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San Massimo di Gerusalemme Vescovo

5 maggio

† Gerusalemme, 350

Assai scarse sono le notizie certe in merito al San Massimo venerato in data odierna. Confesso la fede cristiana sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiano, subendo varie torture: gli fu cavato un occhio e bruciato un piede con ferro infuocato. Venne poi condannato al lavoro forzato nelle miniere. Dopo la pace costantiniana fu preposto alla sede episcopale di Gerusalemme, succedendo così a Macario. Durante la controversia ariana la sua ingenuità lo portò ad abbracciare erronee posizioni teologiche, ma infine torno alla retta fede. Poté così morire in pace nella Città Santa nel 350, divenendo luminoso esempio di testimone della fede.

Martirologio Romano: Commemorazione di san Massimo, vescovo di Gerusalemme, il quale, dopo che gli era stato cavato un occhio e bruciato un piede con un ferro infuocato, fu condannato dal cesare Massimino Daia ai lavori forzati; lasciato poi libero, fu posto alla guida della Chiesa di Gerusalemme, dove, divenuto celebre per la sua gloriosa confessione di fede, riposò nella pace.


Massimo visse durante un periodo turbolento per la Chiesa primitiva, sotto il regno degli imperatori Diocleziano e Massimiano. In un clima di feroce persecuzione contro i cristiani, egli non esitò a confessare pubblicamente la sua fede, attirando su di sé l'ira dei persecutori.
Per la sua incrollabile fede, Massimo fu sottoposto a crudeli torture: gli fu cavato un occhio e bruciato un piede con un ferro infuocato. Nonostante le sofferenze atroci, egli non rinunciò mai alla sua fede, dimostrando una forza d'animo e una resistenza davvero ammirevoli.
Con l'avvento della pace costantiniana, finalmente, Massimo fu liberato dalla schiavitù e poté tornare a Gerusalemme. In segno di riconoscimento per la sua eroica resistenza, fu eletto Vescovo della città, succedendo a Macario.
Durante il suo episcopato, Massimo si trovò ad affrontare le controversie teologiche dell'epoca, in particolare la questione ariana. In un primo momento, egli fu tratto in inganno dalle posizioni eretiche di Ario, ma in seguito, grazie a un attento studio e discernimento, ritornò alla retta fede.
San Massimo morì in pace a Gerusalemme nel 350, lasciando in eredità alla Chiesa un esempio luminoso di fedeltà a Cristo e di coraggio di fronte alle persecuzioni. La sua memoria è venerata il 5 maggio, giorno della sua festa liturgica.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-03-26

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