fossero queste le sue idee di conversione e di riforma.
In campo politico associò nella condivisione della restaurazione economica e politica, tutte le forze del regno, convocando in “Cortes” generali, i nobili e i rappresentanti del popolo a Toledo, per tracciare le future linee politiche.
Isabella si conquistò un ascendente morale e generale, tale da considerarla una sovrana quasi assoluta; la Spagna unita di allora è considerata come la prima forma di Stato moderno.
Una volta consolidata la pace interna al suo regno, Isabella intraprese una guerra ‘difensiva’ con il potente regno musulmano di Granada, che durò dieci anni (1482-1492) per instaurarvi un regno cristiano.
La “Riconquista” avvenne nel 1492 e i due cattolici sovrani Ferdinando ed Isabella furono benedetti nella loro “crociata” dai papi Sisto IV e Innocenzo VIII, che vedevano i musulmani espandersi a Costantinopoli e Otranto, premendo su Rodi, Sicilia, Napoli e puntando su Roma.
Isabella provvide al reclutamento e finanziamento dell’impresa, impegnando tutti i suoi averi e in anticipo di tre secoli sulla Croce Rossa, allestì ospedali di guerra, muniti di tende mobili con servizio di medici e infermieri, visitò personalmente feriti e ammalati.
Dopo la conquista del regno dei Mori, organizzò l’evangelizzazione in grande stile, mobilitando tutta la Castiglia e l’Aragona, diede ordine però di rispettare assolutamente la libertà di conversione.
Non si può dimenticare il merito personalissimo di Isabella nell’avere appoggiata e fatta sua l’idea di Cristoforo Colombo (1451-1506) di cercare nuove vie verso l’Oriente, che portò alla scoperta del Continente americano, il suo scopo era il “servizio di Dio e l’espansione della fede cattolica”.
Vietò assolutamente la schiavitù, allora praticata in larga scala, proclamò il principio della libertà e della dignità umana, superando la teologia del tempo e ancora una volta, precedendo di venti anni, auspicò il diritto delle genti che sarà formulato dalla Scuola di Salamanca.
Nel 1493 in vista della propagazione più ampia della fede, iniziò la campagna per la conquista dell’Africa, che non portò a termine a causa della sua morte..
Ebbe quattro figlie e un figlio, che secondo gli storici, furono un po’ la sua croce interiore; fondò due scuole per i figli dei nobili e dei cortigiani scelti fra i più capaci per preparare una futura classe dirigente; la sua casa era paragonata ad un monastero ambulante che diffondeva esemplarità in tutto il regno.
Il secolo d’oro spagnolo nacque e conobbe il suo fiorire con Isabella; i maestri erano spagnoli e anche insigni umanisti italiani da lei chiamati; nella cappella reale funzionava una scuola musicale con oltre 40 fra cantori e maestri.
Il suo governo fu tra i più esemplari, basti pensare che ordinò che tutte le questioni dovevano essere risolte entro tre giorni; varò anche la compilazione delle leggi delle Indie.
Subordinava tutto al servizio di Dio e all’espansione delle fede cattolica, per la quale dichiarò spesso di essere disposta a dare anche la vita.
Papa Alessandro VI grato per la loro opera, il 16 dicembre 1496 nominò i sovrani spagnoli “re cattolici”. Isabella fondò con s. Beatrice da Silva le monache Concezioniste Francescane e con madre Teresa Manrique “la Loca del Sacramento”, inoltre molte associazioni eucaristiche ancora oggi esistenti.
A Siviglia si ritirò più volte in qualche monastero per un periodo di raccoglimento, simile a quelli che più tardi saranno gli Esercizi Spirituali; visitò una ventina di volte il Santuario Mariano di Guadalupe; da regina imparò perfettamente il latino per poter leggere i documenti ecclesiastici, la Bibbia, le Ore canoniche che recitava tutti i giorni.
Uno studioso dice di trovare molte somiglianze tra Isabella la Cattolica e s. Teresa d’Avila, se s. Teresa fosse stata una regina sarebbe stata una Isabella e se Isabella fosse stata una monaca sarebbe stata una Teresa di Gesù.
Bisogna comunque dire che nella vita di Isabella non si trova un solo fenomeno mistico straordinario, Dio volle condurla alla perfezione per le vie della pura fede.
Nonostante le sventure che la colpirono nella propria famiglia, la scomparsa dell’unico figlio maschio Giovanni († 1497), della giovane figlia Isabella († 1498), la perdita del nipotino Michele, l’offuscamento mentale della figlia Giovanna († 1455), la regina non venne mai meno ai suoi doveri, combattiva fino all’ultimo e confortata da una fede eroica.
Isabella morì il 26 novembre 1504 a Medina del Campo (Valladolid) a 53 anni, aveva disposto di essere sepolta a Granada nella chiesa di S. Francesco, nella nuda terra senza alcun monumento e vestita dell’abito francescano.
Il 3 maggio 1958 il vescovo di Valladolid diede inizio ai processi informativi per la sua beatificazione; dal 20 novembre 1972 tutta l’enorme documentazione di 30 volumi, è presso la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi.
È certamente difficile trovare una donna, che abbia positivamente tanto influito nella storia universale come Isabella la Cattolica.


Autore:
Antonio Borrelli


Note:
Per approfondire: www.reinacatolica.org

Jean Dumont "La regina diffamata. La verità su Isabella la Cattolica" SEI

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Aggiunto/modificato il 2004-12-08

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