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Venerabile Stefano Ferrando Vescovo salesiano, fondatore

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Rossiglione, Genova, 28 settembre 1895 – Quarto, Genova, 20 giugno 1978

Stefano Ferrando, nato a Rossiglione in provincia di Genova, entrò tra i Salesiani di Don Bosco nel 1912. Nel 1923 fu destinato alla missione nella regione dell’Assam, in India, dove fu maestro dei novizi e direttore dello Studentato Filosofico e Teologico. Nominato primo vescovo della diocesi di Krishnagar nel 1934, tornò appena un anno dopo nella capitale dell’Assam, Shillong, in sostituzione del precedente vescovo. Spostandosi da un punto all’altro della regione, si occupò di fare in modo che i suoi fedeli potessero essere autonomi e responsabili, insegnando per primo con l’esempio e in pieno stile salesiano. Fu anche per questo che, a partire da un gruppo di catechiste locali, fece sorgere le Missionarie Catechiste di Shillong, poi Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani. Si ritirò nel 1970 nella casa salesiana di Quarto presso Genova, felice di vedere il suo popolo camminare da sé; otto anni dopo, il 20 giugno 1978, morì. Il 3 marzo 2016 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che lo dichiara Venerabile. I suoi resti mortali riposano dal 1987 nella cappella del convento di Santa Margherita a Shillong.



Salesiano col desiderio della missione
Stefano Ferrando nacque a Rossiglione, in provincia di Genova, il 28 settembre 1895, da Agostino Ferrando e Giuseppina Salvi. Sin da adolescente avvertì la vocazione religiosa ed entrò nella Società Salesiana di san Giovanni Bosco.
Nel 1912, a 17 anni, emise la professione religiosa a Foglizzo Canavese (Torino). Da giovane religioso fu insegnante nella Casa salesiana di Borgo San Martino (Alessandria). Durante il suo servizio lì, gli giunse una lettera della Direzione Generale delle «Opere don Bosco» che, in un questionario allegato, chiedeva di indicare a quale forma di apostolato avrebbe voluto dedicarsi una volta consacrato sacerdote. Stefano rispose con una sola parola, scritta in maiuscolo: «MISSIONARIO».

In Sanità durante la guerra
A vent’anni, nel 1915, gli giunse la chiamata alle armi perché l’Italia era coinvolta nella Prima Guerra Mondiale. Per quattro anni fu sergente di Sanità a ridosso della prima linea, facendosi onore mentre, tra lo scoppio delle bombe, soccorreva con la barella i feriti: ottenne infatti la medaglia d’argento al valor militare nel 1917.
Nel 1920, sano e salvo, Stefano Ferrando poté ritornare tra i suoi salesiani, riprendendo gli studi interrotti. Il 18 marzo 1923 fu dunque ordinato sacerdote a Borgo San Martino.

Missionario nell’Assam
Qualche mese dopo ricevette l’incarico di capo spedizione di dieci giovanissimi salesiani e aspiranti salesiani, che avrebbero fatto l’anno di noviziato in India e precisamente in Assam, la regione a nord-est del Paese, confinante con Tibet, Cina e l’attuale Myanmar. Pur stupito dell’improvvisa decisione, che lo vedeva impreparato soprattutto per la sua non conoscenza dell’inglese, allora lingua ufficiale dell’India, il giovane sacerdote non rifiutò.
Il gruppo arrivò a Shillong, capitale dell’Assam, il 23 dicembre 1923. Un mese dopo si diede inizio al noviziato di cui era maestro don Deponti, mentre don Ferrando era il suo aiutante, ma dopo pochi mesi il primo si ammalò e dovette ritornare in Italia. Il superiore della missione, monsignor Mathias, incaricò don Stefano Ferrando come superiore e maestro dei novizi.
Ancora una volta fu preso di sorpresa: «Non ho ancora imparato niente e già devo insegnare. Il Signore continua a scherzare con me; da sergente di Sanità a sergente del suo esercito spirituale! Se si fida lui…». S’impegnò dunque con grande capacità ed ardore in questa carica e anche come superiore dei futuri sacerdoti missionari, per dieci anni, al servizio degli altri e sempre alla presenza di Dio.

Vescovo di Krishnagar e di Shillong
Il 9 luglio 1934, papa Pio XI lo elevò alla dignità episcopale, destinandolo a reggere la diocesi di Krishnagar nel Bengala Occidentale, a 100 chilometri a nord di Calcutta, come primo vescovo. Il 10 novembre 1934 fu quindi consacrato solennemente a Shillong e lasciò con rimpianto la missione.
Come si è già visto e come scrisse nelle sue Memorie, il Signore amava giocare con lui. Dopo un anno fu infatti richiamato a Shillong come vescovo, in sostituzione di monsignor Mathias, nominato arcivescovo della grande diocesi di Madras nel sud dell’India.
Il 14 marzo 1936 fece il suo ingresso come pastore nella diocesi che aveva visto per dieci anni il suo operato di giovane sacerdote missionario, ritrovando i suoi carissimi chierici salesiani e centinaia di cristiani. Percorse tre chilometri in groppa a un cavallo bianco, fra due ali di popolo festante e alla luce di torce accese.

