340/345 – 403
Etimologia: Anfilochio = proveniente da Filace, città dell'Epiro, dal greco
Emblema: Pallio
Martirologio Romano: A Konya in Licaonia, nell’odierna Turchia, sant’Anfilochio, vescovo, che, compagno di eremo dei santi Basilio e Gregorio Nazianzeno e loro collega nell’episcopato, fu insigne per santità e dottrina e sostenne molte prove per la fede cattolica.
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La principale fonte a cui è possibile attingere informazioni circa Sant’Anfilochio è la sua corrispondenza con due cari amici, suo cugino San Gregorio Nazianzeno e San Basilio Magno. Anfilochio nacque in Cappadocia tra il 340 ed il 345 ed in giovane età fu insegnante di retorica a Costantinopoli. Incorso poi in difficoltà finanziarie, abbandono la capitale imperiale e si trasferì nei pressi di Nazianzo, al fine di condurre un’esistenza tranquilla e potersi prendere cura del padre anziano. Nel 374 ricevette la nomina alla sede episcopale di Iconio, che accettò con non poca riluttanza, ben conscio di ciò che questo avrebbe comportato. Suo padre si lamentò con Gregorio Nazianzeno,poiché gli sarebbero mancate le cure amorevoli del figlio, ma il santo gli rispose che non aveva avuto alcun ruolo nella nomina di Anfilochio ed anche lui in fondo avrebbe risentito della sua mancanza. Basilio, probabile sostenitore della nomina, scrisse all’amico per incoraggiarlo ad essere guida piuttosto che succube degli altri. Anfilochio consultava spesso Basilio, che proprio per lui scrissi il trattato sullo Spirito Santo, e ne pronunciò il panegerico al funerale. Sempre infervorato dalla questione dell’ortodossia, nel 376 Anfilochio tenne un sinodo proprio ad Iconio, onde condannare l’eresia macedone che negava la divinità dello Spirito Santo. Fu inoltre presente quando essa fu definitivamente condannata nel Primo Concilio di Costantinopoli nel 381.Esortò l’imperatose San Teodosio I a negare agli ariani la possibilità di riunirsi. Il sovrano inizialmente rifiutò, ritenendo troppo severa tale misura, ma il santo vescovo alla fine lo convinse a promulgare una legge che dichiarava illegali le assemblee pubbliche o private degli ariani. Altrettanto rigorosamente, Anfilochio si oppose alle dottrine dei messaliani, una setta carismatica e manichea che considerava la preghiera quale unica vera essenza della religione. La condanna di questa setta si ebbe durante un sinodo da lui presieduto nel 394 presso Sida, in Panfilia. Il suo amico Gregorio lo descrisse araldo della verità e vescovo irreprensibile. Suo padre testimoniò che diversi malati erano guariti per sua intersessione. Anfilochio morì nell’anno 403.
Autore: Fabio Arduino
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