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Santa Hunna Vedova in Alsazia

25 aprile e 15 aprile

Hunaweier, Alsazia, VII sec.

La figura di Santa Hunna, vissuta nel VII secolo in Alsazia, emerge dalle pagine della "Vita Deodati", seppur priva di altri documenti coevi. Hunna, nobile sposa di Hunon, si distinse per la sua intensa carità, dedicandosi ai poveri e ai malati, traendo ispirazione dal Vangelo e seguendo l'esempio di Cristo. La coppia edificò una chiesa dedicata a San Giacomo e organizzò un rifugio presso antiche terme romane. Hunna, in particolare, si dedicava al lavaggio dei panni dei bisognosi, guadagnandosi il titolo di "Santa lavandaia". Un prodigio attribuito a San Deodato, il vescovo che battezzò il loro figlio, fece sgorgare una fonte vicino alla chiesa, facilitando il suo lavoro di carità. Rimasta vedova, Hunna continuò la sua opera fino alla morte nel 679. Le sue spoglie furono elevate nel 1520, ma poi profanate durante la Riforma Protestante. La sua memoria è stata infine ripristinata e la diocesi di Strasburgo ne celebra la festa il 25 aprile.



Le notizie pervenutaci su santa Hunna, provengono dalla “Vita Deodati”, scritta però tre secoli e mezzo dopo la sua esistenza; non esistono altri documenti, epigrafi, liturgie, anteriori a questa ‘Vita’ dell’XI secolo, narrante le imprese di s. Deodato vescovo pellegrino scozzese e per alcuni versi anche leggendaria.
Hunna e suo marito Hunon, signore franco, vissero a Hunaweier in Alsazia nel VII secolo. Qui edificarono una chiesa in onore dell’apostolo s. Giacomo il Maggiore, che poi lasciarono in eredità all’abbazia di St-Dié.
È molto probabile che i signori di Hunaweier, si fossero stabili su delle terre che un tempo erano appartenute ad una colonia romana, e sulle quali si trovava un piccolo stabilimento termale; questo permise loro di aver cura dei malati e dei poveri che venivano a rifugiarsi tra le rovine delle antiche terme.
Come i loro parenti, i duchi d’Alsazia, protessero i monaci scozzesi di s. Colombano, itineranti nella regione alsaziana (il territorio, nei secoli è appartenuto, secondo le vicende politiche, di volta in volta sia alla Francia che alla Germania, oggi è francese) e tra i quali ci fu il già citato s. Deodato vescovo, il quale secondo la ‘Vita’, battezzò il loro figlio, chiamato in suo onore anch’egli Deodato, che diventerà poi un santo monaco a Ebersheimmünster.
Hunna e Hunon furono parenti anche di s. Sigismondo re di Borgogna; la ‘Vita Deodati’ considera Hunon quale principale benefattore di St-Diè e Hunna è nominata solo come sua sposa; ma nella tradizione popolare successiva, Hunna assumerà il ruolo più importante fra i due pii coniugi, per la sua intensa vita di carità, continuata negli anni della sua vedovanza, fino alla sua morte avvenuta nel 679.
Nel 1520, su richiesta di Ulrico, duca di Württemberg, signore del luogo, del vescovo di Basilea e dei canonici di St-Dié, papa Leone X autorizzò la ‘elevazione’ dei resti di Hunna, conservati a Hunaweier (la cerimonia, nel primo millennio, costituiva l’attuale canonizzazione del venerato personaggio, sia pure proclamato santo nell’ambito della diocesi richiedente).
Ma dopo poco tempo, il duca Ulrico (1487-1550), passò alla Riforma Protestante e già nel 1540 le reliquie di santa Hunna furono profanate e disperse dagli abitanti del luogo, diventati seguaci del riformatore protestante Hulrico Zwinglio (1484-1531).
Nel 1865 la diocesi di Strasburgo, attuale capoluogo del Dipartimento francese del Basso Reno, che comprende l’Alsazia, poté iscrivere nel Libro (Proprio) liturgico, la festa della santa vedova al 25 aprile, giorno della commemorazione dell’’elevazione’ del 1520. Altre zone dell’Alsazia la ricordano in giorni diversi, come il 15 aprile.
Per un prodigio operato da s. Diodato, che fece sgorgare l’acqua da una sorgente vicino alla chiesa, per favorire la vedova Hunna che lavava personalmente i panni dei poveri, ella è considerata la patrona delle lavandaie.

Autore: Antonio Borrelli
 


 

Nel più umile dei mestieri, soprattutto se compiuto per aiutare il prossimo in difficoltà, si annida la grandezza dell’anima di una persona. Gesù insegna: «Chi vuol essere il primo sia l’ultimo e il servo di tutti» (dal Vangelo secondo Marco 9,35). E per dare l’esempio di amore e servizio verso gli altri, Gesù stesso lava e asciuga i piedi ai discepoli (dal Vangelo secondo Giovanni 13,1).
Hunon e Hunna sono due giovani sposi vissuti a Hunaweier in Alsazia (Francia) nel VII secolo. Essi sono ricchi e nobili, ma sono anche religiosi, hanno fede in Dio, pregano e per loro la vita ha significato solo se possono essere utili agli altri. Mettendo in pratica il messaggio del Vangelo, i due sposi amano il prossimo, soprattutto i poveri, gli ammalati, gli affamati, quelli che vivono per la strada, molto numerosi a quell’epoca.
Hunon e Hunna sui loro terreni costruiscono una chiesa dedicata all’apostolo San Giacomo il Maggiore. Vicino alla chiesa, probabilmente tra le rovine di uno stabilimento termale costruito da una colonia romana, la coppia organizza l’accoglienza dei derelitti che vagano senza meta. Hunna aiuta i poveri anche svolgendo i lavori più umili come lavare a mano per loro i vestiti, incombenza quotidiana molto faticosa e riservata quasi esclusivamente alle donne.
Il matrimonio dei due sposi viene allietato dalla nascita di un bambino che viene chiamato Deodato, in onore di un vescovo, San Deodato di Nevers, che, pellegrino nelle zone in cui vivono i due sposi, benedice la loro opera meritoria e battezza il piccolo nascituro. Si narra che lo stesso vescovo, dopo la morte di Hunon, abbia aiutato la vedova Hunna facendo sgorgare una fonte accanto alla chiesa da lei fatta costruire. Questo fatto prodigioso è un “dono” del Signore offerto a Hunna per poter lavare i panni dei poveri, senza doversi recare presso un lontano ruscello, percorrendo tanta strada a piedi. Hunna, chiamata la “Santa lavandaia”, muore nel 679, dopo aver dedicato tutta la vita a mettere i propri “doni” ricevuti dal Signore a disposizione di chi è più sfortunato di lei. È patrona di tutte le lavandaie.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-04-06

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