Un episcopato itinerante
Cominciò così il suo episcopato itinerante, durato ben 35 anni. Ai suoi sacerdoti raccomandò: «Non potete convertire le anime spostandovi in automobile; per avvicinarle e risolvere i loro problemi occorre camminare a piedi». Diede per primo l’esempio: cominciò a spostarsi continuamente soprattutto a piedi, attraversando tutta la sua diocesi, dalle colline alle pianure, tra foreste e paludi. Spesso veniva attaccato dalle zanzare, pericolosissime per la malaria che inculcavano, smarrito nella giungla, oppure restava appollaiato con altri missionari sugli alberi, per sfuggire alle bestie feroci.

Ricostruttore e fondatore
Monsignor Ferrando fu pure artefice della ricostruzione, nel 1967, della grande cattedrale di Shillong e del complesso missionario, dopo i disastrosi incendi del 1936. A partire da un gruppo di catechiste locali, fece sorgere le Missionarie Catechiste di Shillong, per sostituire in futuro le Figlie di Maria Ausiliatrice venute dall’Italia. Infine preparò la fondazione delle nuove diocesi di Dibrugarch e di Tezpur e della nuova arcidiocesi di Shillong, costituita nel 1969.
Visse in prima persona le vicende tristi e gioiose dell’Assam partecipando, con il suo popolo e con i suoi sacerdoti, alle angosce dell’invasione giapponese nell’agosto 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale, come pure partecipò alla gioia generale per l’indipendenza dell’India il 15 agosto 1947.

In pensione: «Finalmente la Chiesa in India può far da sé»
Dopo aver preso parte al Concilio Vaticano II, il 20 giugno 1969 a quasi 75 anni, presentò a papa Paolo VI le sue dimissioni. Il Beato pontefice, accettandole, gli conferì la dignità di arcivescovo titolare di Troina.
Al suo posto, a coronamento di tutti i suoi sforzi per il clero locale, fu nominato un arcivescovo indiano monsignor D’Rosario; indiani furono anche gli altri due vescovi delle nuove diocesi da lui preparate nella costituzione. Prima di lasciare il Paese consacrò uno dei due vescovi, che aveva conosciuto ragazzino nei primi tempi della sua opera missionaria.
Aveva trovato in Assam 4000 cattolici, ne lasciava 500.000. Ritornò fra la sua gente nel 1972 per quattro mesi come “pellegrino apostolico” e consacrò la completata cattedrale arcivescovile di Shillong il 24 aprile 1973.
Si ritirò quindi nella Casa Salesiana di Quarto presso Genova. A chi gli domandava come mai aveva lasciato l’India dopo 47 anni di missione, rispondeva: «Perché finalmente è spuntato il giorno che da 47 anni sospiravo, il giorno in cui la Chiesa in India può far da sé!». Morì serenamente il 20 giugno 1978 nella Casa di Quarto.
Le Missionarie Catechiste di Shillong, ridenominate Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani, richiesero in seguito i resti mortali del loro Fondatore: il 12 novembre 1987 vennero dunque deposti nella cappella del convento di Santa Margherita a Shillong, sua seconda patria.

La causa di beatificazione
La sua causa di beatificazione si è svolta nella diocesi di Shillong, dopo aver ottenuto il trasferimento dal tribunale ecclesiastico di Genova l’11 aprile 2003 e il nulla osta da parte della Santa Sede il 28 dello stesso mese dello stesso anno.
L’inchiesta diocesana, svolta dall’8 agosto 2003 al 13 agosto 2006, è stata convalidata il 17 ottobre 2008. Nel 2012 è stata consegnata a Roma la “positio super virtutibus”.
Sia i consultori teologi, il 5 marzo 2015, sia i cardinali e vescovi membri della Congregazionee per le Cause dei Santi, il 23 febbraio 2016, hanno dato parere favorevole circa l’esercizio delle virtù cristiane in grado eroico da parte di monsignor Ferrando. Infine, il 3 marzo 2016, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che lo dichiara Venerabile.
 


Autore:
Antonio Borrelli


Note:
Per segnalare grazie o favori ricevuti per sua intercessione, oppure per informazioni, rivolgersi al Postulatore Generale della Famiglia Salesiana: [email protected]

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Aggiunto/modificato il 2016-03-31

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