EUGENIO BALMORI MARTINEZ
Nacque a S. Luis Potosi (Messico) il 7 lug. 1900, primogenito di undici fratelli. Studiò nella scuola di arti e mestieri degli Agostiniani e, successivamente, nell'Istituto Scientifico Letterario. Interruppe gli studi di ingegneria per andare a lavorare nella compagnia petrolifera El Aguila come disegnatore. Ebbe una salda formazione cristiana che testimoniò sempre, grazie anche ad una forte personalità. Collaborava con sacerdoti e vescovi, suggerendo loro progetti di apostolato. In seguito alla persecuzione religiosa e alla conseguente chiusura dei luoghi di culto, aprì e organizzò centri di formazione per i catechisti; distribuiva la comunione, precorrendo il tempo dei ministri laici dell'Eucaristia. Gli ammalati, i carcerati e i poveri, che visitava assiduamente, furono testimoni della sua infaticabile dedizione. Soprattutto, fece della penna e della macchina da scrivere gli strumenti inseparabili del suo apostolato: scrisse numerosi articoli a difesa della Chiesa, di Dio e della patria, esprimendo con libertà e convinzione, secondo i principi cristiani, il proprio pensiero politico, economico e sociale per il progresso del Messico. Divenne un promotore della stampa cattolica, elaborando materiale catechistico, biblico e formativo. Figlio devoto della Madonna, venerata con il titolo di Nostra Signora di Guadalupe, recitava quotidianamente il rosario e ne diffuse la pratica. Dialogava, discuteva e pregava spesso con i cristiani di altre confessioni. Uomo di preghiera e di fede, invitò con successo molti suoi colleghi di lavoro a vivere la fede cristiana con coerenza. Lo addoloravano, infatti, l'indifferenza e l'ignoranza religiose; per questo diffondeva il Vangelo in tutti i quartieri della città. Nel 1932 la compagnia petrolifera lo trasferì a Coatzacoalcos, dove continuò ad evangelizzare e catechizzare in centri improvvisati, essendo le chiese ancora inaccessibili. Nel 1937 sposò Marina Cinta di Acayucan, dalla quale ebbe cinque figli. Catechista come lui, formarono una famiglia dove regnava l'amore e la serenità. Dopo alterne vicende nell'ambito professionale, nel 1942 era di nuovo a Coatzacoalcos, dove diresse i lavori di costruzione della nuova parrocchia di S. Giuseppe. Il 12 mag. 1946 il servo di Dio fu vittima di un incidente stradale: per due giorni sopportò sofferenze indicibili, edificando per la sua fortezza e conformità alla volontà di Dio. Morì il 14 mag. 1946. I resti mortali di questo testimone della vita cristiana riposano nella parrocchia di S. Giuseppe, oggi cattedrale della diocesi di Coatzacoalcos. Ottenuto il nulla osta dalla Santa Sede il 5 dic. 1997, è in corso il processo informativo diocesano per la sua causa di beatificazione.
Autore: Wilberth E. Ake Méndez
MARINA CINTA SARRELANGUE
Nacque ad Acayucan (Veracruz, Messico) il 9 mar. 1909 e ricevette la prima comunione nel mar. 1919. I genitori la mandarono, insieme a due sorelle, a Città del Messico nel collegio di S. Antonio a Tacuba retto dalle suore Guadalupane. Di ritorno nella città natale, dopo 3 anni, insegnò alle sue coetanee quanto aveva appreso, tra cui il cucito. Trasferitasi a Coatzacoalcos come operaia della Singer, qui conobbe Eugenio Balmori Martinez impiegato della compagnia petrolifera El Aguila e catechista come lei. I due si sposarono l'11 nov. 1937 ad Acayucan. Per motivi di lavoro i coniugi si trasferirono a Città del Messico (18 mar. 1938), dove nacquero i primi tre figli. Qui collaborarono con i padri Giuseppini alla costruzione della chiesa di S. Giovanni Evangelista nella colonia di Mixcoac. Ritornati a Coatzacoalcos, nacquero altri due figli; l'ultima aveva appena venti giorni quando il padre morì in seguito a un incidente stradale (14 mag. 1946). Nel diario, che Marina continuò a redigere fino agli ultimi anni di vita, troviamo il racconto degli avvenimenti familiari arricchiti dalle sue riflessioni spirituali. Inoltre espresse la sua profonda fede e i suoi alti sentimenti in quasi cento poesie. Rimasta vedova, riprese a lavorare in fabbrica e continuò a dedicarsi all'educazione umana e cristiana dei cinque figli facendoli studiare in scuole cattoliche, grazie anche a delle borse di studio. Pregava assiduamente per loro ed ebbe la consolazione di veder premiati i suoi sforzi per le scelte di vita fatte da ciascuno; in particolare ringraziò Dio per il dono del sacerdozio a uno di loro: nel mag. 1970 venne a Roma per l'ordinazione sacerdotale. Al Signore consacrò la sua vedovanza vivendo sempre alla sua presenza, in atteggiamento di preghiera per tutte le necessità della Chiesa e del mondo. Donna di profonda pietà, partecipava frequentemente all'Eucaristia e si accostava sovente alla confessione; dal direttore spirituale si lasciava orientare e illuminare nelle situazioni dolorose e difficili. Collaborava alle attività della parrocchia di S. Giovanni, quale membro di diverse associazioni. Le porte della sua casa erano sempre aperte; accoglieva ogni persona con cordialità, comunicando pace e serenità, e invitando tutti a vivere nella fedeltà alla Parola di Dio. Morì il 29 set. 1988 e le sue ceneri furono riposte nella cripta della chiesa di S. Monica, nella colonia del Valle, a Città del Messico. La Santa Sede ha concesso il nulla osta per aprire il processo diocesano sulle virtù della serva di Dio il 25 mar. 1998.
Autore: Oscar Sànchez Barba
Fonte:
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