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Kowal, Polonia, 4 agosto 1886 – Dachau, Germania, 29 agosto 1942
Sacerdote diocesano. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
Martirologio Romano: Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beato Domenico Jędrzejewski, sacerdote e martire, che, deportato durante la guerra dalla Polonia in un carcere straniero, morì per Cristo sotto tortura.
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Dominik Jedrzejewski nacque il 4 agosto 1886 a Kowal in Cuiavia. Era il più giovane di sei figli.
Dopo aver frequentato la prima elementare in una scuola di Kowal, fu istruito da suo fratello che viveva a Działoszyn nel Governatorato di Kalisz.
Nel 1902 entrò nel seminario degli insegnanti di Łęczyca, ma dovette interrompere gli studi a causa dello sciopero scolastico del 1905.
Tornato a casa per un anno, Dominik, nel 1906 superò l'esame di maturità a Kalisz e subito dopo entrò nel Seminario teologico superiore di Włocławek.
Dopo il ciclo di studi teolgici, il 18 giugno 1911 è stato ordinato sacerdote.
Dopo l’ordinazione don Dominik Jedrzejewski è stato inviato quale vicario nella parrocchia di S. Małgorzata a Zadzim presso Sieradz, e dal 1912 nella parrocchia di S. Giovanni Battista a Poczesna.
Tra gli anni 1917-1920 divenne cappellano del carcere e contemporaneamente vicario nella parrocchia della Beata Vergine Maria Regina di Polonia a Kalisz.
Successivamente è stato nominato prefetto nella scuola maschile Tadeusz Kościuszko e insegnante nella scuola media femminile “regina Edvige” a Turek.
Oltre alle sue attività strettamente religiose, don Dominik Jedrzejewski svolse attività benefiche, sociali ed educative.
È stato membro del consiglio della Croce Rossa Poviat, del comitato di revisione del Comitato “Poviat “del Consiglio di Difesa dello Stato, della Società scolastica, del Circolo degli amici dello scoutismo. Vicepresidente della Società scolastica polacca, segretario del consiglio della Società di beneficenza, nel 1921 divenne presidente del Comitato Distrettuale per la Ricostruzione di Wawel.
Nel 1925, a causa dell'aggravarsi della sua salute, don Dominik si trasferì, di sua spontanea volontà, presso una piccola parrocchia rurale di S. Maria Maddalena a Kokanin.
Dopo aver superato una grave operazione ai reni a Kalisz, nel 1928 fu nominato parroco nella parrocchia di S. Andrea Apostolo a Gosławice vicino a Konin.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, Gosławice si trovò nel Wartheland, direttamente attaccato al Terzo Reich.
Quando iniziò la persecuzione, il 26 agosto 1940, don Dominik è stato arrestato e inviato al campo di transito di Szczeglin.
Anche se ha avuto l'opportunità di salvarsi, non accettò alcuna offerta di fuga.
Tre giorni dopo fu condotto, come centinaia di altri sacerdoti polacchi, nel campo di concentramento tedesco di Sachsenhausen e registrato con il numero 29935.
Il 14 dicembre 1940 è stato portato nel campo di Dachau, con tanti altri sacerdoti polacchi, e gli venne assegnato il numero 22813.
A causa della sua fragile salute fisica, don Dominik a causa dei lavori massacranti a cui era sottoposto, era costantemente esausto, ma non si lamentava mai del suo destino.
Nel campo seppe raccogliere intorno a sé giovani, clero e laici e quando nel 1942 non fu più in grado di camminare da solo alcuni dei suoi colleghi più forti, lo portavano al lavoro sulle spalle.
Viste le sue condizioni fisiche il comandante del campo gli offrì la libertà in cambio della rinuncia al sacerdozio, ma don Dominik Jedrzejewski in maniera decisa ha rifiutato.
Morì di sfinimento mentre lavorava nel campo il 29 agosto 1942.
Il suo corpo fu bruciato nel crematorio del campo.
Don Dominik Jedrzejewski è stato beatificato il 13 giugno 1999, da San Giovanni Paolo II, nella cerimonia di beatificazione di 108 martiri polacchi della seconda guerra mondiale.
Autore: Mauro Bonato
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