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San Sigisberto III il Giovane Re d’Austrasia

1 febbraio

Metz, Austrasia, 630 - 1 febbraio 656

Re dei Franchi d'Austrasia dal 633 al 656, nacque nel 630 da Dagoberto I e Ragintrude. A soli 4 anni fu incoronato re, ma il potere effettivo passò al maggiordomo di palazzo Grimoaldo, che lo adottò come figlio. Fu un re dedito soprattutto alle opere di beneficenza e di pietà. Fondò i monasteri di Cugnon, Stavelot-Malmédy e San Martino a Metz, e protesse e favorì l'attività dei santi vescovi Amando e Remaclo. Morì a soli 26 anni, il 1° febbraio 656, e fu sepolto nel monastero di San Martino. Fu proclamato santo nel 1170 e il suo culto si diffuse in particolare in Lorena.

Martirologio Romano: A Metz in Austrasia, oggi in Francia, san Sigisberto III, re, che costruì i monasteri di Stavelot, Malmédy e molti altri e distribuì con generosità elemosine alle chiese e ai poveri.


Sigiberto nacque verso il 630 dal re dei Franchi Dagoberto I (600-639) e dalla regina Ragintrude. Per motivi politici del tempo, Dagoberto I diede al figlio, bimbo di quasi quattro anni, la corona del regno d’Austrasia nel 634 a Metz la capitale, affidandone la custodia e l’educazione al vescovo s. Cuniberto di Colonia Agrippina († 663 ca.) e al duca Adalgiso.
Qualche decennio prima nel 613, il regno dei Merovingi, dinastia dei Franchi Salii, aveva iniziato la sua decadenza con la suddivisione nei regni di Burgundia, Neustria, Aquitania, e Austrasia (parte orientale con capitale Metz), che spesso combatterono fra loro.
Ad undici anni nel 641, Sigiberto III prese parte ad una sfortunata guerra contro la Turingia (regione storica della Germania orientale); mentre dal 643 egli vide accrescere il potere del maestro di palazzo Grimoaldo, figlio del ‘maggiordomo’ Pipino I il Vecchio († 639) e gli si affezionò talmente che ne adottò il figlio; particolarità politiche del tempo, difficili a comprendersi con la mentalità odierna.
I “maggiordomi” presso i Merovingi, erano maestri di palazzo con funzioni di primo ministro; divenne una carica ereditaria nei regni di Austrasia e Neustria e nel secolo VIII riuscirono a sostituirsi nel governo agli stessi re, che presero la definizione di “rois fainéants” (re fannulloni).
Infatti nonostante che dal matrimonio di Sigiberto III con Inechilde, nascesse oltre la figlia Blethilde, anche il figlio Dagoberto II, nominato suo successore, il maggiordomo Grimoaldo, dopo la morte di Sigiberto, tentò di far salire al trono il proprio figlio.
Alla luce di questo contesto storico, poco si sa di Sigiberto III, che sempre più appariva come un re ombra, senza potere effettivo, ma dedito soprattutto ad opere di beneficenza e di pietà.
Da documenti pervenutaci, si apprende con certezza che fondò i monasteri di Cugnon, Stavelot-Malmédy, e S. Martino presso Metz; la tradizione vuole invece che sia fondatore di ben dodici monasteri.
Sotto il suo regno, il Cristianesimo si diffuse profondamente nell’Austrasia, protesse e favorì l’attività dei santi vescovi Amando e Remaclo; in una sua lettera scritta al vescovo di Cahors, Desiderio, Sigiberto diceva che la pace era stabile nel regno e che i suoi scopi erano una vita vissuta nella grazia di Dio, in pace con il suo popolo e la beatitudine.
Papa Martino I (649-655) gli chiese, tramite il vescovo s. Amando, il suo aiuto contro i “monoteliti” (seguaci di una teoria religiosa elaborata proprio nel VII secolo in seno alla Chiesa bizantina; essi riconoscevano le due nature di Cristo, ma affermavano che in lui la volontà divina predominava su quella umana).
Sigiberto III il Giovane, morì ad appena 26 anni, il 1° febbraio 656 a Metz e fu sepolto nel monastero di San Martino da lui fondato.
Il culto per il santo re sorse casualmente, quando nel 1063 le reliquie furono spostate nello stesso monastero, a causa del crollo della cripta; fu proclamato santo nel 1170, quando fu effettuata la cosiddetta “elevatio” delle reliquie, atto di proclamazione in uso nel passato prima del 1500.
Dopo le varie distruzioni del monastero, nel 1552 quella definitiva, le reliquie furono portate al convento di S. Giorgio a Nancy.
In seguito i duchi di Lorena, che si ritenevano successori del santo re, alimentarono il suo culto, nominandolo nel 1742 patrono del Ducato e le reliquie furono traslate nella cattedrale di Nancy, città di cui è tuttora il santo patrono.
Buona parte delle reliquie furono bruciate nel 1797 durante la Rivoluzione, quelle recuperate si trovano in varie città francesi; è invocato nella risoluzione dei problemi politici e dal 1663 anche contro il maltempo.
La sua festa si celebra il 1° febbraio, anche se nel tempo passato era ricordato a Metz, Strasburgo e St-Dié in altre date.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-02-22

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