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San Valeriano Martire, venerato a Cumiana

14 aprile

La complessa tradizione di San Valeriano, martire venerato a Cumiana e in altre località piemontesi, si intreccia con la leggendaria Legione Tebea e la sua diaspora. La critica agiografica dibatte sull'attendibilità storica di queste narrazioni, mentre la figura di Valeriano si confonde con quella del santo romano legato a Santa Cecilia. La tradizione locale narra la sua fuga dal massacro e il suo arrivo a Cumiana, dove predicò il Cristianesimo e subì il martirio. Un'edicola votiva sorge sul luogo del martirio, mentre un santuario più grande, eretto nel 1787, conserva la memoria del santo. La festa di San Valeriano si celebra il lunedì dell'Angelo, attirando fedeli con una processione al santuario. La sua raffigurazione come soldato romano e la venerazione in altri luoghi, come Borgone di Susa, suggeriscono la sovrapposizione del culto cristiano su antichi siti pagani.



La figura del martire San Valeriano non va assolutamente confusa con quella dell'omonimo presunto promesso sposo della martire romana Santa Cecilia, anche se il loro ricordo si celebra nel medesimo giorno. San Valeriano venerato a Cumiana ed in altre località del Piemonte, rientra nel folto gruppo dei martiri appartenenti alla famosa Legione Tebea, capitanata da San Maurizio, e sterminata nel Vallese nei pressi dell'antica Agaunum, ove oggi sorge il centro di Sainte Maurice.
Secondo una tradizione molto consolidata nei territori dell'arco alpino nord occidentale, non tutti i soldati furono uccisi sulle rive del Rodano, molti riuscirono a fuggire e a raggiungere le vallate della Valle d'Aosta, del Piemonte e della Lombardia. In questi luoghi svolsero opera di evangelizzazione presso le popolazioni ancora pagane e testimoniarono col sacrificio della vita la loro fede, o perché raggiunti da altri soldati mandati al loro inseguimento, o uccisi per mano di persecutori locali.
La critica agiografica, che molto si è occupata del caso della Legione Tebea, ha tentato di far luce anche su queste altre figure, giungendo a differenti risultati, tra loro spesso in contrasto. Da chi respinge totalmente le varie tradizioni locali di questi tebei fuggitivi, a chi accetta acriticamente ogni particolare delle loro leggende. Non è ovviamente possibile giungere ad una conclusione definitiva od univoca della problematica, dovendo ogni caso essere studiato ed analizzato singolarmente e solo successivamente confrontato con gli altri.
E' oggi opinione comune che santi o martiri locali, di cui per i più diversi motivi si perse memoria della loro reale identità, siano stati legati, per motivi agiografici e di necessità cultuale, agli autentici martiri tebei. Il loro numero fu ulteriormente accresciuto dalla traslazione di reliquie, dallo sdoppiamento di personaggi o anche semplicemente per motivi iconografici: bastava, infatti, che un santo fosse ritratto in abiti militari, per essere assimilato ai compagni di San Maurizio.
Valeriano dunque, secondo la tradizione, avrebbe raggiunto il territorio di Cumiana e lì si sarebbe dedicato alla diffusione della buona novella presso gli abitanti del luogo. Venne decapitato da un drappello di soldati che scoprirono il suo nascondiglio: il santo, prima di morire si inginocchiò e sulla pietra rimasero impresse le impronte delle sue ginocchia. Sul luogo del martirio, a circa un chilometro dalla frazione di Tavernette, alle pendici del monte Piuerne, venne poi innalzata una cappella votiva, ancor oggi esistente anche se in una più recente riedificazione, in cui è visibile il sasso del prodigio. E' molto probabile che questa tradizione sia da ricollegarsi all'esigenza di sacralizzare un luogo di culto pagano, dove si praticavano particolari riti litici, un fenomeno documentato per numerosi altri santuari dell'arco alpino e non.
Poco distante dalla cappella sorge il santuario vero e proprio. L'attuale costruzione venne terminata nel 1787, ma già dal 1454 è documentata la concessione, da parte del vescovo di Torino, di particolari indulgenze a chi avrebbe contribuito, con offerte o prestando manodopera, all'edificazione dell'oratorio in prossimità del sasso, venerato già in precedenza. Dietro l'altare maggiore dell'odierno santuario vi sarebbero ancora delle tracce di affreschi risalenti, molto probabilmente, a questa prima fase edilizia documentata.
Purtroppo i tre quadri che ornavano l'interno della chiesa e che rappresentavano altrettanti episodi della vita di San Valeriano, furono rubati negli scorsi decenni, insieme al reliquario in cui era conservata un'insigne reliquia del martire.
La festa annuale di San Valeriano si celebra il lunedì dell'Angelo; infatti, non essendo riportato dalla tradizione un dies natalis del santo, il suo nome venne segnato nei calendari al 14 di aprile, giorno in cui è commemorato, come si è detto, l'omonimo martire romano. Poiché tale giorno cade frequentemente in quaresima o nella Settimana Santa, la celebrazione venne fissata al giorno successivo la Pasqua, una giornata festiva che favorisce la partecipazione dei fedeli alla processione fino al pianoro sottostante il santuario e alla successiva celebrazione eucaristica.
Il santo, raffigurato nell'arte come un soldato romano, è anche venerato nella località che da lui prende il nome a Borgone di Susa, ove un oratorio, la cui costruzione presenta tracce di una fase romanica, venne edificato in prossimità della grotta in cui Valeriano avrebbe vissuto. forse anche in questo caso il culto del presunto martire tebeo fu una sacralizzazione di un più antico luogo di culto pagano.


Autore:
Damiano Pomi

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Aggiunto/modificato il 2005-03-31

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