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Leopoli, 18 marzo 1890 - Sachsenhausen, 6 giugno 1940
Sacerdote polacco trucidato nel campo di concentramento di Sachsenhausen in Germania.
Martirologio Romano: A Sachsenhausen in Germania, beato Innocenzo Guz, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, polacco di origine, durante l’occupazione militare della patria da parte dei seguaci di dottrine nemiche degli uomini e della religione, per la sua fede in Cristo fu trucidato dalle sentinelle del campo di prigionia.
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Józef Wojciech nacque il 18 marzo 1890 a Leopoli, odierna Ucraina. Dopo la scuola primaria ed il ginnasio nella città natale, avrebbe desiderato far parte della Compagnia di Gesù, ma non fu accettato per motivi economici ed optò allora per farsi francescano. Il 25 agosto 1908 indossò il saio prendendo il nome di Innocenty. Concluso il noviziato, il 26 agosto 1909 emise a Leopoli i suoi primi voti. Intraprese poi gli studi filosofici e teologici a Cracovia, conclusisi con l’ordinazione presbiterale il 2 giugno 1914. Esercitò il suo ministero ad Hanaczów, a Czylki, ad Halicz, a Varsavia, a Leopoli, a Radomsko ed infine più a lungo a Grodno. Qui incontrò padre Kolbe, che negli anni Venti pubblicava proprio in tale convento il “Cavaliere dell’Immacolata”. Tra il 1933 ed il ‘36 fu a Niepokalanów, ove esercitò il ministero di confessore per i numerosi confratelli del convento. Fu anche vicemaestro dei chierici e professore di canto nel seminario missionario minore. Nel 1936 fu nuovamente trasferito a Grodno, ove fu sorpreso dalla seconda guerra mondiale e dall’occupazione russa. Il 21 marzo 1940 fu arrestato dai sovietici e rinchiuso nel carcere di Grodno, da cui fortunatamente riuscì ad evadere. Attraversando la frontiera russo-tedesca fu catturato dai tedeschi e portato prima nella prigione di Suwalki e poi, dal 20 aprile successivo, a Dzialdowo. L’8 maggio infine fu deportato nel campo di concentramento di Sachsenhausen. Don Stanislaw Borowczyk riferì: “Il 29 maggio tutti i preti e gli ebrei furono messi insieme e per una settimana furono sottoposti ad esercitazioni disumane. Padre Innocenty aveva diverse fratture, la gamba gli si gonfiò e quando il nostro blocco, il 6 giugno, si mise in cammino per raggiungere il posto di lavoro, egli non ce la faceva a tenere il passo con gli altri. Per questo motivo fu tolto dal gruppo e, insieme a don Czapczyk di Varsavia, fu malmenato, preso a calci e costretto, saltellando a gambe piegate, a raggiungere il blocco. Qui la guardia della camerata, Fritz, portò i due nei bagni e cominciò a gettare loro addosso acqua fredda. Ad un certo punto spinse il sacerdote in una vasca da bagno piena di acqua, gli ficcò in bocca il tubo di gomma di un idrante e in questo modo lo uccise”. Ormai in fin di vita, padre Innocenty disse all’amico che aveva accanto: “Io vado dall’Immacolata, tu rimani e fa’ quel che devi fare”. Don Borowczyk, compagno di prigionia a Sachsenhausen, testimoniò: “Padre Guz visse l’ultimo periodo di vita da autentico martire e credo che si debba pregare non per la sua anima... bensì per avere il suo aiuto”. In data 6 giugno padre Inocenty è così ricordato dal martirologio: “A Sachsenhausen in Germania, ricordo del Beato Innocenzo Guz, presbitero dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, nato in Polonia, e da lì deportato in Germania durante l’occupazione militare ad opera dei seguaci di un’ideologia nemica degli uomini e della religione, fu trucidato dalle sentinelle del campo di prigionia per la sua fede in Cristo”.
Autore: Fabio Arduino
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